In Fvg sono circa 75mila i lavoratori interessati dalla crisi, tra disoccupazione (41mila), cassa integrazione (15mila) e mobilita’ (18mila). I dati sono emersi ieri a Udine nel corso del consiglio generale della Cisl, presenti il segretario Fvg, Giovanni Fania, e l’esponente nazionale Anna Maria Furlan. A soffrire di piu’, accanto a Pordenone - precisa un comunicato - risulta la provincia di Udine, che non solo copre la maggior parte delle ore di cig, ma segna la flessione piu’ netta anche sul fronte dell’export, con un -4,9% nei primi nove mesi dell’anno, che va a sommarsi al calo antecedente. Dal 2008 si parla, infatti, di una perdita pari al 16% per quanto riguarda il Fvg nel suo complesso e del 18% per la sola provincia di Udine. Tradotto in numeri assoluti, significa che si devono recuperare 3,2 miliardi, di cui 1,7 appunto sul territorio friulano. Per il sindacato la ricetta per uscire da questa crisi e’ articolata in una serie di proposte: politiche industriali efficaci a cui farebbe bene un assessorato dedicato; un osservatorio delle imprese, per tarare le scelte politiche; una seria revisione delle partecipate regionali; maggiore spazio alla ricerca e infine politiche del lavoro sia a sostegno dei 40/50enni rimasti senza lavoro sia a sostegno dell’imprenditorialita’ giovanile.
“Quello che dobbiamo chiederci - afferma Fania - e’ che cosa vogliamo che questa regione diventi”. Sicuramente “dobbiamo sfruttare meglio le molte eccellenze esistenti (cosi’ alcuni settori del manifatturiero, ma anche il terziario e l’agroalimentare) e ripensare in termini nuovi e propositivi alla specialita’, che in passato ci ha concesso molto e che puo’ tornare ad essere uno strumento prezioso”. (AGI)
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