25 settembre > 16 novembre 2014
DoubleRoom arti visive, via Canova 9, Trieste
mostra biografica
IN LOVE WITH CLAY
vita di Fiore de Henriquez
a cura di Massimo Premuda e Dinah Voisin
testi di Roberto Benedetti e Valentina Fogher
in collaborazione con l’Archivio Fiore de Henriquez di Peralta (Lucca)
opening giovedì 25 settembre, ore 18.30
Cinema Teatro dei Fabbri, via dei Fabbri 2/a, Trieste
FIORE about her life and work, as told by people she knew
di Richard Whymark
+
Crazy from the Beginning!
di Charles Mapleston
proiezione giovedì 25 settembre, ore 20.30
Giovedì 25 settembre alle ore 18.30, al DoubleRoom arti visive di via Canova 9 a Trieste inaugura “In love with clay”, un’ampia mostra fotografica dedicata alla vita della grande scultrice Fiore de Henriquez (Trieste, 1921 - Peralta-Lucca, 2004) a 10 anni dalla scomparsa. La de Henriquez, sorella di Diego, eccentrico collezionista di cimeli di guerra, a cui la città di Trieste ha dedicato l’omonimo “Civico Museo di guerra per la pace-Diego de Henriquez” di recente riapertura, ha avuto una vita straordinaria divisa fra Italia, Inghilterra e Stati Uniti, conoscendo alcuni fra i più importanti personaggi del jet set angloamericano, e incarnando tutte le contraddizioni del ‘900, inclusa una natura sessuale ermafrodita che le ha fatto travalicare con disinvoltura i classici ruoli di genere.
L’esposizione, curata da Massimo Premuda e Dinah Voisin, e organizzata in collaborazione con l’Archivio Fiore de Henriquez di Peralta (Lucca), intende ripercorrere la vita di questa stupefacente autrice attraverso 4 sezioni tematiche che riassumono il suo periodo triestino, i celebri ritratti dei personaggi del jet set internazionale, le imponenti commissioni pubbliche e private in giro per il mondo, e infine una sezione dedicata ai ritratti fotografici che la immortalano mentre lavora, nelle situazioni pubbliche, ma anche nella vita privata.
La mostra è corredata anche dal libro-intervista “Art & Androgyny: the life of sculptor Fiore de Henriquez” di Jan Marsh, e dai testi critici di Valentina Fogher, curatrice del Museo dei Bozzetti di Pietrasanta (Lucca), e di Roberto Benedetti, che contestualizza la sua opera nell’ambito della scena artistica triestina e in particolare racconta la sua amicizia con l’artista Maria Lupieri. Presenta infine alcune significative sculture e gli esaustivi documentari “Crazy from the Beginning!” di Charles Mapleston e “FIORE about her life and work, as told by people she knew” di Richard Whymark, proiettati entrambi in anteprima a Peralta lo scorso giugno, e che verranno riproposti la sera dell’inaugurazione alle 20.30 al Cinema Teatro dei Fabbri di Isidoro Brizzi.
Nata a Trieste nel 1921, studia all’Accademia di Belle Arti di Venezia con Arturo Martini, scultura in legno a Cortina, e infine scultura in pietra a Firenze con Antonio Berti, di cui diventa assistente.
Nel 1949, a seguito della vittoria di una commissione pubblica per un monumento a Salerno e relativa distruzione della scultura ad opera di misogini, si trasferisce a Londra, dove la sua prima commissione le porta il riconoscimento immediato alla Royal Academy, per la quale nel 1951 creerà tre figure monumentali per il Festival of Britain. Già nel 1953 cento personalità dell’arte e della politica inglesi firmano una richiesta in seguito alla quale le viene concessa la cittadinanza britannica per meriti artistici.
Da allora è sommersa da commissioni in Inghilterra, India, Grecia, Spagna, Paesi Scandinavi, Stati Uniti, Canada, Cina, Giappone, Australia e Nuova Zelanda, realizzando significative sculture monumentali, di cui ricordiamo solo la fontana per le Nazioni Unite del 1992 a Ginevra, e innumerevoli ritratti, tra cui figurano: Igor Stravinsky, Ieoh Ming Pei, Augustus John, Isamu Noguchi, la Regina Madre d’Inghilterra, il Primo Ministro giapponese Yoshida, Harold Washington, Huntington Hartford, Margot Fonteyn, Peter Ustinov, Laurence Olivier, HYPERLINK “http://en.wikipedia.org/wiki/Vivien_Leigh” \o “Vivien Leigh” \t “_self” Vivien Leigh, Oprah Winfrey, Shirley Bassey, Elsa Maxwell, e gli italiani Eugenio Montale e Carlo Levi. Nel 1963 riceve la commissione di ritrarre John F. Kennedy, che completa in seguito grazie a fotografie.
Dal 1945 frequenta la zona apuo-versiliese per il marmo di Carrara e le sue famose fonderie, trascorrendo lunghi periodi a Pietrasanta, Pieve di Camaiore e in seguito, dal 1966, nel vicino borgo di Peralta, da lei interamente ristrutturato.
Nel 1994 viene aperto il museo privato “Fiore de Henriquez” presso la famiglia Sitwell A. Renishaw nel Derbyshire in Inghilterra.
Fiore de Henriquez è nata intersessuale con organi genitali doppi, e si dichiarò “orgogliosa di essere ermafrodita” e di essere “due persone all’interno di un corpo solo”. Ha avuto una breve relazione con il pittore tedesco Kurt Kramer nel 1940, ma le sue relazioni affettive e sessuali erano principalmente con le donne. La scultrice colpiva per un insolito modo di vestire; nei suoi diari infatti, Christopher Isherwood la descrive dicendo che sembrava “vestita come un contadino della Cavalleria Rusticana mentre proclama di amare la vita”.
L’identità di genere della de Henriquez si rifletteva molto anche nel suo lavoro, soprattutto per i motivi ricorrenti di teste accoppiate, di figure siamesi e di creature mitologiche ambigue. Gran parte del suo lavoro iniziale era primitivista, mentre dai primi anni 1960, la sua amicizia con lo scultore cubista Jacques Lipchitz la incoraggiò a sperimentare forme più libere.
25 settembre > 16 novembre 2014
mostra biografica
IN LOVE WITH CLAY
vita di Fiore de Henriquez
a cura di Massimo Premuda e Dinah Voisin
testi di Roberto Benedetti e Valentina Fogher
in collaborazione con l’Archivio Fiore de Henriquez di Peralta (Lucca)
DoubleRoom arti visive
via Canova 9, 34129 Trieste
lunedì > giovedì 17-19
349 1642362 - doubleroomtrieste@gmail.com
http://doubleroomtrieste.wordpress.com
https://www.facebook.com/doubleroomtrieste