DODICI ore di agonia, tra le botte e la morte. Una tragedia atroce, con i medici dell’ospedale di Trieste costretti ad asportargli la milza. Ma il cuore di Andrea Bartolini, 45 anni di Ferrara, si è fermato all’alba di venerdì a seguito «dei pugni e dei calci» subiti in una serata folle e senza senso. Sul registro degli indagati, con la devastante accusa di omicidio (come recita il capo di imputazione: «volontario o preterintenzionale: reato 575 o 584») c’è già un nome e un cognome. «Al momento sappiamo poco — spiega l’avvocato dei Bartolini, Giacomo Forlani —, l’unica certezza è che si tratta di un fatto violento. Aspettiamo l’autopsia per trarre le prime conclusioni».
LITE FURIBONDA. Il film della tragedia inizia giovedì sera, in via dei Moreri a Trieste, dove Bartolini andava spesso a trovare la compagna. Le 20: il 45enne esce da un bar e, a quanto pare, è in compagnia di una persona. Tra i due esplode una lite violentissima, dalle parole si passa ben presto ai fatti. Andrea, secondo le prime ricostruzioni, viene colpito più volte alla faccia e all’addome con pugni e calci, come scriverà la stessa Procura triestina. Quella scena, però, non passa inosservata, in particolar modo ad una signora che nota tutto dalla finestra di casa e chiama 118 e polizia.
LA MORTE. I primi soccorsi sul posto, poi la corsa all’ospedale cittadino. Le condizioni di Andrea non sembrano però gravissime, almeno in un primo momento. Ma, ora dopo ora, la situazione crolla. Alle 22 finisce in sala operatoria, i medici saranno costretti ad asportargli la milza. All’alba di venerdì muore, il suo corpo cosparso di ematomi. Sarà la stessa famiglia — la madre Giancarla e il fratello Davide — ad effettuare il devastante rito del riconoscimento della salma. Quella famiglia che oggi pretende verità. «Ha il diritto di sapere — dice il difensore — che cosa è accaduto quella sera ad oltre 200 chilometri da casa». A Ferrara, oltre a madre e fratello, vivono la ex moglie e il figlio di 18 anni, distrutti e sotto choc. Proprio a loro, ieri pomeriggio, la polizia ha notificato i primi atti di accertamenti irripetibili per arrivare alla verità: martedì toccherà a Fulvio Costantinides, consulente nominato dalla Procura di Trieste, effettuare l’autopsia per scoprire l’esatta causa del decesso.
INDAGATO. Stesso atto è stato notificato anche all’unico nome, al momento, finito sul registro degli indagati: si tratta di F. S., friulano, difeso dall’avvocato Elisabetta Burla la quale, contattata dal Carlino, non ha voluto rilasciare dichiarazioni sottolineando semplicemente che il suo cliente, fino a ieri sera, non era stato stato nè arrestato, nè fermato. «Al momento — conclude l’avvocato Forlani — la famiglia Bartolini non vuole rilasciare dichiarazioni, sta vivendo un bruttissimo momento. Vuole aspettare qualche elemento in più in relazione all’indagine. Andremo fino in fondo per avere giustizia ed arrivare alla verità di questa tragedia».
(Nicola Bianchi da Il Resto del Carlino)
omicidio, lite, aggressione