I tre primi spaghetti-western diretti dal regista romano Sergio Leone e aventi per protagonista un giovane Clint Eastwood, con le colonne sonore di Ennio Morricone.
Continua la trilogia con “Per qualche dollaro in più”, secondo capolavoro della saga.
Anche esso in versione digitale restaurata dalla Cineteca di Bologna.
A partire da giovedì 31 luglio, per una settimana, spettacolo unico ogni sera alle 20 al Kinemax di Monfalcone
Dopo la prima proiezione della cosiddetta “Trilogia del dollaro” comincia, nel complesso monfalconese, la seconda settimana di spaghetti-western, con “Per qualche dollaro in più”, titolo firmato sembre da Sergio Leone, dal volto di Clint Eastwood e dalla colonna sonora di Ennio Morricone; e anche esso restaurato grazie a Cineteca di Bologna, Leone Film Group e realizzato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata.
Visto il successo di “Per un pugno di dollari”, Leone realizza il secondo episodio delle avventure del suo pistolero senza nome. Così racconta Paola Cristalli di questo imperdibile capolavoro.
Il mito era fondato. Per un pugno di dollari non era stato il primo western italiano, forse il ventesimo o il trentesimo per stesso calcolo dell’autore, ma aveva stabilito un canone: paesaggio arido e polveroso, tempi dilatati fino all’astrazione, ossessivi rintocchi di morte, villaggi messicani e bounty killers, “aforismi e ponchos”, (poche) parole come pietre roventi della sierra.
L’epopea della frontiera si corrompeva nell’allucinazione grottesca, implodeva nella commedia dell’arte, e però avrebbe detto l’autore: Per un pugno di dollari era un western e basta (non un western all’italiana, qualsiasi cosa, comunque lievemente spregiativa, ciò volesse dire), era un film sull’America, e sulla mia giovinezza nel cinema. L’anno dopo, Per qualche dollaro in più (poi campione d’incassi della stagione 1965-66) già poteva fregiarsi di seconda tavola d’un trittico, la ‘trilogia del dollaro’.
C’era ancora Clint Eastwood, smilza e ambigua figura del Bene, non più Joe-senza-nome ma il Monco: monco dunque manchevole, ed ecco allora arrivare, a sostenerne il destino, il “nerovestito e volpino” Lee Van Cleef. Insieme, per diverse ragioni, contro una degna incarnazione del Male, Gian Maria Volontè “fumatore di marijuana, assassino dostojevskiano e bandido per scelta esistenziale, profanatore di talami nuziali… il primo vero Orco delle favole leoniane” (questo cattivo si chiama El Indio, come un celebre regista messicano, che di lì a tre anni sarà cattivissimo nel Mucchio selvaggio, il western di tutte le rivoluzioni). Ritorni del rimosso sulle note d’un carillon, spettacolare resa dei conti, campi lunghissimi senza vie di fuga, cadaveri accatastati e poi via, la compagnia si scioglie, il cacciatore di taglie e il vendicatore solitario ognuno per la sua strada, fino al prossimo giro.“Per qualche dollaro in più è Per un pugno di dollari riflesso in un prisma”, è trionfo d’una già salda retorica d’autore, ed è un film sull’amicizia virile, come infiniti western classici, e come poi ogni film di Sergio Leone, fino a C’era una volta in America (devo le citazioni tra virgolette a Diego Gabutti, finissimo commentatore leoniano).
Il 4 agosto entrambi i Kinemax (di Monfalcone e Gorizia) procedono con le particolari operazioni culturali, dedicando una serata a “Carmen” di Bizet, nell’edizione che, inaugurando nel 2009 la nuova stagione del Teatro Alla Scala, fece molto discutere (la regia di Emma Dante e la direzione di Daniel Barenboim).
Dal 7 agosto l’ultimo episodio della Trilogia del Dollaro, solo a Monfalcone, sempre per una settimana: “Il buono, il brutto e il cattivo”. Insomma, ce n’è davvero per tutti!