Alla Domus Lucis di Trieste il ricordo dell’anniversario della morte di Lucia Schiavinato si è legato alla festa per i 50 anni della Domus: fu il 29 settembre 1962 che venne inaugurata la cappella interna, e questa data, in cui la casa ebbe alfin il suo cuore, è considerata quella dell’inizio ufficiale delle attività.
Per l’uno e per l’altro evento è venuto a celebrare la messa con ospiti, Volontarie e amici della casa, martedì 20 novembre, il vescovo emerito di Trieste (e di Vittorio Veneto) mons.Eugenio Ravignani, autore tra l’altro della prefazione a “L’intensità di una vita”; la biografia di Lucia firmata da Savio Teker. Ad essa il vescovo ha attinto per l’omelia del cinquantesimo della Domus, in cui ha ripercorso tutta la vita di Lucia, punteggiandola con le sue osservazioni.
“I Piccoli Rifugi - ha detto ad esempio mons.Ravignani - erano e sono luoghi di autentica formazione cristiana e di serenità . In un clima famigliare che li distingue tuttora da istituti di assistenza”.
Ha poi riepilogato le circostanze dell’apertura della casa di Trieste. Inizialmente Lucia aveva acquistato un terreno sopra il bivio di Miramare, in cui immaginava di realizzare uno stabile da ingrandire anno dopo anno, fino ad accogliere anche 100 persone. Ma il progetto non andò in porto, e per avere la Domus Lucis bisognerà attendere la donazione Sanguinetti del 1962.
Gli ultimi mesi, quelli della malattia, furono per Lucia “una autentica, sofferta, durissima purificazione - ha rilevato mons.Ravignani- .”Fino a quando, nella piccola cappella della clinica, contemplando Lui sulla croce, comprese che la sofferenza sua era quella di Lui, l’uomo di carne, l’uomo dei dolori”.
“So che per coloro che sono accolte alla Domus Lucis - ha concluso l’omelia il vescovo - è andato crescendo l’affetto di una città, la nostra, e, se me lo consentite, anche il mio. So come anche questa singolare esperienza di carità, e cioè di amore vero, possa contare sul prezioso sostegno di persone consacrate a Cristo nell’amore. Ma so anche che al loro generoso servizio si affianca quello di tante persone che vengono qui a vivere il loro amore a chi è povero e, prima ancora di aiuto, ha bisogno del calore dell’affetto. E per tutte chiedo al Signore grazia e benedizione”.
(piccolorifugio.org)