Trieste sperava di accogliere tutte quelle navi da crociera che a Venezia causano eccessivo ingombro. Il Tar del Veneto ha spento per il momento questa speranza: finché non ci sarà un canale di accesso alternativo, il porto di Venezia potrà continuare ad ospitare le grandi navi da crociera attraverso gli accessi tradizionali. Il Tar accoglie quindi la richiesta di sospensione – avanzata da Venezia Terminal Passeggeri (Vtp), una decina di imprese portuali e dal Comitato Cruise Venice - del decreto interministeriale del 15 ottobre che vietava il transito nel canale di San Marco e Giudecca a navi da crociera superiori alle 96mila tonnellate. A questo si aggiunge la sospensione del provvedimento della Capitaneria (sempre su indicazione del decreto interministeriale) che imponeva una riduzione del traffico di questo tipo del 12,5% entro l’anno.
Tutto sospeso fino al 13 giugno, quando il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto si pronuncerà sul caso. Fino ad allora, ripristino della normalità. «Le misure impugnate (dal decreto interministeriale ndr) sono in contrasto con il principio di gradualità stabilito dal decreto Clini Passera, che prevede l’interdizione del traffico dall’effettiva disponibilità di una via alternativa» sintetizza Vtp. «Sapevamo che l’ordinanza della Capitaneria era illegittima» commenta il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni.
Vincono i “comitati” dei sì alle grandi navi quindi, ma in ogni caso il problema resta la via d’accesso alternativa, che volente o nolente deve essere trovata prima o poi. San Marco e Giudecca saranno destinati a diventare canali di transito per navi “normali”. Un fatto ineluttabile di cui l’Authority è consapevole: «La decisione del Tar non può né deve distrarci dal realizzare entro il 2016 la via d’acqua alternativa per raggiungere la Marittima».
C’è la possibilità che il verdetto del Tar non sia neanche necessario. Nello stesso periodo scadrà infatti il periodo di 120 giorni - partito a fine febbraio - che il governo si è dato per trovare una soluzione definitiva alle vie d’accesso alternative a San Marco e Giudecca. (fonte: informazionimarittime)