Fare di Servola un caso nazionale che preveda l’intervento finanziario da parte dello Stato. Lo chiede il partito Sinistra ecologia libertà (Sel) di Trieste che definisce gravi le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Corrado Clini il quale nella recente presenza a Trieste per un summit svoltosi nel palazzo della Regione ha sostanzialmente negato la disponibilità di risorse pubbliche a sostegno della riconversione produttiva e del risanamento ambientale dell’area della Ferriera di servola. «Tutto ciò è avvenuto - fa rilevare Sel - appena poche ore dopo l’invito rivolto per lettera dal sindaco Roberto Cosolini, al ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera e allo stesso ministro Clini ad un incontro a Trieste con tutti i soggetti interessati, per una forte accelerazione sulla vicenda Servola, con la proposta di inserire la riconversionee la bonifica dell’area Ferriera e i finanziamenti necessari, in un “dispositivo nazionale,” coerentemente a quanto già avvenuto nell’ambito di una visione nazionale per altri siti siderurgici ». Il riferimento è anche a quanto sta accadendo all’Ilva di Taranto dove sabato il procuratore capo della Repubblica Franco Sebastio citando le relazioni tecniche dei custodi giudiziali ha affermato che «se l’Ilva decidesse di rendere ecocompatibile tutta la fabbrica non solo dovrebbe tenere al lavoro tutto il personale,maassumerne anche dell’altro con una ricaduta di indotto valutabile in un paio di migliaia di persone». Situazione non ripronibile con la Lucchini che con 1100 milioni di debiti è in mano alle banche e ha messo tutti gli stabilimenti in vendita per cui le prospettive per Trieste appaionoancora più incerte. Sel al proposito ritiene che qualora la posizione del ministro Clini fosse confermata, il governo si assumerebbe la responsabilità di rendere impraticabile una operazione di bonifica (per la quale è stata fatta un’approssimativa stima di spesa di 200 milioni), risanamento e nuovo sviluppo di una area che per Trieste ha la stessa importanza di Cornigliano a Genova, e di Bagnoli Napoli, «Da una parte - sostiene Sinistra ecologia e libertà - Clini nega l’intervento di risorse pubbliche, ma “butta là” l’idea di cominciare interventi di bonifica a partire dall’area demaniale (al di là degli aspetti tecnici, pagati da chi?), dall’altra nel ministro Passera abbiamo notato una sproporzione tra la pressione esercitata per la realizzazione del rigassificatore a Zaule (che noi rifiutiamo) e la scarsa attenzione rivolta alla vicenda Ferriera. Sel sostiene che «a partire dalla Regione, manca una regia istituzionale e politica forte, sulla vicenda Servola e chiede che la questione Ferriera sia definita con un’intesa interistituzionale, un “Patto per Servola,” sostenuto dal Governo nazionale, definendo le risorse finanziarie e gli strumenti della programmazione negoziata». (s.m.)
(da Il Piccolo)