Trieste, fino al 3 febbraio 2013
Sala Attilio Selva palazzo Gopcevich
via Rossini 4
orario: tutti i giorni 9-19 ingresso libero
Mostra dedicata alle fortune triestine di Aida, a partire dalla première del 1873, diretta da Franco Faccio
La mostra è dedicata alle fortune triestine di Aida, a partire dalla première del 1873, diretta da Franco Faccio, poco dopo le prime del Cairo (1871) e di Milano (1 872). È un’occasione per evidenziare, anche in chiave musicale, i rapporti di Trieste con l’Egitto e la partecipazione triestina all’impresa del Canale di Suez. L’esposizione si collega alla mostra Trieste Suez del Museo Revoltella, dedicata al ruolo avuto dal Barone Pasquale Revoltella in questa grande impresa che permise di modificare le rotte di navigazione dall’Europa all’Oriente. In esposizione manifesti, locandine, programmi, documenti e fotografie delle decine di allestimenti di Aida andati in scena a Trieste dal 1873 ad oggi, accanto al carteggio Verdi-Faccio in occasione delle prima triestina dell’opera, costumi teatrali e preziosi gioielli di scena. La mostra apre inoltre le porte alle manifestazioni che il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” ha in cantiere per il 2013, nella ricorrenza del secondo centenario della nascita di Giuseppe Verdi.
Tra i documenti in esposizione, spiccano quelli relativi al primo allestimento triestino dell’opera, andato in scena, con grandissimo successo, sabato 4 ottobre 1873. Ne furono protagonisti il basso Carlo De Probizzi nel ruolo del Re, la mezzosoprano Antonietta Fricci Neri Baraldi in quello di Amneris, Maddalena Mariani Masi nel ruolo del titolo, il tenore Giuseppe Capponi nei panni di Radames e Ormondo Maini in quelli di Ramfis. Francesco Pandolfini era Amonasro mentre Luigi Vistarini dava voce al Messaggero. A concertare e dirigere l’opera, il compositore e direttore d’orchestra Franco Faccio.
Questa storica première è documentata in mostra non soltanto dal manifesto originale, dai ritratti degli interpreti e dalla bacchetta che Faccio usò forse proprio in questa occasione, ma anche dalla corrispondenza intercorsa (prima, durante e dopo la messa in scena dell’opera) tra Giuseppe Verdi, Franco Faccio, la Direzione del Teatro e gli impresari teatrali appaltatori delle stagioni 1872 e 1873.
In data 6 settembre del 1873, Verdi scrive ad esempio da Parigi a Sabbatino Cittanova, presidente del Teatro Comunale di Trieste, per declinare l’invito ad assistere alla prima triestina dell’opera: «Ill.mo Sig. Presidente, per interesse artistico, credetti necessario d’assistere Aida in due o tre gran Teatri, ciò che io feci per Milano, Napoli, e Parma. In quest’ultima città, vi andai, anche in considerazione, che io son nativo della Provincia, e per conseguenza quasi Compaesano. Ora Aida è incamminata, ed io l’ho abbandonata al suo destino, augurandomi solo, che venga eseguita con cura ed intelligenza, e soprattutto secondo le mie intenzioni. Io ringrazio la Direzione Teatrale di Trieste, pel cortese invito fattomi, di assistere alla prima rappresentazione, ma oltrechè la mia presenza, allora non potrebbe recar nissun vantaggio all’esecuzione dello spartito, non è di mio gusto andare nei Teatri, col solo e semplice scopo di farmi vedere, come una curiosità […]».
Nella sezione della mostra dedicata ai costumi teatrali ed ai gioielli di scena, spiccano quelli del soprano Elena Souliotis per il personaggio di Aida e quelli del mezzosoprano triestino Fedora Barbieri per il personaggio di Amneris.
Una parte dell’esposizione è dedicata infine a frammenti di registrazioni audio e video di Aida, dalle mitiche voci di Enrico Caruso (1873-1921), Aureliano Pertile (1885-1952) e Francesco Merli (1887-1976) impresse sui dischi a 78 giri, a quelle, non meno mitiche, di Renata Tebaldi (1922-2004) e Maria Callas (1923-1977), Giulietta Simionato (1910-2010) e Fedora Barbieri (1920-2003), per arrivare alle moderne riprese in DVD dai maggiori palcoscenici del mondo.
Artefice della mostra è un gruppo di lavoro costituito da dipendenti e collaboratori del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmid”: si devono ad Annalisa Sandri la realizzazione dell’apparato storico ed iconografico, a Letizia Ciriello le ricerche iconografiche e gli interventi su costumi e gioielli, a Franca Tissi la consulenza archivistica, a Marta Finzi la collaborazione scientifica. Hanno collaborato alla realizzazione del percorso espositivo Elisabetta Buffulini, Emilio Medici e Cristina Zacchigna. Lorenzo Michelli e Marino Ierman firmano rispettivamente il progetto grafico e quello dell’allestimento. La realizzazione dell’allestimento si deve a Boris Juretic con la collaborazione di Alberto De Caro.
COM TS
Aida, Teatro, Trieste