Riceviamo la seguente lettera, che pubblichiamo per intero:
La vicenda di Padova, ha sicuramente colpito ed amareggiato tutti per quanto accaduto ad un bambino.
Le immagini proposte, in questo caso registrate da un telefonino, hanno messo però in evidenza quanto potere mediatico esse hanno.
Spesso la loro parzialità non riesce a far ben comprendere il contesto e la situazione, rischiando poi di trasmettere un messaggio completamente diverso, distorcendo la realtà creandone una ben diversa e inducendo ad esprimere dei giudizi che non possono sempre risultare obiettivi.
La vicenda appena adesso inizia a delinearsi, quella, sicuramente, di un fallimento familiare: è dovuto perfino intervenire un giudice per emettere un provvedimento da eseguire anche con l’uso della forza pubblica.
Immagini parziali, dove si vede l’azione ma non si capisce bene chi siano i protagonisti, frasi dette da chi aveva un ordine legittimo nei confronti di chi in quel momento non aveva alcun titolo nella vicenda, anzi.
Una situazione già tentata più volte, in un clima teso, dove la Polizia ha ritenuto opportuno, a garanzia di tutti, documentare con immagini registrate dalla Polizia Scientifica l’intera vicenda: a dimostrazione che la volontà da parte di chi operava era che tutto si svolgesse nei termini di legge.
Questa vicenda deve far riflettere che prima di giudicare, soprattutto situazioni così delicate, bisogna conoscere bene tutti gli elementi.
Si eviterebbero forse frettolosi commenti o, peggio ancora, scuse come nel caso di quelle del Capo della Polizia, peraltro smentite dalle dichiarazioni del Questore di Padova che ha esposto in maniera dettagliata cosa è successo quella mattina.
Giudizi e sentenze frettolosi possono screditare e mettere in pericolo gli uomini e le donne dalla Polizia di Stato, che sempre più spesso sono il capro espiatorio, la valvola di sfogo di una società alla deriva, arrabbiata e senza speranza per il futuro.
Ci sono dei casi in cui i poliziotti hanno sbagliato, sono stati condannati, hanno pagato due volte, una a livello penale ed uno a livello disciplinare.
Un’ultima riflessione:cosa avrebbe pensato una qualsiasi persona dall’altra parte del pianeta vedendo le immagini trasmesse delle devastazioni durante il G8 di Genova con magari una scritta in sovraimpressione : guerra civile in Italia!
Il Segretario Provinciale Sap
Lorenzo Tamaro