aquileia panorama I luoghi del romanzo
2. Aquileia e il suo territorio

“Un paesaggio pianeggiante scorreva davanti agli occhi di Roberto, ricco di boschetti, di pioppi, ontani e, soprattutto, di vigneti. «Paesaggio incantevole» convenne Marcello, intuendo il pensiero di Roberto. «Nelle giornate terse si può vedere lo scintillare della vicina laguna di Grado. Il tempo qui è ancora scandito dalla natura. Ogni stagione ha i suoi colori, i suoi odori, le sue tradizioni».” (Tratto da “Le strane morti di Aquileia”)

La vocazione alla produzione vinicola dei terreni della zona di Aquileia è antichissima. Infatti, i vini prodotti in questa ansa di Adriatico hanno viaggiato in tutto il mondo conosciuto fin dall’antichità: le numerose anfore vinarie rinvenute ad Aquileia costituiscono solo una delle numerose testimonianze.
Il Refosco dal Peduncolo Rosso è il più nobile dei vitigni autoctoni rossi friulani di Aquileia. La tradizione più accreditata lo vuole il diretto discendente del Pucinum, il vino rosso preferito da Livia, seconda moglie dell’Imperatore Augusto.
Il Pucinum tanto decantato da Plinio il Vecchio nel libro XIV dell’opera Naturalis Historia, è da ritenere lo stesso che i Greci decantavano chiamandolo Pictaton e che dicevano provenire dai limiti estremi dell’Adriatico. Sempre Plinio il Vecchio nel classificare i vini più famosi del mondo antico, annovera al primo posto proprio il Pucinum. In alcune scritture antiche viene citato anche con il nome di Racimulus Fuscus in onore al suo ben noto Peduncolo Rosso.
Anche prima dell’arrivo dei Romani la vite era una coltura praticata, infatti già i Celti conoscevano le virtù di questa pianta. Ma, ad avviare la coltivazione intensiva della vite ci pensarono i Romani. Lo racconta in modo molto preciso e dettagliato Tito Livio nel IV libro degli Annali quando riporta che il Senato nel decidere l’insediamento della Colonia intese anche diffondervi la viticoltura. Ancor più preciso è lo storico greco Erodiano nella sua Storia dell’Imperatore Massimino che ci racconta: “…nella campagna di Aquileia disposti sono gli alberi ad eguali distanze, ed accoppiate sono le loro viti, formando un quadro giulivo tanto da sembrare quelle terre adorne di corone frondeggianti…”. 
Anche in epoche successive vi sono numerose testimonianze della presenza del Refosco in tutte le occasioni conviviali di grande prestigio. Sappiamo con precisione che nel 1406, in occasione della visita di Papa Gregorio XII, venne preparato un banchetto e, tra i prodotti più pregiati, venne servito il Refosco.
Sul nome Pucino vi sono numerose ipotesi, una tra le più accreditate è quella per cui il nome di questo vitigno si debba a una piccola roggia che scorre tutt’oggi tra Scodovacca, frazione di Cervignano, e Villa Vicentina denominata Polzino. Infatti i terreni adiacenti a questa roggia sono da sempre riconosciuti di particolare vocazione alla coltivazione del Refosco per la sua natura prevalentemente argillosa e per delle condizioni naturalmente favorevoli.
Il porto fluviale di Aquileia nell’antichità fu un emporio commerciale di straordinaria ricchezza. Dal porto di Aquileia partivano imbarcazioni cariche di anphorae vinariae che arricchivano i banchetti dei palati più raffinati del tempo.
Oggi i produttori della zona stanno lavorando su questo vitigno per riportare alla ribalta mondiale questo vino affascinante, unico e straordinario, che ha nel territorio di Aquileia le sue radici più profonde e una vocazione che si perde nella notte dei tempi.


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