Un vasta organizzazione sta dislocando sul territorio triestino un esercito di emarginati allo scopo di raccogliere le elemosine della gente, facendo leva sulla compassione. Il racket, molto attivo nel Nord Est, continua il reclutamento di chi si trova nello stato di disagio sociale. In realtà, chi beneficia dell’obolo sono gli organizzatori, di norma squadre malavitose che studiano per bene il percorso della gente. E’ facile trovare il questuante vicino agli sportelli del bancomat, oppure nei pressi dei supermercati (da non confondere con gli africani che rendono invece un servizio utile all’ingresso dei punti vendita).
I questuanti invece si adoperano nell’elemosina secondo un copione prestabilito, presumibilmente agli ordini di una regia che assegna i punti chiave della città e riscuote gli incassi a fine giornata. Queste persone, spesso fermate e identificate, sono originarie dell’Est europeo, nella maggior parte dei casi romene, mentre quelle con evidenti menomazioni fisiche provengono dalle zone di guerra dell’ex Jugoslavia. Elargire l’obolo a queste persone non significa aiutarle, ma finanziare le organizzazioni malavitose che campano alle loro spalle. Meglio quindi fornire loro del cibo o degli abiti di cui potranno usufruire immediatamente.