In relazione al programma di riconversione della Ferriera di Servola presentato dalla Regione Friuli Venezia Giulia lo scorso 20 novembre, l’Autorità Portuale di Trieste – nel prenderne atto ed apprezzarne le finalità generali ed i contenuti industriali – rileva quanto segue:
1. la porzione di territorio demaniale marittimo costituita dalla banchina, dalla restante linea di costa e dai terreni immediatamente retrostanti – per complessivi 342.993 mq, oggetto di concessione – rappresenta un rilevante spazio portuale di Trieste, con fondali dai 13 ai 17 metri e con una banchina attrezzata della lunghezza di 350 mt;
2. la totalità degli impianti di lavorazione industriale e relative attrezzature si trova all’interno della retrostante area di proprietà di Servola SpA, che ammonta a circa 23 ettari (230.000 mq), mentre tutti gli spazi compresi nella concessione demaniale vengono utilizzati per lo stoccaggio delle materie prime e per le operazioni di sbarco/imbarco delle stesse e dei prodotti finiti;
3. quanto illustrato ai precedenti punti 1. e 2. fa emergere che la situazione di Trieste non può essere comparata ad altre precedenti esperienze analoghe (vedi Cornigliano-Genova, anno 2004) dove la maggior parte degli impianti industriali era ubicata all’interno delle zone demaniali in concessione;
4. l’Autorità Portuale di Trieste, pertanto, nel condividere gli obiettivi del programma di riconversione della Ferriera di Servola, deve peraltro tutelare la fungibilità delle aree demaniali all’utilizzo logistico-portuale come previsto “ex lege” e, in tale contesto, trova non accettabile qualsiasi proposta di sdemanializzazione inserita nel programma citato, in quanto – sulla base della situazione territoriale sopra descritta – la stessa risulta irrilevante con gli obiettivi primari riferiti al rilancio economico-occupazionale del sistema, cui il medesimo programma dovrebbe attenersi; peraltro tutta quella banchina, se diventasse zona franca, attirerebbe immediatamente traffico e quindi lavoro e occupazione;
5. l’Autorità Portuale di Trieste, chiarito un tanto, è altresì favorevole e disponibile a valutare – nell’ambito di un’intesa ad ampio raggio, ai sensi di legge – un piano industriale ed un programma di attività elaborato dal soggetto terzo deputato all’azione di riconversione, assistito da idonee e precise garanzie, finalizzato anche all’incremento dei traffici portuali ed industriali, della produttività del comparto e dei relativi livelli occupazionali.
Quanto sopra ai fini della concessione demaniale marittima delle aree contigue a quelle di proprietà di Servola SpA, qualora richieste e necessarie all’obiettivo di riconversione complessiva.=