C. Dell’Acqua - L’arrivo a Miramare dell’Imperatore Francesco Giuseppe e dell’Imperatrice Elisabetta (Sisi) in visita al ritorno da Corfù nel 1861
C’è una Trieste silenziosa e laboriosa che ama profondamente le radici del passato, quando i fasti dell’Impero erano all’apice, e la città prosperava di commercio , di porto e d’industria.
Le vestigia del passato sono lì, a testimoniare la sua grandezza, ma oggi assomigliano sinistramente ad un mausoleo tombale. Passando dai relitti del porto vecchio, si può immaginare quanto ferveva un tempo l’attività in quel luogo abbandonato. Nel tardo Medioevo la vicinanza concorrenziale della potente Repubblica di Venezia influì notevolmente sulle vicende storiche ed economiche di Trieste, che manifestava il suo spirito indipendente ribellandosi all’egemonia marittima impostale dalla Serenissima con gravosi tributi per il libero commercio e navigazione sul mare Adriatico. La tensione sfociò in un lungo assedio e successiva occupazione di Trieste da parte dei veneziani, avvenuta nel 1368 e durata per lunghi dodici anni, fino a quando la Casa d’Austria intervenne in aiuto alla città per liberarla dalla odiata dominazione. Trieste stessa si era rivolta all’Austria, facendo atto di dedizione (1382) e legandosi così alle sorti dell’Impero sino alla fine della Prima Guerra Mondiale.
Nel quadro programmatico ideato dall’imperatore d’Austria Carlo VI, che vedeva il futuro del suo regno basato su di un’economia mercantile, Trieste fu prescelta quale primario sbocco sull’Adriatico e punto nevralgico di scambi marittimi con il vicino Oriente. La politica illuminata dell’imperatore portò alla proclamazione del Portofranco, avvenuta nel 1719 e celebrata con solenne visita del regnante alla città. Tale provvedimento significava per i mercanti una vantaggiosa opportunità economica; non dovendo assoggettarsi a dazi e tasse il prezzo delle merci diveniva concorrenziale e permetteva rapidi e consistenti guadagni.
C. Dell’Acqua - La proclamazione del Portofranco di Trieste (olio su tela, 1855)
Per far fronte all’arrivo di centinaia di navi e alla consistente immigrazione di genti, provenienti da tutte le parti del mondo, si costruì un’adeguata struttura portuale e si realizzò una nuova città nell’area interrata delle saline, ormai in disuso.
Trieste subì tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800 tre occupazioni francesi e ritornò nel 1813 sotto l’Austria; il secolo XIX vide la città protagonista di una forte ripresa economica, coinvolta attivamente nella vita culturale e politica di tutta l’Europa. Una politica tollerante creò un clima di libertà tanto che la città potè offrire asilo alle corti dei Bonaparte e dei Borboni di Spagna. Un esempio, all’epoca, per tutto il mondo occidentale; una città prospera, libera e pulita che si trovava avanti anni luce rispetto a tutto il resto.