Si apre un debole spiraglio per la Ferriera, almeno a livello aziendale. In una nota il Cda della Lucchini evidenzia che si sono fatti avanti due possibili investitori, pronti a formalizzare la loro offerta entro la fine del mese. Ecco cosa dice il comunicato. «Il Cda Lucchini ha valutato l’avanzamento dei lavori di due diligence del potenziale investitore; lo stesso si e’ riservato di presentare una proposta organica di acquisizione entro l’ultima decade del mese. Alla luce delle attività in corso, coerenti con il mandato ricevuto, il Consiglio si augura che cessino i ripetuti attacchi sul suo operato, del tutto pretestuosi ed infondati. «Inoltre, il Cda ha finalizzato i documenti utili al prossimo incontro con le banche dove si pongono in evidenza tutti gli aspetti della situazione attuale. Sul fronte Sertubi, invece, i sindacati Fim, Fiom e Uilm in una nota confermano un giudizio estremamente negativo su Duferco e Jindal saw Italia in relazione alla decisione di dismettere la produzione del tubo in ghisa nello stabilimento di Trieste e che espone 150 lavoratori al rischio di perdere il lavoro. Considerano però importante che Duferco e Jindal siano disponibili a valutare un’ipotesi di produzione con un diverso progetto di fusione della ghisa che potrebbe rendere remunerativa l’attività e su cui è stato chiesto un incontro urgente con il Governo. «Inizia ora una difficile trattativa - rilevano i sindacati - che dovrà portare a garantire prospettive occupazionali certe per tutti i lavoratori, mantenere il carattere industriale del sito produttivo tutto ciò realizzato con un piano sociale composto da ammortizzatori e adeguati sostegni economici integrativi al reddito per i lavoratori escludendo i licenziamenti. Solo se verranno salvaguardate queste condizioni si potrà considerare l’ipotesi di un accordo sindacale da sottoporre al voto dei lavoratori. Pertanto - chiude la nota - fermo restando lo stato di agitazione, la revoca del blocco decisa dall’assemblea martedì è subordinata all’avanzamento della trattativa che dovrà rispondere alle richieste dei lavoratori. In assenza di ciò non saremo disponibili a subire ricatti dell’azienda». I sindacati smentiscono anche di essere a conoscenza di presunte cifre citate per incentivi di buonuscita a favore dei lavoratori. E frattanto Rifondazione comunista, come rileva il suo segretario provinciale Antonio Saulle, intende sviluppare un percorso sociale che operi assieme ai lavoratori delle aziende in crisi per superare la percezione di isolamento tra loro e la città.
(da Il Piccolo)