Un veglione di Capodanno senza morti e feriti gravi a Trieste: il 2014 inizia sotto i migliori auspici, almeno dal punto di vista “dinamitardo”. Dal versante “alcool” invece, la situazione non è molto diversa da quella degli ultimi anni. I minori sono i più colpiti dalle crisi di etilismo acuto, una situazione creata dall’abuso di bevande alcoliche e in particolare superalcoliche.
I sintomi di un soggetto in crisi acuta sono tipici e noti:
- odore alcolico del respiro, associato a manifestazioni a carico del sistema nervoso centrale;
- iniziale stato di esaltazione, con rossore al viso, occhi lucidi, polso e respiro aumentati di frequenza, perdita dei freni inibitori, logorrea, agitazione psicomotoria, nausea e vomito;
- alla fase di esaltazione segue uno stadio di depressione, con atassia, balbettio, fusione binoculare, ipotermia, paralisi respiratoria, e nei casi più gravi di coma.
In questi casi è meglio chiedere l’intervento del personale specializzato, o di rivolgersi al pronto soccorso. Sicuramente la cosa più importante da fare è impedire che l’ubriaco possa fare del male a se stesso e agli altri.
Alcune informazioni sono essenziali:
- che tipo di bevande alcoliche sono state assunte;
- se l’assunzione di bevande è avvenuta a stomaco vuoto o pieno;
- se il paziente soffre di malattie epatiche o metaboliche;
- se ha assunto anche farmaci o droghe.
Se le funzioni vitali della persona ubriaca sono ben conservate, la cosa migliore consiste nel tenere il paziente sotto osservazione, evitando di fargli mangiare cose zuccherate (aumentano la gradazione alcolica), ed eventualmente facendogli mangiare qualcosa di leggero e tenendolo al caldo. Può essere utile nella fase iniziale, anche una puntura intramuscolo di glutatione ridotto e di metadoxina.
Nella fase di esaltazione, qualche goccia per bocca di tranquillanti o sedativi (diazepam) può essere utile per evitare che il soggetto causi o si causi delle lesioni.
Capodanno, veglione, Festa, botti, alcolismo