Riceviamo il seguente comunicato, che riportiamo integralmente:
Si è svolta questa mattina a Milano, la manifestazione Nazionale indetta dal SAP contro l’approvazione del progetto di legge sul reato di tortura in trattazione in questi giorni.
Analoga manifestazione si è svolta in contemporanea a Roma. Anche il SAP Trieste era presente per le vie del capoluogo lombardo per gridare un forte e deciso NO ad una legge che darà la possibilità ai criminali di accusare falsamente i poliziotti al fine di potersi sottrarre alla giustizia. Una legge questa che in alcuni paesi della comunità Europea è necessaria per evidenti mancanze normative, ma che in Italia è fortemente voluta e “sponsorizzata” dal partito trasversale dell’anti-polizia; è pretestuosa perché il nostro codice penale già prevede reati come il sequestro di persona, la violenza privata, le lesioni dolose, l’abuso d’ufficio… a tutti questi sono inoltre applicabili le aggravanti se commessi dal pubblico ufficiale. Lo stesso partito, quello dell’anti-polizia, che per gli stessi fini promuove i codici alfanumerici sulle divise degli agenti ma mal digerisce le telecamere (che propongono la verità dei fatti) volute dal SAP. L’introduzione della legge sul reato di tortura, che nel suo progetto non chiarisce quello che è vietato da quello che è considerato lecito, metterà fortemente a rischio l’operatività dei poliziotti che potrebbero essere sempre più a rischio di facili quanto false denunce ed un’immediata gogna mediatica.
Come potrà un poliziotto determinarsi nel corso di una rissa, rapina o furto in appartamento se non gli è consentito distinguere il confine tra la vietata “lesione dolosa” e quello doveroso imposto da un “uso legittimo delle armi o mezzi di coazione fisica” o da un “adempimento del dovere”? Sarà obbligato a desistere in quanto la norma difetta di determinatezza e tassatività non indicandogli chiaramente le linee d’azione! La legge sulla tortura così com’è, sarà un passaporto per portare alla “sbarra” le forze dell’ordine piuttosto che i delinquenti; sarà infatti sufficiente, ad esempio, lamentare di aver patito “acute sofferenze psicologiche” nel corso di un’attività di polizia o di un interrogatorio. E’ chiaro che una legge come questa, così come è stata formulata, si adatta forse a situazioni da regimi totalitari ben lontani, per fortuna, dalla cultura del nostro Paese e dai metodi operativi dei nostri operatori di polizia. La risposta che oggi i cittadini si aspettano è di avere maggiore sicurezza nelle strade del nostro Paese e di Trieste; non una legge come questa che porterà inevitabilmente a legare ulteriormente le mani alle forze dell’ordine.
SAP Trieste