La differenza economica tra nord e sud del mondo è un’intricata serie di ragioni geografiche (a nord del pianeta c’è più terraferma) e antropologiche (distribuzione della ricchezza). L’economia marittima non fa eccezione. Qui la differenza sostanziale più che farla il grado di sviluppo della città portuale (si tratta in ogni caso di scali appartenenti a regioni ricche o in via di sviluppo), la fa l’organizzazione degli spazi portuali. La buona portualità, più che una questione di distribuzione della ricchezza, è una questione di distribuzione delle infrastrutture. Chi costruisce prima, anticipando opere veramente utili soltanto dopo un decennio per esempio, vince.
Nel globo, i porti che contano nel traffico marittimo internazionale si trovano tutti al di sopra del 35esimo parallelo nord (le coste del nordafrica per intenderci). Fa eccezione giusto il Sud America, guarda caso il continente con più superficie al di sotto dell’equatore (escludendo l’Africa subsahariana). Stiamo parlando ovviamente del grande traffico, quello transoceanico, transcontinentale, quello della globalizzazione delle merci.
Anche per l’Europa il discorso non cambia. Anzi qui la divergenza nord-sud è più marcata, concentrando i porti più ricchi ben al di sopra del 35esimo parallelo. E l’ultima classifica sui primi venti porti container del Vecchio Continente riflette perfettamente questo fenomeno. Stilata dall’Autorità portuale di Rotterdam, conta tutti i porti che movimentano in un anno oltre un milione di teu. Al primo posto c’è proprio Rotterdam, mentre il primo porto italiano è Gioia Tauro, che si trova in nona posizione (discostandosi di poco dai dati Contship Italia). Las Palmas, l’ultimo porto, il ventesimo, si trova alle Canarie.
Trieste come si può facilmente intuire, è assente da questa classifica, ma nel passato, quando faceva parte dell’Impero Austro-Ungarico (vedi cartina sopra) la situazione era ben diversa.
Ecco infine la classifica 2013 dei porti container europei in milioni di teu (tra parentesi la differenza percentuale sul 2012):
1. Rotterdam 11,621 (-2%).
2. Amburgo 9,257 (+4,4%).
3. Anversa 8,578 (-0,6%).
4. Bremerhaven 5,831 (-4,6%).
5. Algeciras 4,343 (+5,6%).
6. Valencia 4,328 (-3,1%).
7. Felixstowe 3,500 (+5,2%).
8. Pireo 3,163 (+15,6%).
9. Gioia Tauro 3,100 (+13,9%).
10. Istanbul 2,750 (+5,7%).
11. San Pietroburgo 2,578 (+2,3%).
12. Marsaxlokk 2,550 (+6,2%).
13. Le Havre 2,486 (+7,9%).
14. Zeebrugge 2,027 (3,7%).
15. Genova 1,988 (-3,7%).
16. Southampton 1,800 (+9%).
17. Barcellona 1,720 (-2,2%).
18. La Spezia 1,300 (+4,2%).
19. Danzica 1,178 (+26,8%).
20. Las Palmas 1,017 (-15,8%).
Paolo Bosso
fonte: Autorità portuale di Rotterdam