Messi elegantemente alla porta, verso la pensione anticipata. Per contenere la spesa e favorire il turnover, l’amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia si avvarrà della facoltà di risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro e di pensionare il personale, dirigenziale o meno, al raggiungimento dell’anzianità massima di servizio. Lo rende noto l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Paolo Panontin, dopo che l’esecutivo ha approvato la delibera che definisce i principi e le regole in base alle quali si provvederà al pensionamento anticipato dei dipendenti regionali. Comunque, il compimento del 65 anni di età rappresenta il limite massimo per la cessazione del servizio. “Riteniamo di poter ridurre di circa 400 unità (il 15% del totale) il personale della Regione, creando da un lato la possibilità di avviare una riorganizzazione finalizzata alla riduzione della spesa e dall’altro l’opportunità di un inserimento che consenta ai giovani di mettersi in gioco nel rinnovamento della macchina regionale”, spiega Panontin. Il risparmio per la Regione sarà di circa 3,4 milioni di euro per il solo 2014 e di 22 milioni di euro circa da qui al 2018. Per quanto riguarda i direttori di servizio o di staff, la messa a riposo scatterà al maturare dei requisiti contibutivi utili alla pensione anticipata (da 42 anni e 6 mesi a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e da 41 anni e 6 mesi a 41 anni e 10 mesi per le donne) nel corso del quadriennio 2014-2018. Le disposizioni sono valide anche per i dipendenti con contratto a tempo determinato. Chi abbia meno di 62 anni e maturi, entro il dicembre 2017 una anzianità contributiva non derivante esclusivamente dalla prestazione di lavoro, potrà restare in servizio al pari dei dipendenti che usufruiscano di deroghe concesse dall’amministrazione regionale nel suo interesse.