Si è conclusa felicemente la prima spedizione speleologica italiana in Cambogia. Sono, infatti, rientrati ieri in Italia, all’aereoporto della Malpensa, i componenti della spedizione denominata “International Speleological Project to Cambodia 2013”, che si è conclusa con un più che lusinghiero risultato sotto il profilo esplorativo. La spedizione organizzata dal Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” in occasione del suo 35° anno di fondazione, come si ricorderà era partita da Gorizia il 9 novembre. Dopo aver preso contatto con l’università della capitale cambogiana e con il Console onorario italiano, i membri della spedizione hanno raggiunto la zona d’esplorazione, a circa 180 Km a sud di Phnom Penh, dove hanno raggiunto il paese di Kep, base delle operazioni, qui poi si sono spinti sulle montagne verso l’interno. Le operazioni di ricerca di nuove cavità, fin da subito, sono state ostacolate dalla fitta vegetazione della foresta, per fortuna il lavoro è stato agevolato da alcuni abitanti del posto che si sono offerti per aprire dei sentieri e agevolando così l’avvicinamento ad alcune grotte. Il fenomeno carsico riscontrato in questa prima fase della spedizione è risultato veramente rilevante, esso è costituito da grandi caverne e pozzi. Spesso all’interno delle cavità si sono trovati dei simboli religiosi e altari dedicati a Budda, i monaci che presidiavano questi luoghi sacri sono sempre stati gentilissimi e interessati alle ricerche della spedizione. In alcuni casi sono state trovate, all’interno delle cavità più grandi, tracce della presenza dei Khmer Rossi visto che queste venivano usate dall’esercito Khmer in fuga. Nel corso delle esplorazioni è stata trovata anche una grande caverna che, con ogni probabilità, era stata abitata in epoca preistorica visto che all’interno sono state trovate tracce della presenza dell’uomo. Dopo alcuni sondaggi, infatti, sono venuti alla luce alcuni cocci di terracotta grezza e altri manufatti attribuibili ad una cultura antica, questi al momento sono stati fotografati e in seguito verranno inviati all’università di Phnom Penh per una loro classificazione. La segnalazione della presenza di un fenomeno carsico così esteso ed importante è senz’altro il maggior risultato ottenuto dalla spedizione goriziana, che ricordiamolo si è avvalsa della collaborazione del Gruppo Grotte Novara sez. del C.A.I. e del Gruppo Speleologico Carnico sez. del C.A.I. di Tolmezzo. Tutte le grotte sono state rilevate topograficamente e il loro ingresso è stato posizionato con strumentazione GPS per poterlo individuare sulle mappe che purtroppo per questa zona non erano molto dettagliate. Il risultato ottenuto dalla spedizione speleologica va considerato nel contesto della speleologia nazionale e non solo, visto che la Cambogia non era molto conosciuta sotto questo profilo. Si ricorda, infatti, che in questo Paese è stata fatta un’unica esplorazione speleologica nel lontano 1995 da parte del gruppo tedesco dello Speläoclub Berlin che peraltro esplorò l’area di Batambang sitata a 500 Km più a nord. La provincia di Kampot dove si trova il paese di Kep era stata volutamente trascurata perché all’epoca i campi minati costituivano e costituiscono ancora oggi un serio pericolo. Dunque, questo primo approccio, costituisce un importante passo avanti per le esplorazioni future, che a sentire i componenti della spedizione, son già pronti ad intraprendere nel 2015, nel frattempo continueranno i rapporti di interscambio con l’università di Phnom Penh. Non appena si concluderanno le necessarie elaborazioni dei dati raccolti essi saranno presentati attraverso un filmato ed un dibattito pubblico presumibilmente entro il gennaio del 2014. Hanno preso parte alla spedizione: Maurizio Tavagnutti, Ivan Castellan, Antonino Torre del C.R.C. “C. Seppenhofer” di Gorizia; Giandomenico Cella, Vittoria De Regibus del Gruppo Grotte Novara sez. C.A.I.; Claudio Schiavon del G.S. Carnico sez. C.A.I. Tolmezzo.
NB: nella foto 4 il gruppo assieme al Console italiano (al centro) a Phnom Penh e la presidente del Fogolar Furlan di Siangai.
Nella foto 5 la consegna del sigillo di Gorizia al rettore dell’università di Phnom Penh.