altare san bartolomeo barcolaRiceviamo la lettera di un nostro affezionato lettore, che riportiamo per intero:

Ieri, mentre partecipavo alla messa delle 12.00 nella chiesetta di Barcola a Trieste, ho sentito dietro di me, nell’altra fila, spostare delle panche ed uno strano vociare sommesso. Ho intravisto una persona che colta da un malore era riversa sulla panca attorniata da persone che cercavano di aiutarla. Sono prontamente uscito dalla chiesa per prenderle dalla mia auto una bottiglietta d’acqua naturale. Ritornato in Chiesa, una persona era al telefono col 118. Un’altra le ha bagnato il viso e la signora, già svenuta, ha iniziato a riprendersi. Sono tornato al mio posto sorpreso del fatto che la funzione fosse andata avanti nella massima indifferenza.
Pochi minuti dopo, alcuni parrocchiani hanno portato fuori dalla chiesa la signora tenendola tra le braccia ma distesa.
Don Elio, parroco ha continuato la sua funzione e l’altro prelato guardava tutti noi senza vedere.
Al suono dell’ambulanza sopraggiunta, il parroco ha continuato a celebrare la sua messa/battesimo come se nulla fosse accaduto.
Non una parola di conforto, né una preghiera.
Nel momento in cui il parroco ha detto, per altri motivi, che siamo una grande famiglia, che Dio mi perdoni, sono uscito dalla Chiesa.
Gli operatori del 118 erano ancora lì, sotto il piccolo portico, per assistere la signora che è riuscita a dare il numero di telefono di sua figlia.
Una signora ha chiamato, si è presentata: “sono la fioraia del chiosco, non si spaventi, sua mamma ha avuto un malore ma si è ripresa, ora è assistita dagli operatori del 118 che per precauzione la porteranno in ospedale a Cattinara dove potrà raggiungerla”
Io, mia moglie che mi aveva raggiunto e le poche persone che avevano aiutato la signora, abbiamo visto ripartire l’ambulanza e ci siamo salutati con lo sguardo di chi per un momento ha fatto quello che dettava il cuore ma scuotendo la testa per l’indifferenza incomprensibile dello “staff” della chiesa.

Renato Gargiulo - Trieste


Barcola, chiesa, funzione religiosa, malore, soccorso, indifferenza