Ad un anno dall’istituzione del collegamento tra il porto di Vasto e quello di Trieste per il servizio feeder per la spedizione dei container, operatori marittimi, spedizionieri e le aziende del territorio, si sono incontrate per tracciare un primo bilancio e gettare le basi per lo sviluppo futuro.
La riunione si è svolta nella sede Confindustria di Mozzagrogna e ha visto l’intervento di Paolo Primavera, presidente di Confindustria Chieti, Silvio Di Lorenzo, presidente della Camera di Commercio di Chieti, Marco Zollia e Diego Stinco della Trieste Marine Terminal, e Enrico Cau della Compagnia di navigazione Maersk.
I numeri illustrati dai rappresentati della Trieste Marine Terminal hanno confermato la garanzia di affidabilità del servizio svolto in questo primo anno di attività. Nei quaranta collegamenti effettuati, tra Vasto e Trieste, sono stati trasportati oltre duemila container.
In questo periodo di prova è stato sviluppato un traffico di circa 1.700 Teu per un valore di merce fatturata in export/import di circa 5.100.000 euro, oltre a un fatturato di servizi portuali di circa 500.000 euro (rimorchio, pilota , agenzie, imprese portuale, trasportatori).
Il traffico raggiunge (tramite le navi madre che partono da Trieste) Egitto, Libano, Turchia, Bulgaria, Russia, Arabia, Emirati, India, Pakistan, Sri Lanka ma anche Cina, Tailandia, Giappone.
Con un alto tasso di qualità del servizio offerto, che si è fatto apprezzare per la puntualità garantita al traffico, che ha sempre raggiunto la nave madre in partenza per i porti di destinazione.
«Il porto di Vasto è diventato un pezzo della nostra banchina –ha commentato Marco Zollia responsabile marketing della Trieste Marine Terminal – e oltre al servizio offerto alle aziende, mi piace sottolineare i benefici ambientali che sono stati conseguiti, evitando il transito di oltre mille camion sulla lunga distanza, per un totale di 270mila chilometri stradali di percorrenza evitata. Per non parlare delle minori emissioni in atmosfera, con oltre 200mila chilogrammi di C02 e una sensibile riduzione di particolato e ossido di azoto. Ci sono poi – ha proseguito – ricadute dirette sul territorio con la possibilità per lo scalo di Vasto di accrescere la sua azione attraverso una nuova tipologia di traffico con il conseguente utilizzo e sviluppo di attività portuali. Ai minori costi di trasporto si è associato un maggiore introito per le tasse portuali e i diritti doganali riscossi. Ma la cosa che più conta è che la merce del territorio, fa scalo nel porto del territorio, con indubbi vantaggi per le aziende e una maggiore flessibilità nella logistica. Nel prossimo anno, oltre a consolidare il servizio, cercheremo in tutti i modi di favorire un incremento del traffico export, anche puntando su connessioni intermodali con alcune nazioni del Nord e dell’Est Europa».
Particolarmente significativo il concetto espresso da Diego Stinco, della Trieste Marine Terminal: «Sarebbe riduttivo definire il servizio di collegamento tra Vasto e Trieste un semplice servizio feeder. Per le modalità di svolgimento e per la flessibilità con cui riusciamo a garantire la connessione tra i vari porti, sarebbe più giusto definirlo un servizio shuttle. In alcuni casi, le nostre navi riescono ad assecondare anche richieste dell’ultima ora e, magari, attendere l’arrivo di container, oltre alla possibilità di avere servizi dedicati».
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