Wirtschaftswunder, il miracolo economico che ha caratterizzato la storia contemporanea della Germania e in genere dell’area tedesca (compresa l’Austria) inizia dai primi anni ‘50, avendo il suo prodromo alla fine del decennio precedente quando, subito dopo la conclusione del Secondo conflitto mondiale, il popolo tedesco dovette avviare la ricostruzione. Questo romanzo di Nidia Robba è ambientato nel contesto storico, sociale, culturale, tra il 1943 e i primi del dopoguerra. Attraverso i personaggi protagonisti e laterali ne descrive scenari e atteggiamenti, sottolineando, in particolare nella persona del co-protagonista - Peter -, la volontà della Germania di risorgere. Una ricostruzione nazionale nella accezione più ampia, sia delle città sia della entità statale, per la seconda volta in poco più di venti anni sottoposta agli effetti di guerre e condizioni imposte.
Nella descrizione di quanto trovato a Hildesheim, in Bassa Sassonia, e prima in Baviera, l’autrice riporta il lettore alla drammaticità della rappresentazione, come ha saputo fare il cinema neorealista italiano, che ebbe la sua affermazione negli stessi anni in cui si svolge l’avventura della protagonista, Marlia. Il riferimento consequenziale è Germania anno zero, di Roberto Rossellini, che, con questo film, decise di portare agli spettatori italiani le immagini della Germania del 1947, evidenziando la similitudine tra la sua condizione e quella dell’Italia, oltre alla volontà di entrambi di ricostruire.
Sia per l’Italia sia per la Germania, il primo traguardo raggiunto sarà la partecipazione alla fondazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, nel 1951 - prima istituzione sovranazionale europea - che aprirà la strada alla successiva Comunità economica europea, nel 1957, poi diventata Unione Europea. Da ricordare un’altra data che nell’immaginario popolare ha rappresentato una conferma ulteriore del ritorno della Germania sulla scena internazionale. Il 7 luglio 1954, in Svizzera, la nazionale di calcio della Germania Ovest vince la Coppa del Mondo superando in finale l’Ungheria per 3-2, recuperando due gol di svantaggio alla superpotenza calcistica magiara. Questa impresa passerà alla storia e sarà definita “il miracolo di Berna”; nel 2003 ne è stato tratto un film.
Come caratteristica nella produzione narrativa di Nidia Robba, anche questo romanzo è una occasione per il lettore di viaggiare attraverso varie località, con indicazioni artistiche e specificità culturali. Da Firenze a Trieste e poi Venezia, il Garda, l’Umbria. E il viaggio in Germania, passando da Monaco di Baviera. Di Trieste, l’autrice descrive i giorni difficili e drammatici tra la fine del 1943 e la conclusione della guerra e poi quelli successivi del ritorno alla voglia di vivere, seppure per la Città gli effetti di quanto accaduto, più ancora che in altre parti d’Italia, si protrarranno per un altro decennio.
I personaggi, anche quelli non protagonisti, sono descritti in modo da far trasparire il loro carattere. L’autrice soprattutto, oltre a seguire i protagonisti, riesce in varie parti del romanzo ad avviare, e a concludere, vicende laterali ma altrettanto importanti perché completano la struttura narrativa. Così ad esempio l’evoluzione del rapporto di amicizia tra Marlia e Aura. Anche qui, come nel romanzo Lo Schiaffo, ambientato fra Trieste e Graz negli anni del Primo conflitto mondiale, Nidia Robba contestualizza il periodo con accenni storici e riferimenti alla quotidianità: dal modo di agire dei personaggi fino alla gastronomia. Da notare inoltre la scelta sorprendente - chissà se per volontà o per coincidenza - dei luoghi di origine di Peter e di Marlia. Il primo dalla Slesia, la seconda da Trieste. Dopo la fine della guerra, sia la Slesia sia Trieste sono state interessate, insieme ad altri territori, alla ridefinizione dei confini che, per quanto riguarda la Slesia, fu stabilita durante la Conferenza di Potsdam nell’estate del 1945.
La passione e l’ammirazione di Nidia Robba per la Germania, così come per l’Austria, sono talmente profonde e naturali da poter essere considerate una componente determinante anche nell’avvio della sua, già ora considerevole, produzione narrativa. Il primo romanzo, Il sortilegio della città rosa, è infatti in gran parte ambientato nella Germania degli anni ‘60, con una parte rilevante nella città di Heidelberg, nel Baden-Württemberg. Dalla parte del perdente può allora considerarsi complementare a Il sortilegio della città rosa e i due romanzi possono leggersi in sequenza. Così il lettore può idealmente passare dal viaggio compiuto da Marlia a quello di Myriam, anche lei triestina, protagonista de Il sortilegio della città rosa, che in modo simbolico omaggia il fiume Neckar.
In coincidenza con il duecentesimo anniversario dalla nascita di Richard Wagner e nell’anno delle nuove elezioni legislative federali, questo nuovo romanzo di Nidia Robba è un omaggio alla Germania e al suo popolo, per la tenacia e la volontà di raggiungere nuovi traguardi e per la saldezza dei principi, a fondamento di una moderna ed esemplare Repubblica Europea.
libro, Nidia Robba