Il parco venne realizzato nel 1807 da Pietro Sartorio che fece assumere all’ area l’ aspetto del giardino veneto con un portale, una scala monumentale, alcune statue e una gloriette che veniva usata come padiglione per la musica.
Successivamente il figlio Giovanni Guglielmo trasformò il giardino ispirandosi al giardino romantico all’inglese.
Nel 1911 tutta la proprietà venne acquistata dal Comune e divenne sede del Preventorio Antitubercolare; negli anni ‘50 vennero realizzati altri due edifici, e in seguito il giardino rimase chiuso al pubblico.
Recentemente ristrutturata una parte del parco è stata riaperta al pubblico e dotata di zone di sosta e di un’area giochi.
L’alternanza tra spazi chiusi e aperti, la vegetazione bassa del sottobosco, i grandi alberi ed i percorsi curvilinei creano dei piacevoli aspetti prospettici e di profondità e contribuiscono ad esaltare la naturalità del giardino in cui crescono ben quaranta specie arboree imponenti e di pregio tra cui querce e pini d’Aleppo monumentali.
La restante parte del parco ospita il servizio di giardineria comunale che utilizza anche una serra storica che può essere visitata su richiesta al personale.
Quello che oggi è il giardino di Villa Sartorio, situato a Trieste in strada di Fiume, è stato un tempo il parco della residenza estiva della famiglia Sartorio, mentre la residenza cittadina, splendidamente restaurata e trasformata in museo, è situata, ora come allora, in largo Papa Giovanni XXIII.
I Sartorio, sanremesi d’origine, arrivarono a Trieste nel 1755 e qui posero le basi per aprire una filiale della loro azienda, che commerciava in granaglie. Il loro arrivo, come quello di molti altri commercianti, si deve all’emanazione per Trieste e Fiume della “patente di Porto Franco” voluta da Carlo VI d’Austria nel 1719.
Il grande parco venne realizzato nel 1807 da Pietro Sartorio, che assieme alla moglie Giuseppina Fontana fu, per così dire, il capostipite del ramo triestino della famiglia. Il barone volle dare al luogo l’aspetto del giardino veneto: per questo vi fece costruire un grande portale d’ingresso in ferro battuto, una scala monumentale, ed acquistò, pare senza badare a spese, diverse sculture ad opera di Francesco di Giovanni Bonazza da Verona, uno dei maestri del grande Canova. Sui due angoli del muro di contenimento del giardino, che si affaccia sulla strada di Fiume, si ammirano due splendidi leoni calcarei che sembrano posti a controllo del luogo, mentre curiosamente le statue che adornano l’ingresso danno le spalle al visitatore e guardano all’interno del giardino.
Quella che una volta era la sontuosa entrata principale al parco ha ancora un grande impatto visivo nonostante il passaggio dei secoli e la rottura di diverse sculture, soprattutto di quelle equestri. Al centro del giardino c’è “lei”, la star del luogo, una “gloriette” restaurata di recente, che stando ai dati storici si dovrebbe a Giovanni Guglielmo, figlio di Pietro Sartorio, che fu Regio Console di Sassonia nella nostra città sul finire del 1700. All’epoca costruzioni simili erano un punto d’onore per qualsiasi parco che volesse assurgere ad un certo prestigio. Venivano usate per concerti serali e nei pomeriggi vi si prendeva il caffè o la cioccolata.
Probabilmente, essendo questa la residenza estiva dei Sartorio, qui venivano molti ospiti, era un luogo destinato alla socializzazione e, stando ai gossip storici, sembra che nelle ore notturne fosse luogo di segreti incontri amorosi. La “gloriette” ha anche un belvedere, al quale si accede da una scala a chiocciola, ornato dalle splendide statue in pietra del maestro del Canova già citato.
Si accede dall’ingresso laterale in via dei Modiano 5.
Orario: estivo 9.30-18.00, invernale 9.30-16.00.
Giochi: per bambini da 0 a 6 anni e da 6 a 12 anni giochi multifunzionali in legno.
Servizi: possibilità di accesso per disabili.
fonti: retecivica e vitanuova
foto: informaTrieste!