È guerra aperta tra l’Anci e i vertici di Poste italiane. Al centro dello scontro, la decisione della spa di chiudere decine di uffici postali in Friuli Venezia Giulia. Una manovra inaccettabile, secondo l’associazione dei Comuni, pronta a rispondere colpo su colpo. «Se le Poste taglieranno altri uffici, specie nelle aree marginali - chiarisce l’Anci in una nota -, noi disattenderemo i patti e gli accordi di collaborazione a livello regionale, che prevedono anche l’utilizzo a titolo gratuito di alcuni fondi». La linea dura è emersa dal Comitato esecutivo dell’Anci convocato ieri dal vice presidente vicario Nerio Belfanti a Udine, al termine degli interventi di alcuni sindaci, in particolare quelli di Spilimbergo e Pontebba, portavoce del disagio delle rispettive comunità. «Più volte – ha chiarito Belfanti – abbiamo incontrato Poste spa, i parlamentari e la giunta regionale per sollecitare un’inversione di rotta. Ora, in assenza di risposte e verificata la mancanza di reciprocità nei rapporti fra Comuni e amministrazione delle Poste, in caso di ulteriori decisioni assunte unilateralmente dalla spa, ci vedremo costretti ad agire di conseguenza, invitando tutti i Comuni a sospendere ogni forma di collaborazione con la società e disdettando noi stessi come Anci ogni accordo di collaborazione in essere». Non solo Poste spa, tuttavia, L’Anci spara ad alzo zero anche contro la nuova gestione della Soprintendenza regionale. «Molti Comuni – spiega il segretario generale dell’Anci Alessandro Dario - denunciano difficoltà di dialogo fra Soprintendenza e comuni con gravi ripercussioni nell’operatività che si traducono in ritardi o addirittura nel blocco dei lavori previsti».
(da Il Piccolo)