«Gli info-point turistici con gli studenti universitari e le guide hanno mille difetti. Ma un pregio: sono i primi info-point turistici che si siano visti in giro a Trieste. E in agosto hanno supportato in tre postazioni 5548 turisti (2865 italiani e 2683 stranieri), con una media giornaliera di 735 persone». Il Pdl attacca sugli “info point” turistici, fa proposte provocatorie come quella di rendere i commercianti interlocutori diretti dei visitatori, e l’assessore Fabio Omero risponde con numeri, tabelle, percentuali, critiche e nuove idee. Rilanciando: «Finché i punti di informazione non c’erano a nessuno veniva in mente di chiedere perché erano chiusi, o di criticarli perché brutti ». In agosto dunque il gazebo di piazza della Borsa ha assistito 3227 persone con una media giornaliera di 403: 1527 italiani (solo 113 locali), in testa i tedeschi (584), seguiti da inglesi (347), francesi (125), spagnoli (104), austriaci (71). Nei pressi della Sala Tripcovich 1285 contatti, con una media al giorno di 185, e a San Giusto 1036 turisti (148 di media giornaliera), con una netta prevalenza di italiani (602) seguiti dagli inglesi (110). Omero dice che «un Comune non può mettere in strada sotto il sole neppure uno studente universitario, ma deve garantirgli un posto di lavoro con tutti i crismi della sicurezza, così deve rispettare le rigide norme dell’Inps sui “voucher”, ovvero deve consegnare anzitempo l’elenco dei lavoratori che quel giorno a quell’ora saranno in quel luogo, al punto che se uno studente ha un impedimento, non può neppure essere sostituito ». Ma, di fronte all’ottimo andamento del turismo nei primi sei mesi dell’anno (+9,92% di arrivi e più 7,41% di presenze, per un totale rispettivamente di 171.820 e 450.343 unità), l’assessore al Turismo rilancia: «La cartellonistica? Dipiazza non la voleva, ma non aveva tutti i torti. È il primo biglietto da visita e a Trieste il panorama delle insegne è una sorta di “babele”, si va dalle indicazioni di alberghi e ristoranti che non ci sono più ai totem della città vecchia arrugginiti e senza più le indicazioni storiche, alle decine o centinaia di tabelle (palazzi neoclassici, case di Joyce, poesie di Saba, frasche delle “osmizze” in pieno centro storico). Bisogna - affermaOmero - prima bonificare». E poi? Fare una cartellonistica nuova secondo le indicazioni offerte dal “workshop” organizzato con l’Isia di Firenze, e pensare a cose più tecnologiche: «Gr-code su cui caricare l’intera “Coscienza di Zeno”, informazioni manipolate, itinerari personalizzati creati a casa sul pc prima di partire, “bluetooth” chevibrano ilmenù del ristorante nei pantaloni o “app” per gli smartphone».
(da Il PIccolo)