Sabato 12 luglio 1997. Sabato 29 settembre 2012. In mezzo, più di quindici anni. Quel giorno d’estate del ’97 l’associazione “Trieste Futura”, con in testa l’allora presidente degli Industriali Federico Pacorini, chiese e ottenne l’apertura dei cancelli di Porto Vecchio organizzandovi una passeggiata aperta alla cittadinanza: iniziando da piazza Unità e proseguendo fino quasi a Barcola migliaia di persone, in tre-quattromila, parteciparono alla manifestazione scoprendo quegli spazi immensi, in larga misura inutilizzati anche oggi. Proprio come allora. Uninedito,che in tantissimi si gustaronorimanendoprima a bocca aperta e poi lasciandosi cullare dai sogni, da un’immaginazione scalpitante e sospesa fra idee progettuali e potenzialità inespresse. Il muro fra la città e Porto Vecchio era stato abbattuto, seppure per una manciata di ore soltanto. Sabato prossimo, il 29 settembre, l’immagine potrebbe ripetersi. A quindici anni abbondanti di distanza. E nel segno del futuro e dell’innovazione, proprio in concomitanza con il pieno svolgimento del salone Trieste Next in città. Roberto Cosolini ci ha pensato, ha valutato e infine ha preso la sua decisione: dopo l’entusiasmo scatenato nel pubblico - era l’estate del 2011 - con l’apertura parziale di Porto Vecchio per la Biennale diffusa al Magazzino 26, serve un nuovo momento simbolico di grande impatto proprio ora che la partita su Porto Vecchio si sta giocando sul tavolo del governo. È il sindaco infatti la “mente” di questa nuova passeggiata attraverso l’area, proprio come lo fu all’epoca Pacorini (che a fare il primo cittadino peraltro ci provò nel 2001, senza fortuna però: venne sconfitto da Roberto Dipiazza). Così, Cosolini lancia un appello a Trieste tutta e, nel nomedi “Trieste Next, Salone europeo dell’innovazione e della ricerca scientifica”, scrive una lettera ai cittadini: «Vi vorrei invitare a cogliere l’impresa di maggior profilo innovativo esistente a Trieste. Parlo del recupero di Porto Vecchio». Scienza e portualità collegate, nei pensieri e nei ragionamenti del sindaco, per un futuro di innovazione, sviluppo e rilancio, come lui stesso spiega diffusamente nella lettera alla cittadinanza che pubblichiamo integralmente in questa pagina. Conoscenza, cultura, turismo e mare: la ricetta di Cosolini per la Trieste che verrà. Per la Trieste chiamata a costruire opportunità nuove, ancora di più in un’attualità che deve fare i conti con una crisi pesante, alla quale infatti il sindaco si riferisce con preoccupazione nel suo scritto. Per permettere a tutti, a quante più persone possibile, di spendere qualche minuto per rifletterci, ha scelto il «luogo simbolo delle occasioni perdute - scrive Cosolini -, delle opportunità non colte» perché «un pezzo di futuro sta in Porto Vecchio». E mentre da Roma il primo cittadino aspetta indicazioni precise sulla sua richiesta di spostamento di una porzione di Punto franco del Porto Vecchio in altro sito da individuare, chiede dunque un’adesione massiccia all’iniziativa del 29 settembre. Affinché il tema vada a incrociare gli sguardi attenti di quanti a Trieste giungeranno, fosse anche per la prima volta, per il Salone europeo dell’innovazione e della ricerca scientifica. «L’ora del ritrovo? Attorno alle 10.15 - fa sapere Cosolini, integrando a voce quanto messo nero su bianco -, approfittando diuna delle pause del programma di Trieste Next. Definiremo in questi giorni i dettagli (fra cui ilpunto esattoda cui partirà la camminata, ndr) e ne daremo comunicazione». Un po’ comefece Pacorini: «Sono passati quindici anni da allora - riflette il sindaco - e bisogna rifare un gesto simbolico simile… ». Come a dire: sostanzialmente nulla - finora - è cambiato nonostante il tempo sia trascorso. (m.u.)
(da Il Piccolo)