- Una realtà al servizio del cittadino che è stata ritenuta “eccellente” sia dal Ministero della Salute che da quello dell’Università, che ha definito il corso di laurea in Odontoiatria di Trieste un modello da prendere come riferimento. Entusiasta da molti anni delle mie personali esperienze presso la struttura, ho voluto incontrare il Prof. Roberto Di Lenarda, Direttore del Dipartimento Universitario Clinico di Scienze mediche, chirurgiche e della salute e Responsabile della U.C.O., per approfondire le specifiche branche del servizio e come queste vengono offerte e proposte alla cittadinanza.
Ci tengo a sottolineare che il paziente viene regolarmente accolto con un sorriso, fatto accomodare nel box del riunito dove avverranno le cure e seguito con costante gentilezza ed attenzione. A volte mi sono quasi commossa nel vedere quanto amore, dedizione ed impegno profondano nel loro lavoro i giovanissimi medici e gli specializzandi che si prodigano per metterlo a suo agio e per assisterlo e curarlo al meglio. Ci si sente “esseri umani” e non “numeri”, come avviene in moltissime altre strutture assistenziali, c’è un grande rispetto per la sofferenza. Questi giovani riescono a trasmettere sicurezza anche ai più “recalcitranti”, a quelli che vedono in trapano e pinze dei “nemici potenziali”!
A che punto del percorso di studi questi giovani iniziano a frequentare gli ambulatori e di conseguenza ad avere contatto con i pazienti?
Abbiamo ragazzi iscritti a diversi corsi: a quello di laurea magistrale in odontoiatria e protesi dentaria ed a quello di igiene dentale, inoltre gli specializzandi in chirurgia odontostomatologica ed in ortognatodonzia. Questi ultimi sono già laureati e stanno compiendo appunto un ulteriore percorso di specializzazione, pertanto già dal primo giorno in cui iniziano a frequentare possono operare sul paziente. A tutti gli effetti sono dei professionisti che possono lavorare e frequentano la struttura, dopo aver superato un esame selettivo molto severo, con la possibilità di compiere ulteriori tre anni di approfondimento specifico nei rami della chirurgia o della ortodonzia.
Un po’ quella che era la scuola di specializzazione con il vecchio ordinamento?
La vecchia scuola di specializzazione è equiparata al corso di laurea in odontoiatria, cioè il “vecchio” laureato in medicina, specialista in odontostomatologia, ha una formazione che è equivalente a quella di un laureato in odontoiatria.
Gli studenti in igiene dentale e quelli in odontoiatria invece hanno un percorso formativo teorico specifico superato il quale intraprendono un’attività di tirocinio preclinico sul simulatore. Superato questo stadio iniziano l’assistenza alla poltrona per osservare i loro colleghi mentre lavorano. Quando hanno affrontato con successo tutte queste fasi iniziano l’attività clinica sul paziente.
Coloro che effettuano le otturazioni sono già specializzati?
Sono studenti ancora iscritti al corso di laurea ma che hanno già sostenuto l’esame teorico corrispondente, hanno superato le esercitazioni precliniche e la fase di supporto alla poltrona e perciò sono ritenuti idonei per svolgere attività sul paziente.
Qual è la prima tappa?
E’ quella di imparare ad allestire la sterilizzazione e la gestione dello strumentario, dopodiché iniziano con l’igiene e la prevenzione seguite dalla conservativa. Anche le otturazioni hanno un loro percorso di crescita, da quelle più semplici a quelle più complesse.
La cura canalare invece da chi viene affrontata?
Da uno studente che abbia già dimostrato di saper eseguire la conservativa, che abbia superato l’esame di endodonzia e dimostrato sul simulatore di essere in grado di gestire la situazione in modo corretto. Sempre e comunque essi agiscono dapprima sul simulatore, per un numero di volte che è strettamente dipendente alle loro capacità, onde avere la certezza che chi si attiva sul paziente abbia un livello di competenza adeguato.
Voi offrite tutta una serie di servizi che vanno dall’igiene dentale, alle otturazioni, alle estrazioni, alle cure canalari…
Alla conservativa, alla chirurgia oro-dento-parodentale, alla protesi, alla pedodonzia (cura dei bambini). Da quasi cinque anni è attivo il servizio di ortodonzia; sono inoltre in forza il servizio di implantologia e di chirurgia preimplantare; l’attività di traumatologia e di gestione dei pazienti con patologie sistemiche, come cardiopatici, diabetici e neoplastici. Un altro servizio che funziona molto bene è quello di medicina e patologia orale. Segue tutte le patologie delle mucose orali (malattie autoimmunitarie, neoplastiche, carcinoma orale). I pazienti con neoplasie del cavo orale vengono da noi assistiti dall’inizio alla fine delle terapie e, grazie al servizio di protesi, riabilitati dopo gli eventuali interventi chirurgici.
Tutti questi servizi vengono supportati dall’Azienda Sanitaria con pagamento di ticket o meno, a seconda della situazione economica del paziente?
Sì, salvo, come prevede la legge, l’attività protesica in cui il paziente deve farsi carico del puro costo del manufatto e ad eccezione della ortodonzia e della implantologia, dove si parla di progetti autofinanziati a costo zero per l’azienda, che noi effettuiamo al di fuori dell’orario di servizio ed in cui il pagamento a prezzi calmierati dei non esenti permette di offrire le stesse prestazioni a prezzi calmierati o, in certi casi del tutto gratuitamente, ai pazienti vulnerabili per motivi sanitari e/o sociali.
Pagamento in toto o parziale?
Per la protesi dei pazienti oncologici si parla solo dei costi puri del laboratorio. Per l’ortodonzia e l’implantologia si tratta di costi paragonabili a quelli libero-professionali, ridotti di un 20-30%. Questo fa sì che possiamo mettere a disposizione la stessa prestazione a tariffe calmierate o, in alcuni casi in cui la patologia è molto grave da un lato ed il paziente in pesanti difficoltà economiche dall’altro, siamo in grado di offrire una totale gratuità.
L’unico neo sono i tempi di attesa, purtroppo abbastanza lunghi…
Tanto più lavoriamo, tanto più la gente sa che può rivolgersi alla nostra struttura e perciò i tempi d’attesa aumentano. Complice anche la crisi economica. Sta di fatto che la nostra offerta assistenziale è limitata al numero di poltrone e di personale che abbiamo a disposizione. Dal 2000 abbiamo comunque quadruplicato le prestazioni, ulteriori aumenti non possono prescindere da un ampliamento della pianta organica del reparto e richiederebbero, pertanto una forte volontà “politica”. C’è, purtroppo, un problema che riguarda le prime visite poichè da parte dell’utenza vi è spesso un comportamento, secondo me, quasi scandaloso. Circa un 35% di persone infatti prenotano la visita, non si presentano e non avvertono per disdire. Per evitare di sottoutilizzare il sistema aumentiamo il numero di visite a disposizione ma ciò porta al fatto che, in alcuni momenti, i pazienti debbano attendere non essendoci un orario prefissato.
Come si può ovviare a questo problema?
Facendo egualmente pagare il ticket a coloro che non si presentano! Ci sono però delle resistenze da parte della Regione, cui spetta dare il permesso a tale prassi.
Perciò aumento di richiesta da parte dell’utenza dovuto sia alla crisi sia ai costi che hanno i liberi professionisti ma anche e soprattutto al livello delle prestazioni che offrite…
Certamente la qualità conta come pure gli ambienti confortevoli, le attrezzature moderne e recentemente aggiornate (i riuniti hanno al massimo sei anni di vita) fra cui tutta la radiografia in digitale. Da tre mesi abbiamo una TAC odontoiatrica, l’unica in una struttura pubblica in Regione. Abbiamo, di nuovo unici odontoiatri in Regione, un sistema per il riconoscimento precoce del carcinoma orale, possediamo tutto un campo di applicazione del laser per il trattamento delle mucositi, settore in cui siamo un punto di riferimento per il Triveneto. Tutto ciò fa si che il paziente che si rivolge a noi sa che avrà una risposta di qualità. A fronte di questo c’è anche, appunto, il fattore crisi che ha indirizzato a noi persone che un tempo non lo facevano.
In caso di urgenza si passa attraverso il Pronto Soccorso ed il problema viene risolto velocemente sia a livello di medicazione che di successiva cura, anche in tempi brevissimi. C’è il rischio che questo procedimento diventi un’escamotage per abbreviare i tempi?
Assolutamente sì! Infatti noi siamo stati costretti a garantire il trattamento per i pazienti che si sono rivolti al Pronto Soccorso solamente in relazione alla causa specifica che hanno lamentato. Un tempo, se il paziente lamentava due problemi li gestivamo entrambi, con conseguente congestione del Pronto Soccorso. Ora perciò gestiamo la sola urgenza palesata. Siamo una delle poche strutture in Italia che garantisce il trattamento, e non solo la visita, in giornata. Tre anni fa il Ministero della Salute, attraverso il CCM ci ha riconosciuto come centro capofila per lo sviluppo di un modello sostenibile di odontoiatria sociale. Sono il referente di questo progetto nazionale ed a breve presenteremo il sistema che abbiamo sviluppato e che il Ministero della Salute vuole prendere come punto di riferimento affinchè altre strutture possano copiarlo ed adottarlo.
So che avete anche delle attività assistenziali al di fuori della struttura del Maggiore…
Ad intervalli regolari andiamo a trattare i ragazzi disabili di Pordenone e fra poco inizieremo a recarci al Burlo per gestire la parte assistenziale che il Burlo non è in grado di coprire.
Nella nostra zona molti si rivolgono agli specialisti sloveni o ai grossi centri “low cost” fioriti da qualche anno anche in Regione…
Il mondo odontoiatrico è un mondo con un’offerta molto diversificata. Ci sono i viaggi “della speranza” all’estero, con risultati non sempre positivi. C’è un fiorente mercato di un’odontoiatria cosiddetta “low cost”. In questi centri vi è un po’ la perdita del rapporto medico paziente, il percorso deve sottostare ad una sorta di “catena” precostituita di tappe obbligate e può accadere che il piano terapeutico ne venga influenzato (e ciò non è positivo…). Chiaramente i costi variano a seconda del materiali e dei protocolli usati. Nel Nord Italia ve ne sono un paio che si forniscono delle protesi in India o in altri paesi “esotici”. Si può facilmente immaginare quali siano le conseguenze dal punto di vista logistico e di gestione di eventuali problemi… Non sempre, ma spesso, i margini di guadagno di questi centri sono superiori al livello della prestazione e non solo per motivi orgnizzativi. Per ciò che attiene alla Slovenia invece c’è da dire che oggi ormai la convenienza non è più quella di un tempo, ovvero pre entrata in Europa. E’ chiaro che dal punto di vista del rapporto medico-paziente è certamente meglio che l’odontoiatra sia chiaramente identificato, conosca personalmente il paziente e sia facilmente reperibile in caso di bisogno; nella terapia odontoiatrica, infatti il controllo nel tempo è altrettanto importante della qualità della prestazione in sè.
Affermava Maurice Sachs: “Alcuni medici hanno la passione della loro scienza: ne sono i poeti”.
MARIA LUISA RUNTI
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