Dal 1920 al 1954 sono cambiati otto volte. Quella goriziana dopo la Grande guerra era immensa.Dal 1920 al 1954 sono cambiati otto volte. Quella goriziana dopo la Grande guerra era immensa. Per capire meglio le vicende confinarie bisogna ripercorrere a grandi linee le tappe della storia della Venezia Giulia. Un esercizio ancora più interessante oggi essendo al centro dell’agenda della politica l’abolizione della Province. In questo senso, quelle di Gorizia e di Trieste hanno una storia particolarmente tormentata. Il 12 novembre 1920 il Regno d’Italia e il Regnodei Serbi firmano il Trattato di Rapallo. Trieste, Gorizia, Gradisca e l’Istria vengono annesse all’Italia. La Provincia di Gorizia assume un’estensione molto vasta arrivando a Nord fino al Tarvisiano e, a Est, alle valli dell’Isonzo e del Vipacco. Ma il 18 gennaio del 1923 la Provincia di Gorizia viene soppressa. Una parte finisce in quella di Udine, un’altra con il Monfalconese e Grado in quella di Trieste. A determinare la soppressione fu il neonato governo Mussolini, preoccupato della forte connotazione slovena di queste terre. Infatti, nel 1921, prime elezioni politiche italiane a cui partecipa Gorizia, vegono eletti parlamentari quattro deputati sloveni e un comunista. La Provincia di Gorizia viene ricostituita nel 1927 ma senza il Monfalconese. Durante i tragici anni che vanno dal 1941 al 1947 i confini provinciali di Trieste e Gorizia mutano cinque volte. Assumeranno quelli odierni nel settembre del 1947 Gorizia e nell’ottobre del 1954 Trieste. Forse i legislatori che stanno valutando la possibilità di sopprimere le Province più piccole potrebbero concedersi un ripasso della storia particolare della Venezia Giulia e pure del Friuli, uniti da un trattino che formalmente non c’è più ma che sovente è come se ci fosse ancora. Le cartine riprodotte sono state tratte dal numero 82-83 del giornale di frontiera goriziano Isonzo-Soca. Il direttore Dario Stasi è tra i più convinti sostenitori dell’istituzione a Gorizia del cosiddetto Museo diffuso del Novecento.
(da Il Piccolo di Trieste)