Concentrazione, sorrisi e tante pacche sulle spalle: un inizio migliore non poteva certo esserci per il centinaio di partecipanti protagonisti nella 1a giornata dell’ “American Bowl Camp“.
Per molti versi è sembrato quasi una sorta di primo giorno di scuola: c’è stata tanta curiosità nel vedere all’opera il massiccio gruppo di coach che arricchisce l’evento, ma soprattutto subuti tantissima determinazione nel voler svettare e regalarsi la soddisfazione di un “Great job!” urlato a squarciagola da uno dei campioni presenti sul manto verde del “Grezar”: Montana, Haines, Rogers, Gayle, Joyce, Longhi, Trabado e Iori hanno subito fatto centro, “spremendo” per bene il manipolo di giovani accorsi all’evento.
Poca vera parte teorica in classe nel Day 1 del Camp, a vantaggio del tanto sudore da spendere sotto un sole che ha baciato con veemenza l’impianto di Valmaura. La trentina abbondante di gradi centigradi non ha però assolutamente spento l’entusiasmo dei protagonisti: una sessione di allenamento divisa in tre tranches è stato il modo migliore di iniziare la tre-giorni triestina, partendo dal presupposto (come raccontatoci da coach Giorgio Longhi) che l’esordio al Camp non può essere troppo duro sotto il profilo atletico, soprattutto per non affaticare gli atleti. Quasi 3 ore di esercizi per affinare la tecnica, suddivisi in base al ruolo dei singoli partecipanti e dallo spot (offensivo o difensivo) normalmente ricoperto in campo: tante curiosità viste al “Grezar”, tra cui quella di vedere i ricevitori che si allenano ad agguantare al volo anche una pallina da tennis…
Parecchi test dunque per provare le potenzialità dei singoli, riversando poi il tutto in giochi uno-contro-uno che permettono di affinare il feeling con i compagni di squadra: una strada quasi obbligata per oliare gli ingranaggi in vista dei prossimi due giorni, dove si farà ancor più sul serio. Il divertimento dell’ “American Bowl Camp” è davvero solo all’inizio.