Mercoledì 27 novembre, alle ore 18, presso la Feltrinelli di Trieste, nell’ambito delle attività previste per il XVI Festival Internazionale Trieste Poesia (video - sito), si terrà, a cura dell’Associazione Culturale AREPOeSIA (Franco Puzzo Editore - collana “I PURI”), la presentazione del libro di poesia e immagine “Rose” del barese Fedele Boffoli, triestino d’adozione, con foto dell’autore e di Mariagrazia Semeraro. (sito - video). Un poeta vivente e “contadino dell’arte” (come lui stesso ama definirsi) prescelto, dalla FPE, per la stessa collana “I PURI”, dopo i già pubblicati “giganti” scomparsi Stanislas De Guaita (Rosa mystica e altre poesie) e Fernando Pessoa (L’ultimo sortilegio e altre poesie). Scrittori e poeti presenteranno collegialmente, nella circostanza, le poesie di Boffoli: Adriano Doronzo (organizzatore del Festival Internazionale Trieste Poesia e direttore di collana); Gabriella Valera (introduzione); Isabella Geronti (moderatrice), Maria Grazia Stepan (letture poetiche). Presenti in sala anche le fotografie gigantografiche (di Boffoli e Semeraro) abbinate alle liriche del libro. Riportiamo, in proposito, alcune note critiche, sul testo, della scrittrice Isabella Geronti: “””Per assaporare sino in fondo le delicate poesie di Fedele Boffoli, ispirate ad altrettante immagini in bianco e nero di rose ritratte dallo stesso autore e da Mariagrazia Semeraro, occorre leggere dapprima tutta l’opera, e poi un po’ alla volta sorseggiarla. Da subito sorge un interrogativo. L’ordine delle brevi liriche è casuale, ripercorre una sequenza data alle immagini, oppure ammirando quei fiori regali, si è seguito un preciso corso di pensieri? Viene voglia di chiederlo all’autore, per confrontare la risposta con le sensazioni che emergono in chi legge. Sin dalle prime composizioni, si avverte un richiamo religioso, di mistero, quasi a svelare che la rosa rappresenta un messaggero, un ponte tra l’ultraterreno e il mondo materiale. Le spine sono accomunate a quelle della corona del Cristo, la bellezza richiama l’Eterno. Sono valori cristiani i nascosti ispiratori? Vi trovo il tre come rappresentazione di Natale, Avvento ed Epifania; il fiore celebrato viene definito creatura-creante fra Tenebre e Luce. Ma in ROSANUMERO si parla del numero e dell’infinito, e in PARADOSSO è evidente lo spunto tratto dall’alchimia “ogni cosa che esiste cede e declina per partorire da sé il nuovo… Anche la rosa curva la testa e dona linfa ai boccoli”. Sullo sfondo si intravedono le fasi dell’opera del processo alchemico, perché tutto ciò che esiste, anche la creatura più bella ed armoniosa, va in macerazione per dar vita al nuovo in un eterno ciclo. Questo ineluttabile destino è intriso dalle rigorose leggi della numerologia. Eppure in ROSACARNE si parla di bellezza di carne, ed affiora il sapore di un omaggio alla bellezza femminile, non sguaiata, non volgarmente carnale, ma eterea; quando poi in ROSEZEN si accenna al tao della rosa, alle forze yin e yang, si capisce che sottendono collegamenti a conoscenze e saperi universali. […]“””.
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