spremitura vino anticaIl vino di Trieste si chiamava Pucinum, almeno così lo definiva Livia, moglie dell’imperatore romano Augusto e doveva possedere virtù straordinarie perché secondo Plinio, l’imperatrice ne beveva tutti i giorni e per questo motivo era vissuta fino ad 86 anni (età incredibile all’epoca). Ma non si sa bene quale vino specifico esso fosse.
La provincia di Trieste, oggi, produce tre gioielli che dal 1985 sono sotto la denominazione di origine controllata “Carso”. E un apposito consorzio ne tutela l’immagine e la qualità. I loro nomi? Terrano, Vitovska, Malvasia. Il rosso terrano pare derivi dal Refosco d’Istria o Refosco dal peduncolo verde. Nasce da vigne disposte in maniera irregolare in un paesaggio di roccia bianca a strapiombo sul mare. Ha un gusto deciso che bene accompagna i piatti della tradizione locale a base di carne in prevalenza suina e la iota, che è minestra di fagioli e crauti.
La Vitovska è un bianco che prende il nome dal suo vitigno che viene considerato autoctono. Non ne esiste traccia, infatti, in altre zone del Mediterraneo. Bevuta giovane, la Vitovska, moderatamente alcolica e dal leggero sentore di mandorla, è buona compagna delle specialità a base di pesce nonché di molluschi e crostacei.
La Malvasia invece ha lontane origini elleniche e da queste parti è stata portata, presumibilmente, da antichi mercanti del Sud europeo. Arrivò attecchendo, dapprima, nella vicina Istria per poi passare in altri spazi come il Carso o nelle immediate vicinanze di Trieste. E’ un vino che ha bisogno di molto sole; non a caso è fruttato, mediamente alcolico e un pochino aromatico. Si unisce piacevolmente ai piatti di pesce e alle ricette dominate dalle carni bianche. E chissà allora a chi si riferisce Livia quando esaltava profumo e sapore di Pucinum… a qualcosa di buono, comunque!


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