Lug
03

Farsi notare nello showbiz musicale: la parola a Lorenzo Tiezzi, professione comunicatore

di Katya Malagnini
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Giugno 2014

“Mi sono scelto il lavoro più normale che c’era all’interno di un settore di matti” :D:D



La comunicazione, questa sconosciuta!
 Siamo nel 2014, eppure spesso si parla, si dice, si urla :D si scrive… ma NON si comunica. 
Nel mondo dell’intrattenimento, dove è molto importante comunicare e soprattutto farlo bene, ci sono moltissimi punti di domanda, da parte di artisti, gestori di locali, djs (suddivisi a loro volta nelle categorie: arrivati, mai arrivati, bedroom djs, wannabe djs, ecc :D:D)

Ovvero:


-Che fare per comunicare efficacemente?

-Quali sono gli errori più gravi che si commettono quando si tenta maldestramente di comunicare?

-Perché dovrei pagare un ufficio stampa se so parlare e scrivere anch’io e l’ho imparato all’asilo? :D:D:D 

-Quali risultati potrò avere comunicando nella maniera corretta e quali …invece… non potrò avere?

“Come dico spesso, lo show business è quel mondo antipatico, dove la parola “show” non conta nulla, è tutto business. Sono una persona concreta e ho bisogno di sapere che chi lavora con me, si fidi ciecamente di ciò che faccio”.

Lorenzo Tiezzi è una figura di riferimento nell’entertainment italiano. Da vent’anni si occupa di comunicazione, lavorando come ufficio stampa per locali e artisti italiani, e scrivendo articoli sulla nightlife per diversi giornali, come “Max” e “L’Uomo Vogue” e per il suo blog “Alla Discoteca”, dove racconta la nightlife e i suoi protagonisti:
http://www.alladiscoteca.com/
Sostiene fermamente, che nella comunicazione, l’unica cosa che conti davvero sia la verità, magari un pochino condita, in modo da renderla più interessante e divertente.

(allora con le mie interviste surreali ho buone speranze :D)

L’importante è che sia la realtà!
 Il succo? Pompare una notizia in modo intelligente senza mai falsificare la verità dell’informazione che stai dando e la cosa non è per niente semplice.



Lorenzo lavora sedici ore al giorno, e solitamente, chi è sempre di corsa, sceglie un hobby… dove può correre ancora :D:D:D (ne so qualcosa :D) e infatti lui corre, corre forte. Fa la maratona e si è posto come obiettivo, di riuscire a percorrerla in tre ore e quaranta, anziché in quattro. 
Perché … sono gli obiettivi che ti poni e il come te li poni, le due cose che fanno la differenza.
 È entusiasta, dice che è la prima volta che si trova a rispondere a qualcuno che gli fa domande! 
Naturale! Essendo un giornalista … è abituato a farle lui! :D


lorenzo-tiezzi-ritratto-2.jpeg

Da subito mi rendo conto che il terrificante estorsore d’informazioni contenuto nella sacca “Mostro Malagnini in agguato”, non mi servirà. :D

Ce ne fossero d’intervistati così! Parte in quarta e mi racconta un sacco di cose. Il foglio con la traccia delle domande che avevo preparato a penna, in un misto tra ostrogoto e stenografia degli anni novanta, giace abbandonato sul sedile dell’auto. 
Chiudo in un cassetto la vena giornalistica d’assalto e riesploro quella psicologica, ergo: sto zitta :D:D:D e ascolto tutte ciò che Lorenzo vuole dirmi, a cominciare dall’essenza della comunicazione, che lui descrive in una parola: “Semplicità”.

Se dovesse creare un motto, probabilmente sceglierebbe: “Abbasso i paroloni”! :D

Lorenzo è contrario a tutti quei termini stratosferici (stratosferico per l’appunto lo è) che… spesso e volentieri, accompagnano altrettanti fiumi di parole usati nei comunicati stampa per descrivere una situazione dove … volendo, basterebbero due righe.


“Parole a vuoto per descrivere semplici realtà. Meglio dire che si fa la pasta alla carbonara, che osannare scrivendo “materie prime del territorio. Sia chiaro: anche dietro alle parole semplici può esserci il nulla, ma perlomeno sono parole semplici”.

Dietro alle parole complicate, invece, quasi sempre c’é il nulla. La semplicità è la chiave di chi opera nella comunicazione e nel marketing, che sono la stessa cosa. Quando si comunica, il messaggio deve essere recepito da tutti, indistintamente. Deve capirlo anche il contadino che non ha potuto studiare, se qualcuno non capisce un tuo messaggio, vuol dire che lo hai trasmesso male tu, mai il contrario.
 Ti faccio un esempio: la dicitura “locale esclusivo” io non la userò mai! Già di per sé la gente sta a casa, se poi scrivi esclusivo, l’ unico effetto che ottieni è mettere paura alle persone! Che cosa vuol dire esclusivo? Nulla.
 Principalmente, mi occupo di due tipologie di locali: quelli pseudo eleganti, e quelli pseudo giovani. 
Il concetto di esclusività è che se io faccio una festa in un locale e non ti conosco, tu non entri, com’era il “Plastic” negli anni ottanta.
I locali esclusivi non sono mai esistiti in realtà.
 Un concetto così, di esclusività, non esiste più, e questo accade per la crisi, certo, ma anche perché il mondo è cambiato…e basta con questa nostalgia che si stava meglio quando si stava peggio!
 Io ci andavo nei locali italiani negli anni ottanta e la musica faceva schifo! I djs italiani erano vergognosi, mentre oggi, il livello medio è molto più alto!

Aggiungerei, anche, il concetto di “Esclusivo” rapportato ai brani musicali.

Mi dà molto fastidio, quando leggo di un brano musicale, che viene spinto e pompato come il “brano del momento”, “la hit dell’estate”, ecc… quando questo non corrisponde a verità.
 Se un pezzo è davvero il fenomeno del momento, lo sappiamo tutti, pertanto non serve dirlo. 
Se mi arriva una mail urlante “Ecco il pezzo dell’estate!” ed io quella song non l’ho mai sentita, significa che NON è il pezzo dell’estate e finisce nel cestino.


Mi ricordo che qualche anno fa, nel mese di maggio iniziai a promuovere “Danza Kuduro” di Don Omar e Lucenzo. Andava molto bene già da sola, dato che era numero uno su i -Tunes. Quindi, cominciammo a scrivere che…forse :D poteva essere uno dei pezzi dell’estate 2011. 
La verità è che il disco… c’è letteralmente scoppiato in mano, come sempre accade, perché è il pubblico che decide! Tra l’altro, se scrivi che una canzone è una hit, 
ti porti una jella assoluta!! Un atteggiamento così non funziona!!!

capito ragassuoli?? Mo basta co ste proclamate hit che #nunselenculamancoerdirimpettaio :D

Ci sono un sacco di persone che distorcono la realtà e non è una cosa diffusa solo in Italia, ma anche all’estero.

Bisogna sempre partire dalla verità, mai scrivere stupidaggini colossali!
Non posso scrivere che ho dei bei capelli, visto che sono mezzo pelato!

Vogliamo parlare del fenomeno dell’autobuy?

Sicuramente è una cosa che c’é, è reale, soprattutto tra i singoli, mentre con gli album accade di meno e il motivo è palese. Un album costa nove euro e novanta, e se incominci a comprarne anche solo cinque, sono comunque quasi cinquanta euro.
 C’é una grandissima ignoranza sul fenomeno Beatport; 
da un po’ lavoro con Stefano Noferini, che vanta una fan page di tutto rispetto. Sono “likers” guadagnati con molti anni di carriera, ma tra gli addetti ai lavori (soprattutto i djs) è comunissimo il fenomeno del parlar male, dicendo che uno i like se li è comprati. Ma dove?! 
Sempre la solita solfa: chi è seduto in panchina, parla male di chi sta giocando!

Il discorso è questo: non è detto che chi sta giocando in questo momento sia per forza sia più bravo di te, però è stato più fortunato!

#ergomettetevelaviarosiconi :D


Però… qualcuno che compra i likers c’é Loré :D:D
Sì, certo, però chi è forte, non compra. 


Ah ecco. Detta così fa un altro effetto :D:D


Un esempio? I Vinai!
Non sono un loro grosso fan, ovvero la loro musica raramente mi emoziona… però funzionano, sono bravi. All’inizio ero scettico e mi era pure capitato di sentirli, beccandoli… probabilmente, nella serata sbagliata, tanto che non mi convinsero. Li ho rivalutati in seguito, anche grazie al parere positivo sui loro dischi da gente come Stefano Pain, Sergio Mauri e Cristian Marchi ad esempio…. Particolare non trascurabile? Sono belli e l’immagine nello showbiz è fondamentale. Se io e loro entrassimo in un bar, guarderebbero loro, poco ma sicuro. Che ci vogliamo fare? Sono in due, sono fratelli, sono bravi e fortunati. Perché il successo è un insieme di tante cose ma non possiamo dire che non sono bravi, perché lo sono, possiedono le caratteristiche che portano al successo!

Al tempo stesso, questo però non significa che siano più bravi di un dj che “suona” da vent’anni e ora è a casa e non sa come mantenere la famiglia.

In ogni caso, non compratevi le tracce! Non serve a niente! Bisogna sognare, ma è importante farlo in modo equilibrato!

Troppe persone sono incoerenti, dicono che vorrebbero diventare come i Vinai, come Christian Marchi…e poi dicono che loro fanno schifo.

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Invece di s…parlare, iniziate a fare qualcosa d’importante e costruttivo.!
Prendiamo Moroder, che al giorno d’oggi è diventato un santino, che chiameremo San Giorgio. :D
Lui ha fatto un sacco di stupidaggini, pezzi che sono autentiche schifezze, come “Un’estate italiana” (colonna sonora dei Mondiali di calcio Italia ‘90) di cui adesso è uscito un remix, e tutti a contestare che è commerciale. Ma lui è sempre stato commerciale!
 S’é ritrovato riemerso dal dimenticatoio grazie ai Daft Punk, ma Moroder è un mito, mentre Gigi D’Agostino viene considerato un cretino assoluto, una rovina della musica.
 MA ANCHE NOOOOOOO!!! Quelli che hanno rovinato la musica, sono tutti quelli che lo hanno copiato, gente talmente rilevante :D:D che adesso non me ne ricordo nemmeno il nome.

Se permettete, Gigi D’ Agostino ha fatto anche tanti pezzi brutti, ma “L’Amour Toujours” è stratosferico, un capolavoro! Lo inserisco senz’ombra di dubbio, tra le cinque tracce che vorrei venissero suonate al mio funerale!

Gigi D’Agostino “L’Amour Toujours” 2000




Ogni volta che incontro Paolo Sandrini, che ha fatto questo pezzo assieme a Gigi, cerco di dimenticarmi che è LUI *.* che ha fatto questo pezzo, altrimenti m’inginocchierei ogni volta che lo vedo. 
Al pubblico dico: non innamoratevi dei djs, invaghitevi dei brani, perché molti djs faranno alcuni sbagli nella loro carriera. Non esistono valori oggettivi: la mia opinione su Gigi, è che forse, dopo “Un giorno credi” non si è più evoluto, purtroppo.




Prima mi dicevi che i Vinai possiedono le caratteristiche del successo. Quali sono? Elenchiamole meglio
Ti elenco un po’ di cose su cui riflettere: non dimentichiamo mai lo scopo finale del dj: il pubblico deve ballare, non ti deve applaudire. Se tu fai il d.j. per farti applaudire, cambia strada. In troppi non hanno capito questa cosa, che è la prima da comprendere per chi vuole fare questo mestiere.
Non sono tutti bravi quelli che emergono, semplicemente non c’é spazio per tutti quelli bravi, inutile arrabbiarsi! Voler essere i numeri uno a tutti i costi è sbagliato!

Il dj, più che un artista, è un artigiano, quindi, più che a Michelangelo :D:D è paragonabile a un attore, che è circondato da molti altri professionisti importanti, come cameraman, registi, ecc…

Se un attore non ha la faccia giusta per quel ruolo, non significa che sia scarso come attore. Si vuole sempre di più. Gente che è in classifica ma non si trova al numero uno, piange perché vorrebbe essere lì, senza pensare che c’é gente che in classifica mai ci è entrata!!

A tutte queste persone che non riescono a vederla con l’ottica del “però io almeno in classifica ci sono stato, qualcosa ho fatto” consiglierei di fare un po’ di sport .
Quando facevo pallanuoto, ero il primo della panchina, perché c’erano sette persone più capaci di me. Nella musica e nell’arte, che sono più complicate, non è nemmeno detto che siano effettivamente più capaci di te.
 L’artista è considerato tale, quando se non fa qualcosa di artistico sta male, e non quando si esibisce davanti a un pubblico.

Un dj mi ha detto che quando lui non ha serate mette dischi a casa sua!

Ecco un mio collegaaaaa :D:D:D Fantastico! Evviva i bedroom djs che salveranno il mondo! La vera passione si vede lì, sempre detto, grazie Lorenzo, mi hai salvato la giornata :D:D:D




È come se io mi sentissi uno sfigato, perché ho scritto per “L’Uomo Vogue”, per “Max”, ma non ho scritto per il “Corriere della Sera”. Ti pare? Non è che sono più bravi di me quelli che scrivono per il “Corriere”, sono bravo quanto loro, altrimenti non avrei scritto per gli altri periodici. Questo concetto è importante!

Nessuno si merita l’opportunità, solo la passione e quella è già un premio enorme. 
Quando uno decide di fare l’artista, sa già che al 95% farà il poveraccio.

I Pooh, una volta dissero che fare il cantante è un mestiere, non un lavoro. Stessa cosa vale per il djs.
Ce ne sono un sacco di medio livello, che sono incazzati neri con quelli che vanno a lavorare a un cachet bassissimo. Ma fatevi i fatti vostri!

ehm :D

Voi dovete andare al locale e dire al gestore che voi costate quattro volte quello che costa il tizio low cost, perché valete quattro volte lui e poi lo dovete dimostrare!


Poco da fare, se la gente si diverte, BEVE di più e il locale incassa. Alla fine lo scopo è questo. Il d.j. dev’essere bravo a far sì che venga gente a sentirlo, ma deve anche fare in modo che si crei la situazione e che la gente beva. Se calcoliamo che il basso cachet d’ordinanza di un d.j. è oramai di cinquanta, sessanta euro, se tu ne chiedi duecento, devi essere più bravo a fare in modo che il tavolo beva la bottiglia. 
Inutile lamentarsi che è un modo difficile. A chi si lamenta, dico: “Cambia lavoro e vai a fare l’imbianchino”!

Non ho mai capito poi…perché uno che fa il d.j. di notte non può fare il macellaio di giorno: che male c’è?
In console, un pizzaiolo o un macellaio mettono la musica esattamente come la metti tu e non tutti sono così fortunati da poter campare della propria arte!
Nella mia vita, ho cambiato lavoro cinque, sei volte e nessuno mi ha aiutato. Io ho dato una mano a persone che non avevano da mangiare, ma di certo non aiuto i djs in crisi. Che vadano a quel paese! :D Si sveglino!
In questo periodo, non ho le energie per preoccuparmi dei djs con cachet basso. :D

La verità è che hanno mangiato troppo e per troppi anni! Quelli medi e spesso non troppo capaci, hanno guadagnato un sacco di soldi per troppi anni!!!

Sono in molti ad arrabbiarsi quando emerge qualcuno considerato “più bravo” di loro, ma il fatto, non è che è più bravo… è più famoso; è diverso!
Per quanto riguarda i djs, (cito loro che sono le nuove popstar) ti dico che, dieci anni fa, la prima cosa che si guardava era la faccia. Gianfranco Bortolotti ha scoperto Fabio Volo, ha prodotto il secondo disco di Fiorello e ha sponsorizzato Valentino Rossi, nel suo primo anno di gare. 
Avevano la faccia giusta e l’hanno dimostrato.

Oggi, la prima cosa è l’età; bisogna essere giovani.

ok, ok, ho capito… mi ritiro :’( :D:D:D

Poi ovvio che bisogna essere bravi con la musica, ma la prima cosa che conta, è la faccia giusta unita alla giovane età. 
Tra l’altro è sempre stato così nella musica. Jim Morrison non era mica brutto! Bon Jovi idem, ecc… insomma, la faccia conta eccome.
!

E che mi dici di Lady Gaga?

La classica eccezione che conferma la regola, però la sua carriera è in forte crisi. Lady Gaga e Madonna sono donne normalissime (se non addirittura bruttine) che sono riuscite a comunicare il loro sex appeal in maniera vincente.
 Non confondiamoci, però. Non intendevo che bisogna per forza essere belli, ma avere delle caratteristiche che risaltino. Anche essere in sovrappeso può essere vincente, guarda Adele!
 Premesso che io non lo guardo… ma nel 2014 non possiamo ancora stupirci se “The Voice of Italy” è stato vinto da una suora! E chi doveva vincere? Era l’unica a possedere le caratteristiche d’impatto necessarie.
 Le caratteristiche musicali, poi…devono essere uniche!
Ralfnon è un grande dj, ma mette della musica unica !!


Mi fanno ridere i sostenitori della tecnica.
a riecco, che me ne posso annà :D

Ma la tecnica de che?
 Adesso mi attirerò qualche antipatia, ma vogliamo mettere la difficoltà di suonare un violino paragonata a quella di fare il dj? Conta la personalità in un dj, devi entrare in empatia con il pubblico.

Per non parlare degli sbagli clamorosi dei locali!
Il 90% dei locali, se investe cento euro in un guest dj, non ne investe manco dieci in un resident e questo è un errore clamoroso!
Anche perché spesso, per i guest spendono follie, quando non le valgono, perché non è il prezzo che determina il valore!
In Italia andiamo sempre dietro allo straniero, o all’ultima novità del momento, come dicevamo prima con i Vinai, che sicuramente sono bravi… ma pensiamo a quanti bravi dj ci sono in Italia!
Mauro Ferrucci, che ho sentito di recente, mi ha lasciato di stucco per quanto è bravo! Si è evoluto molto. Se avessi un locale mio, chiamerei lui.

 Qual è il ruolo più importante in una discoteca ? Quello del dj, quindi è fondamentale che il resident sia portato in alto, perché così cresce anche il locale; è marketing!
Bisogna saper comprare bene! Ci sono un sacco di djs, che costano una follia e per certi locali non servono a niente! Sono i resident che determinano la serata, loro che fanno il lavoro, e spesso non hanno nemmeno il proprio nome sul biglietto. Non esiste! Devono essere i protagonisti musicali!


Ai giovani che vogliono intraprendere questa carriera o perlomeno…provarci, dico: studiate comunque e non fate del d.j. il vostro unico obiettivo.

Boh altro che resident… da quanto sembra, al giorno d’oggi, sono i p.r. le figure più importanti del locale! o.O



Maaaaaaaaaaaaah… a meno che non si parli di grossissimi staff che lavorino ad altissimi livelli, i p.r. per i locali sono un freno. I club che funzionano, lavorano da soli. Il “Samsara” di Gallipoli (Le) per esempio, non ce li ha. La figura del p.r. è importante per una promozione di base, ma non ha più il potere che aveva qualche anno fa.
 Al “Bolgia” di Dalmine, se non portano almeno dieci persone a testa, i p.r. manco entrano gratis … com’era una volta, insomma.

Nel frattempo, uno scooter prova a esplorare la visuale dall’alto, tentando di salire sul cofano della macchina di Lorenzo, ma il nostro intervistato, riesce a dribblarlo magistralmente. :D

Tra i locali italiani, viene commesso un grave errore. Nessuno comunica ! Tutti pensano che scrivere quattro “fregnacce” su Facebook, sia comunicare, ma non è così. Facebook è il luogo dove tu ed io che ci conosciamo da anni ma non siamo amici intimi, ci scriviamo qualche cazzata, ma non è il luogo dove fare comunicazione, non attira la gente! 
Lì sopra ci sono persone che sono già famose per qualche motivo, ma usarlo per iniziare a farsi conoscere non va bene.

Devi cercare di creare attenzione su quello che fai, comunicando con giornali e mille altri canali, ma non Facebook! Quello è solo il 20% della comunicazione.
Ci sono clienti che mi dicono che spendono quattrocento euro al mese in sponsorizzazioni fatte su Facebook. Perché? Meglio investire mezz’ora al giorno su Fb senza spenderci nulla!! Soprattutto…in generale è consigliabile non starci più di mezz’ora al giorno su Facebook! Che ci stai a fa??

ehm :D:D:D

Adesso, per esempio, i gestori impazziscono per gli “After Movie”, perché il Tomorrowland ha cominciato a farli.

(* se non sapete cosa sia il “Tomorrowland ” sparat… ehm consultate pure il sito ufficiale :D:D 
http://www.tomorrowl … d.com/global-splash/)



Si tratta di spezzoni di video raffiguranti gli eventi. Naturalmente, visto che parliamo di persone con livelli di comunicazione che stracciano l’Italia, sono ben consci del fatto che il momento più opportuno per diffondere certi video è l’inverno, quando del “Tomorrowland” non si parla.
 Cosa fanno invece i gestori italiani? Pagano un video maker, che gli costa mediamente duecento euro, e il video che viene fatto, è pubblicato il giovedì successivo alla serata del venerdì. Ma così non serve a nulla!


Il video va pubblicato la mattina dopo, né prima, né poi. Come fanno i giornali!

Oppure si usa Vine, un social network dove è possibile caricare video cortissimi. Se io voglio far vedere cosa sta accadendo nel mio locale, prendo il telefonino, e in sette secondi, faccio vedere il sorriso del dj, qualche bel ragazzo e bella ragazza (non dimentichiamo che in discoteca si fa anche per socializzare) faccio sentire la musica… e quando ne ho fatti tre o quattro di questi video, ho tutto ciò che mi serve per far vedere cosa accade nel mio locale.
Gli after movie hanno un ottimo impatto visivo, sfruttano la capacità di emozionare. Ma perché emozionano? Perché è un evento unico al mondo, con fuochi alti venti metri, ecc… come si può pretendere che un locale normale, con una console qualsiasi, emozioni come un “Tomorrowland”?



Per non parlare delle foto: a cosa serve far venire il fotografo tutte le settimane?? Ma falle una volta al mese le foto!

Molti acquistano macchine iper professionali, ma non hanno capito cosa fa emozionare le persone.
Non si devono fare le foto alla gente che saluta, si devono fare delle foto che facciano dire, a me che in quel posto non sono mai stato: “Ammazza che bel posto, ci voglio andare”!
Un costo inutile e i fotografi guadagnano più degli uffici stampa.
e forse…pure più dei djs :D:D:D
 Siamo lì, brava!

Lorenzo, parliamo della tua attività perché a molti non è chiaro il lavoro dell’ufficio stampa. Diciamolo allora: cosa fa e … cosa NON fa un ufficio stampa?

L’ufficio stampa è un professionista, più simile a un infermiere che a un medico, che cerca di far sapere a tutti i media (compresi quelli online) ciò che fanno i propri clienti.
Quindi, un ufficio stampa può lavorare per un artista, come per uno che produce automobili. 
Cosa invece non fa un ufficio stampa?? Le magie, quelle non le fa. Se avessi la bacchetta magica, e quindi la certezza di far uscire i miei clienti sui media, mi farei pagare un milione di euro l’anno.

Purtroppo, l’unica possibilità è quella di lavorare dieci ore al giorno, per poter concretizzare una comunicazione efficace, ma miracoli non ne faccio e non li fa nessuno. 
La certezza assoluta di uscire su un media, c’è e si chiama pubblicità. Compro le pagine o i banner allora esco.



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Chi è il tuo cliente tipo?


Locali, djs, alcuni marchi d’abbigliamento, qualche organizzatore di serate e qualche agenzia di djs.
Quando conosci il metodo, comunichi tutto, Non è il prodotto che fa la differenza.
Se io chiamo il direttore di Dj Mag per parlargli di un dj, poi è lui che decide se dedicare a quel dj due pagine, mezza o nulla.
La differenza è che io so come presentarlo. Non ho mai detto “è un genio” di un dj che è un cane assoluto. 
A parte il fatto che se uno è un cane, non lo presento nemmeno a Dj Mag, ma punto su altre testate. 
Ho fatto anch’io le mie stupidaggini in gioventù, ma non servono a niente, né a me, né al cliente; se tu sei “Zara” e comunichi come fossi “Gucci” ti danneggi. Sei bravo a fare “Zara”, non “Gucci” e quello devi valorizzare, anche perché “Zara” è un marchio importantissimo! Se uno fa qualcosa di bello, ha sempre qualcosa da dire! 
Di “Chanel” ce n’è UNA e ha inventato la Moda, persino “Armani” di fronte a “Chanel” è zero.
Inutile voler essere a tutti i costi ciò che non si è.
Ti faccio un esempio di una, che secondo me, è stata una delle migliori pubblicità e la fece proprio “Armani“.
 Era appena uscita l’ “Enciclopedia della Moda”. Lui stampò una pagina del quotidiano “Repubblica”, dove aveva comprato uno spazio pubblicitario, semplicemente mettendo evidenziato in giallo fosforescente, il boxino sullo spazio dedicato ad “Armani“. Nella medesima pagina, tre quarti della stessa erano dedicati a Coco Chanel, poi c’era Vuitton e in fondo c’era Armani.
Quello, era stato il suo modo per dire “Anche se non saremo mai al livello di Chanel, guardate, qui in mezzo alla storia della Moda, CI SONO ANCH’IO”.
 Trovo che questo tipo di comunicazione, oltre che efficace, sia vincente.

In un mondo dove spesso tutti comunicano (e male) spieghamo perché rivolgersi a un professionista è importante per una comunicazione efficace
Béh direi che in realtà fanno finta di comunicare, e in realtà non lo fanno per niente!
Perché rivolgersi a un professionista? Se tu vuoi far sapere ciò che fai a “Panorama”, “GQ”, ecc … con me lo fai. Se poi pubblichino o meno, come già detto, non è dato prevederlo, ma una cosa è certa: se gli arriva un mio comunicato lo leggono.

Abbassiamo l’autostima :D delle persone: quale domanda deve farsi un “artista” prima di rivolgersi a un ufficio stampa?

Sulla home del mio sito, nella sezione “chi siamo” http://lorenzotiezzi … i_siamo_contact.html
ho messo alcune regole, tipo: obiettivi a medio e a lungo termine, dove si vuol arrivare, ecc…
Se non sei nessuno e vuoi diventare il numero uno nell’arco di un anno, rivolgiti altrove, a me non interessa. 
Non ce la faccio mica a lavorare con persone con problemi mentali ! :D:D
La mia ultima maratona, l’ho fatta in quattro ore e il prossimo obbiettivo, sarà farla in tre ore e quaranta. Ma il record mondiale è due ore e zero due! Se tutto va bene, riuscirò a farla in tre ore e mezzo! 
Bisogna sempre avere coscienza dei propri limiti.

Come dire: fly down baby :D messaggio chiarissimo :D



Prima di rivolgersi a un ufficio stampa, serve una certa modestia e il sapersi fare delle domande, tipo: “servirebbe a me far sapere a tutti i giornalisti italiani quello che sono”?
Faccio questo lavoro da vent’anni, non posso rischiare la mia credibilità dicendo che un tizio è il numero uno se non lo è!!
Al tempo stesso, mi concentro su tutti i clienti seri che hanno voglia di lavorare con me. Famosi o meno, basta che comprendano ciò che io posso fare per loro.
Se sei un discobar sulla spiaggia, scriverò che sei un discobar sulla spiaggia. Se sei lo “Space” di Ibiza :D scriverò che sei lo “Space” di Ibiza.

Quanto costa un servizio d’ufficio stampa?
Dipende dal lavoro che c’è dietro.
Ai djs, solitamente propongo dei pacchetti che durino almeno cinque o sei mesi, per una cifra mensile che spazia dai duecento ai cinquecento euro. Per un locale, il costo aumenta un po’ ma non eccessivamente e in questo caso il pacchetto è stagionale.
Preferisco fare un lavoro continuativo nel tempo, in un mese non faccio niente. Questa settimana i mensili hanno già chiuso il mese di luglio e dal punto di vista della comunicazione, l’estate è praticamente già finita.

Sigh…mi fa ricordare con nostalgia i bei tempi in cui scrivevo di beauty sui mensili, e a gennaio inviavo il #solitoconglomeratodicazzateanticellulite :D:D:D per l’uscita del numero di marzo.


Sono contento, i clienti sono sempre di più e anzi, alcuni non li prendo perché si approcciano nel modo sbagliato. Nei prossimi anni, il lavoro della comunicazione sarà sempre più importante. Tutti i soldi che vengono investiti in comunicazione tornano indietro, è un investimento. Serve, perché se fai delle cose, con un ufficio stampa qualcuno lo sa. 
Le grandi case di Moda hanno due, tre uffici stampa. I locali zero… difatti: quanto si parla in giro di Moda e quanto di locali italiani?


La richiesta più assurda che ti abbiano fatto?
Ce ne sono continuamente, ma la cosa che tutti fanno è scambiare l’ufficio stampa per “uno che fa uscire gli articoli”. Ma se io promettessi dei risultati, sarei un truffatore!

Guarda gli avvocati. Quelli bravi hanno comunque clienti in carcere, solo che sono bravi a far uscire la verità dei fatti del cliente! 
Tutti vogliono essere protagonisti!
Il giornalista non vuole farlo più nessuno.
no vabbé aò fermo :D:D:D io semplicemente #mesòrottalicojoni perché le testate non pagano e quindi, invece di prenderli a testate io :D:D:D mi son messa a scrivere un blog per gli affari miei, in attesa di tempi migliori

Come tu ben sai, svariati anni fa, in discoteca, molti djs si approcciavano iniziando a fare le luci. Oggi tutti vogliono fare i djs…senti mica qualcuno che voglia fare le luci in discoteca?
Uhm no, quello no
Vogliono fare i top djs senza avere minimamente idea di cosa voglia dire. Non fanno una vita facile. Fate un mese da top dj e poi ne riparliamo. Vivere su un aereo e rinunciare a un sacco di cose avendo pressioni ovunque. Non è una cosa da tutti.
A molti piace l’idea che hanno di essere una celebrity, non l’esserlo davvero. 

Inoltre, chi chiede cose assurde, spesso è chi non può permettersele. 

Ho lavorato un periodo con Tiesto tramite la sua casa discografica (Black Hole Recordings) lui, mi chiese semplicemente cosa si potesse fare, visto che aveva delle date in Italia. Uscimmo su “Panorama”, “L’Espresso” e il “Corriere della Sera”. Ma era Tiesto!
Poi … tra i clienti, ci sono i fans dei giornali. Ne avevo uno che era fissato con “Io Donna” (*supplemento del sabato del “Corriere della Sera”) e voleva a tutti i costi uscire lì sopra.
Uscimmo su “Vanity Fair” e niente, non era contento :D:D
Io leggo il “Corriere” ma non è che “Repubblica” conti di meno! Che diamine!




Lorenzo Tiezzi Comunicazione
http://lorenzotiezzi … otiezzi.it/home.html