Il continuo via vai di auto e camion diretti verso Lubiana e Trieste, la costante presenza di Polizia e Guardia di Finanza, il bar, la farmacia e i piccoli supermarket intorno, fanno di Fernetti quasi un’oasi di civiltà rispetto agli altri valichi. La zona non è precipitata nel degradocomePese e Rabuiese, però anche qui le ex strutture tipiche di una zona di frontiera sono abbandonate. Ma il Demanio, fanno sapere da Roma, ha da poco assegnato gli spazi a unasocietà di spedizionieri. Il 20 dicembre del 2007 Fernetti era stato uno dei confini scelti per i festeggiamenti e le celebrazioni. Con discorsi, orchestre e la carrozza dei cavalli lipizziani. «In un’atmosfera di sagra paesana più che da cerimonia epocale - scrivevano le cronache di quel periodo - con amministratori pubblici, rappresentanti del governo italiano e sloveno, intellettuali e semplici cittadini». Qui, adesso, è tutto un andirivieni di tir e automobili, pazientemente vigilato da Polizia e Fiamme Gialle. Almeno quattro le pattuglie che si contavano l’altro giorno al confine. Oggi a Fernetti c’è il problema della segnaletica stradale che andrebbe fissata al terreno, come fa notare chi lavora da queste parti. «Quando soffia la bora cade tutto e non è raro che i mezzi imbocchino la strada contro mano», spiegano. Il problema, a quanto pare, è all’attenzione degli enti da tempo,«ma nulla si muove», rileva il sindaco di Monrupino Marko Pisani. «È di competenza del Demanio». Che, come detto ha affidato in locazione la struttura. «L’Anas invece dovrebbe provvedere alla viabilità, ma non c’è niente di concreto, soltanto idee e incontri per il momento. Comunque - precisa il sindaco - i contatti tra Comune, Anas e Demanio per migliorare l’area, e quindi anche le attività commerciali esistenti, ci sono. Auspico che qualcosa si possa sbloccare al più presto». Lamenta disagi anche il personale dei bar e dei locali. «In questo valico si fermano tanti stranieri, ci vorrebbero servizi igienici e un bancomat per i camionisti », dice la cameriera del caffè “G”, lanciando un’ idea per il riutilizzo delle vecchie palazzine di fronte che fino al 2007 ospitavano dogane e forze dell’ordine. Sulle parete del locale hanno appeso la barra che un tempo divideva i due confini: «Un cimelio da conservare», sorride la ragazza. (g.s.)
(da Il Piccolo)