Del magnifico successo dei “Carmina Burana” di Carl Orff che ieri sera hanno visto una gremitissima Piazza Unità applaudire a lungo l’esecuzione proposta dal Festival di Lubiana si è già detto nella nota dd. 1/7. L’avvenimento consolida l’amichevole e proficua collaborazione già instaurata fra la Fondazione Lirica Teatro “Giuseppe Verdi” di Trieste con il Lubiana Festival ed il Concerto d’apertura del suo 62° Festival, in anteprima a Trieste, rappresenta il significativo legame che unisce le due città. Il Lubiana Festival si pone come una delle fra le più interessanti realtà musicali a livello europeo ed internazionale. Nei suoi 61 anni di storia ha ospitato numerosissimi artisti di calibro mondiale di cui, fra i direttori d’orchestra, si ricordano Riccardo Muti, Zubin Metha e Mstislav Rostropovich (soltanto per citarne qualcuno). Jose Carreras e Leo Nucci fra i solisti nonchè orchestre e Compagnie di danza di chiara fama. I Carmina Burana (”Carmina burana: Cantiones profanae cantoribus et choris cantandae, comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis” ) appartengono al trittico teatrale “Trionfi” , composto da Carl Orff, che comprende anche i “Catulli Carmina” ed il “Trionfo di Afrodite”. I Carmina si basano su di una raccolta di 24 componimenti poetici medievali reperita nella Bura di San Benedetto (Benediktbeuern), in Alta Baviera ed i cui testi sono perlopiù in latino ad eccezione di un brano in alto tedesco medio ed uno in provenzale. L’opera è strutturata in un prologo, cinque parti ed un finale (che ripete la prima sezione del prologo). La sua imponente musicalità è stata magnificamente resa dalla Slovenian Philharmonic Orchestra, dall’Orchestra e Coro della SNT Opera e Ballet di Ljubljana, dallo Slovenia Chamber Chor, dall’Academic Choir Ivan Goran Kovačić e dal Coro del National Theatre di Sarajevo. Il M° Uros Lajovic ha impresso una concertazione e direzione rigorosa calibrando con grande efficacia ogni tonalità della complessa partitura, evidenziandone sfumature, fraseggi, ritmi ed repentine accentuazioni drammatiche. Tempi e colori equilibrati, ottima la valorizzazione degli strumenti obbligati che caratterizzano il canto in alcuni passi: dai flauti, ai timpani, al triangolo, alle nacchere, allo xilofono, soltanto per citarne i più specifici. Un continuo crescendo emozionale ed armonico che ha portato l’esecuzione ad ottimi livelli espressivi, sottolineando con maestria ogni tonalità dello spartito. Straordinario l’impeto nel crescendo inziale di “O fortuna” e nel canto “In taberna quando sumus”. Alla possente compagine orchestrale si sono magnificamente sposate le voci dei cori e dei tre solisti. Voci maschili e femminili si sono magicamente fuse in una coralità armonica di colori e sfumature di notevole spessore rendendo emozionante e prezioso l’ascolto. Uno straordinario dialogo con l’orchestra dove, a più riprese, si sono levate le voci degli archi, dei fiati e delle percussioni. Il soprano Aida Čorbadžić ha infuso ai filati coloriture e dolcezza di accenti per spaziare poi in un ampio registro vocale con piena padronanza degli acuti. Il tenore Marko Cvetko ha reso il verbo con forza interpretativa ed ottimo dominio del fraseggio in un crescendo di voce generosa e calda. Il baritono Ivo Yordanov ha delineato i suoi brani con toni sicuri e notevole espansione vocale. Voce rotonda e ricca di colori, l’accento veemente ed una scansione perfetta nell’articolazione della parola, ci ha offerto un’intensa ed incisiva interpretazione. Suggestivo e scenografico il finale che ha visto accendersi di rosso il soppalco a sottolineare la straordinaria coralità di “Fortuna imperatrix mundi” che riprende il brano iniziale “O fortuna”. Scroscianti, prolungati applausi a sottolineare la preziosità dell’esecuzione.
MARIA LUISA RUNTI
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