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Si sprigionano le alchimie dei suoni tecnologicamente avanzati: dalla consolle del TNTKamasutra, Cris Dj “Lo Sciamano”

di Katya Malagnini
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Tolmezzo, febbraio

La prima volta che incontrai Cris Dj, ci fu una cosa che mi rimase impressa in modo importante:
portavamo…lo stesso profumo :-D
Fermi tutti, quella strana sono io, adoravo quel profumo da uomo (no, non vi dico qual è che dei profumi son gelosa :D) che essendo talmente particolare… anzi unico, difficilmente si trovava un uomo con un carattere adatto ad indossarlo portandolo con disinvoltura, e così, nel 1995, iniziai a comprarmelo io :D #foreveralone
A Cris le credenziali per qualcosa d’importante, non mancano di certo. Ha una notevole forza caratteriale, unita all’innata capacità di guadagnarsi tutto con estrema sensibilità ed umiltà, senza mai forzare il corso degli eventi e delle cose. Sempre gentile, educato ed elegante nei modi di fare, è presente da molti anni nella scena dei club. In particolare, naturalmente, la sua immagine è associata al Tempio della musica Techno nel nord est dell’ Italia, il “TNTKamasutra” di Lugugnana di Portogruaro (Ve), dov’è d.j. resident da ormai undici anni. Parlando di memoria associativa, a Cris la mia mente (! :-D) lega due dischi. Il primo, è il da lui stra suonato “Trippologiko” di Giacomo Orlando ^_^ e il secondo, è “C song*.* di Fractal Vibe.
Vi state chiedendo perché gli associo sta “song”? Una risposta c’é … e il primo che la svela, vince un mixato di Cris Dj! :D

in-consolle-11.jpgLo incontro al bar, dove davanti a un caffè corretto Bayles, mi racconta la sua storia.
Cris ha una faccia pulita, da bambino, ed è proprio dai suoi primi anni di vita che ho voluto iniziare a scavare.

Com’é stata la tua infanzia?
La mia infanzia è stata piuttosto normale, anche se abitando in periferia, passavo moltissime ore da solo e ascoltavo musica. Soprattutto anni 60/70, quello che ascoltava la mamma, il papà non seguiva la musica. ;)
Grazie ad un amico, ho poi scoperto i Queen e da lì, ho seguito alcuni gruppi che avevano partecipato al Freddie Mercury Tribute, come Guns ‘n’ Roses, Metallica, Def Leppard, Extreme. Ho letto la biografia ufficiale dei Queen più dei libri di scuola, con le loro canzoni ho imparato l’inglese. Contrariamente a come magari s’immagina, ho scoperto la musica dance più tardi, nei primi anni ’90.

Che cosa ti piace fare quando non sei immerso nella musica?
Vi stupirà, ma raramente ascolto musica in auto, preferisco la radio, quelli bravi che la fanno, dal comico all’attualità. Il mondo ora corre veloce, ed è impegnativo essere al passo con i tempi in tutto. Tra le tante trasmissioni che seguo, su Radio DueSei uno zero” con Lilo e Greg; mi fanno impazzire, hanno voci pazzesche e tempi radiofonici perfetti.
D’inverno, provo a non rompermi il coccige sulla neve con la tavola da snowboard, sport che ho scoperto tardi ma che regala sensazioni da brividi, senso di libertà, e ti permette di goderti paesaggi incantati.
L’estate che verrà, mi vedrà di nuovo impegnato sui campi di calcio, che in realtà non ho mai abbandonato, giocando e organizzando partite di beneficenza. Da aprile, sarò di nuovo in campo dopo tredici anni, nel campionato Carnico. Tra i pali. Il portiere e il DJ si somigliano, sono personaggi strani, forse egocentrici, di certo escono dalla massa.
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Amo Londra, e ci voglio assolutamente tornare, è una città da guardare a occhi spalancati! Leggendo la biografia di Freddie Mercury, mi sono poi appassionato del Giappone e della cucina giapponese.
A volte ho bisogno di staccare un po’, rimanendo solo in silenzio, e magari al buio, Negli ultimi anni, mi sono fermato a pensare parecchie volte; mi metto spessissimo in discussione e sono il primo critico di me stesso. Diciamo che se è difficile non sbagliare, provo almeno a fare sbagli sempre diversi.

Come e quando hai iniziato a fare il dj?
Il mio è un percorso un pochino strano, perché ho iniziato prima in radio e poi in discoteca, passando per le piazze d’estate. In radio nel ’96 e in discoteca l’anno dopo, quando è arrivata anche l’iscrizione Enpals.
Ho cominciato grazie ad un amico che già si divertiva a mixare e con cui ho suonato in seguito: Stex. Lui era più dj, io più speaker, e Sandro era alla regia, un trio di scapestrati. :)
Poi… sull’onda del seguito radiofonico, è arrivata la chiamata per le piazze, dove mi esibivo una ventina di minuti a sera, grazie a Camol G e Marco Angileri. In seguito, sono arrivato in discoteca, prima al “Picchio Rosso”, in Carnia, poi alla discoteca “Al Lago”. Tutte esperienze straordinarie.

Qual é il genere che prediligi suonare e/o ascoltare?
Sono una persona molto curiosa, ascolto davvero di tutto.
Qualche giorno fa, riascoltavo “November Rain” Dei Guns ‘n’ Roses, dipende dal momento. Per quanto riguarda il genere che propongo, i miei set vanno dalla tech-house all’elektro trance, anche se odio catalogare la musica; ci pensano già gli store online, e il più delle volte lo fanno male. Durante la serata, mi capita di suonare in momenti diversi, da qui il differente modo di suonare.

Tu lavori da molto tempo anche in radio. Raccontaci questa avventura
Attualmente conduco “Communication”, un programma nato nel 2000 che è in diretta il martedì dalle ventuno alle ventitré. Il venerdì alle ventuno, gestisco il mixato Technodrome, e d’estate assieme ad un giornalista sportivo che è cambiato durante gli anni (si sono succeduti: Massimo Radina, Diego Di Centa e Simone Fornasiere) conduco un programma sul campionato di calcio che si svolge ogni estate in Carnia.
L’emittente è Radio Studio Nord, si ascolta in FM e in streaming su http://www.rsn.it è la radio dell’alto Friuli, ha oltre trent’anni di vita ed è un riferimento importante per la realtà locale, con informazione e musica sempre aggiornatissima.
Lavorare in radio è un’emozione sempre grande, la diretta è qualcosa che spesso spaventa ma che da un’adrenalina immediata, una magia dalla quale è difficile non rimanere affascinati. Il modo di rapportarsi con gli ascoltatori è cambiato seguendo la tecnologia, prima le telefonate, poi gli sms, le mail e ora Facebook.

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Qual è stato il primo disco che hai acquistato?
Questo me lo ricordo: Miro – “Purple Moon”(*____*) Anno 1997, la stampa italiana è su etichetta Red Alert.

La prima volta al mixer: dove, COME è stato, che missaggio era (se lo ricordi) e che emozioni hai provato?
Impossibile ricordare che dischi erano, di certo dei promo mix arrivati in radio dalla “Media Records”. Ho utilizzato il mixer dello studio di registrazione, che aveva solo i gain, nessun effetto né equalizzazione. Ho iniziato con dischi non famosi né melodici, solo tanto groove, che forse mi ha aiutato ad allenare l’orecchio da subito (una delle tante cose che ho capito poi). Non ho avuto un vero maestro a livello tecnico, sono stato abbastanza autodidatta, anche se il mestiere l’ho ‘rubato’ a colui che chiamo ‘maestro’ ovvero Moreno, perché ho passato mesi in fianco alla consolle a guardarlo, a cercare di spiegarmi il perché di ogni cosa che faceva e toccava, ma ho cercato davvero di imparare da tantissimi colleghi, troppi per nominarli tutti.
A ognuno ammiravo qualcosa: la tecnica, la voce, i tempi, le valigie dei vinili. :-P

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Sei da undici anni alla consolle di uno dei massimi templi della Techno in Italia, il “TNTKamasutra” di Lugugnana di Portogruaro (Ve). Come ci sei arrivato, e come è stata la tua prima serata lì?
Sono arrivato al TNTKamasutra grazie all’allora Art Director Max Ferri, e all’ancora titolare Silvio Anzolin. Il come e il perché… dovresti chiederlo a loro, nel senso che non ero uno “del giro”, il TNTKamasutra non è vicinissimo a casa mia, e non arrivavo con un bagaglio di esperienza decennale. Forse, sono stato scelto perché mi sono presentato in punta di piedi, e questa è una delle cose che manca di più al mondo della notte contemporaneo. Io volevo lavorare lì. Punto.
La mia prima volta in Kama, è stata nel dicembre del 1998, una domenica pomeriggio, il giorno dopo Kai Tracid, che è un artista che seguivo tantissimo in quel periodo.
(*Come dimenticare le sue leggendarie produzioni con la pistola? Da A*S*Y*S a Warmduscher, passando per Silent Breed…
*Nota per i non addetti ai lavori: la pistola era disegnata :-D in quanto logo dell’etichetta di Kai, la Tracid Traxxx).

Com’è stato il mio esordio? Ricordo che ho perso il sorriso per tutta la settimana che precedeva quella domenica, da Tolmezzo sono arrivate trenta persone automunite per sostenermi, ero tesissimo, ma una volta salito in consolle, con l’aiuto di Marzio che mi ha fatto sentire sempre a mio agio incoraggiandomi, è filato tutto liscio.
Ho trasformato la tensione in concentrazione, questa è un’arma questa che sfodero ogni volta che serve. Ho suonato oltre il solito orario, e a fine serata, mi sono accorto che di fianco alla consolle, c’era tutta la proprietà del TNT con Max Ferri, che mi ha proposto di tornare a suonare lì la notte di Capodanno, e in altre domeniche pomeriggio. Ho poi lavorato con lo staff TNT al Mirò nel 1999 e poi …lo Stato chiamò e partii militare arruolandomi nell’Arma dei Carabinieri.

*Cris Dj carabiniere! Questa proprio la ignoravo. Adesso lo tormenterò per tutta la vita di mandarmi una foto in divisa :-D non ditegli nulla :-P

Dopo 3 anni alla discoteca “Al Lago” venni ricontattato da Silvio, con il benestare di Marzio e Lady Brian e così… dal 2003 ho realizzato un sogno, il primo dei tanti.

Qual é stato il tuo momento di massima esaltazione personale?

Ho vissuto moltissime serate intense, soprattutto al “TNTKamasutra”, ma non riesco a ricordare un momento particolare di esaltazione personale. Penso che… serata dopo serata, sia il pubblico a giudicarti, anche inconsapevolmente, nel bene e nel male. Quando posso, cerco di stare in mezzo alla gente, per due parole, un saluto, o per ragionare, confrontarsi, crescere. Non cerco un momento di esaltazione personale, cerco di contribuire a far divertire il pubblico che ho davanti, mi sento un ingranaggio di una macchina, composta di tante parti che devono lavorare assieme, ognuna con il proprio ruolo.

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Hai avuto modo di affiancare uno dei più grandi d.j. italiani: Marzio Dance, un uomo dal carisma incredibile che purtroppo, ci ha prematuramente lasciato la scorsa estate lasciando un vuoto incolmabile. Tu con lui avevi un legame particolare e molto profondo. Ti va di parlare della vostra amicizia?
Hai detto bene, avevamo un legame davvero particolare, sono passati quasi sette mesi e ancora non mi rassegno al fatto che non ci sia più… mi ripeto qui, tempo fa scrissi che l’artista Marzio l’hanno conosciuto in tantissimi, io ho avuto il piacere di conoscere anche il suo lato umano, la sua generosità, il suo carisma, la semplicità e cultura di un uomo che sapeva sempre stupire, anche nelle cose più semplici. Mi ha insegnato molto più di quanto mi rendo conto di aver imparato, a me e al mondo della notte, lavorativamente parlando, ha insegnato che avere 100 o 3000 persone davanti non fa differenza, perché hanno pagato un biglietto, sono lì per divertirsi, e si aspettano che tu li faccia divertire! Facile o no, devi provarci tutta la sera, perché loro hanno scelto, di essere lì quella sera, hanno scelto te, il locale, la festa. Non è sempre facile: Marzio, come minimo dava il massimo, sempre.

Ti ricordi la vostra più bella serata assieme? Cosa accadde?
Ricordo una delle tante cene che abbiamo fatto nella sua amata Firenze, assieme a Max Ferri. Vennero a prendere me e la mia fidanzata in hotel, ci portarono in centro in un ristorante “per fiorentini”, e mangiammo “la bistecca” (meglio conosciuta come fiorentina ;) . Marzio era innamorato di Firenze, come tutti i fiorentini e anche di più, ne conosceva aneddoti, storia e storie, arte, letteratura. Io spesso restavo in silenzio, ad ascoltarlo affascinato, passeggiando per le vie del centro. Un esempio? Il Corridoio Vasariano me l’ha raccontato lui, cercate su Google, cercate ;)

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Te la senti di dirgli pubblicamente qualcosa di particolare che per qualche motivo non sei riuscito a dirgli?
No, penso di avergli detto tutto quello che pensavo. Se non a parole, con gli occhi. Marzio sapeva capire le persone e le emozioni che provavano, solo guardandole negli occhi, nei momenti felici e no. Ci volevamo bene davvero, lo abbracciavo ogni volta che lo vedevo arrivare. La stima che proverò per sempre per lui sarà, com’è sempre stato, quella verso una persona straordinaria che ricordo sempre con il sorriso, perché lo donava a tutti. Era una persona molto riservata sulla sua vita privata, lo è stato fino all’ultimo, e lo ringrazio anche per questo.
Noi scherzavamo sempre, ci si capiva con uno sguardo, ci sentivamo per raccontarci com’erano andati gli eventi che non vivevamo assieme, ci si trovava prima o dopo le serate per cenare assieme, si faceva molto gruppo, e lui ne era il collante. Quando apriva bocca, pendevamo tutti dalle sue labbra, perché era evidente per chiunque il suo spessore umano e culturale, un’educazione e un’intelligenza fuori dal comune. Penso che non ne facciano più di persone così.

Dopo aver rimesso piede al TNTKamasutra dopo otto anni… (! :-D La storia, la sappiamo noi, un giorno ve la racconteremo :-D) ho notato che… parlavi al microfono. Se non sbaglio, prima non lo facevi. Ti è costato fare questo cambiamento? Ti piace fare animazione?
In realtà ho sempre parlato, perché come ti dicevo, ho iniziato al microfono in radio e poi in discoteca e nelle piazze. Semplicemente, avendo lavorato molto spesso con bravissimi vocalist (Marzio in primis, che è stato sempre il mio riferimento assoluto e inarrivabile) io non parlavo. Non faccio altri nomi di vocalist perché sono tantissimi e bravissimi.

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Certo che mi piace fare animazione, molto! Adoro vedere il pubblico che risponde, mi piace avere qualcosa da dire, indifferente che sia serio o divertente, mi piace parlare con loro …più che a loro.
Marzio è stato da sempre un sostenitore di questo, anni fa facevamo le “sfide” al TNT, doppia consolle, due DJ e due vocalist, facevo quasi sempre il vocalist a lui, puoi immaginare l’emozione.

Mentre Cris si esprime, in realtà ricordo benissimo le sfide di cui mi parla, perché spesso andavo a vederle, e pertanto, non posso fare a meno di sentirmi un’emerita idiota nell’avergli posto questa domanda :-D però Marzio era immenso, e quando la sua voce si liberava attraverso il microfono, non esisteva più nulla al di fuori di lui. Qualsiasi cosa dicesse, era comunicazione, fosse anche stato solo il suo leggendario “Aooooooouuu” :-D <3

Qual è stato l’ ospite del Kamasutra che in assoluto ti è piaciuto e ti ha coinvolto di più?
Come faccio a darti una risposta? Difficilissimo fare un nome solo, ne ho visti così tanti!
Provo a rispondere in modo furbo: quando si parla tra djs, tecnicamente, come gusto musicale, per il fatto che non sia mai scontato, un signore dentro e fuori dai locali per aver creato uno stile tutto suo, prima che per le produzioni, molto spesso il nome che esce è Francesco Farfa. Ho avuto il piacere di sentirlo al TNT quattro volte, di cui una recente, e davvero posso dire che sia un artista completo, stimato da djs e pubblico, elegante nel suono e nel comportamento.

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Tra i colleghi chi stimi di più?
Con moltissimi di loro sono orgoglioso di poter dire di aver stretto negli anni una bellissima amicizia. Per anni compravo i loro dischi, poi li vedevo arrivare con i loro cd promo per me. Stimo di più chi continua a mettersi in gioco, facendo quello che sa fare, nonostante cambino i tempi, e anche il pubblico. Far divertire emozionando, ognuno nel suo genere, senza cedere il passo all’esaltazione.

La tua consolle, è rimasta la stessa ma… musicalmente e nell’impatto con la gente, che cosa trovi di cambiato oggi rispetto a dieci anni fa?
Forse manca la voglia di divertirsi rispetto a dieci anni fa, ora c’è chi ha 5000 amici su Facebook ed è da solo a casa. Manca la voglia di stare insieme, mentre sono cariche le pistole per giudicare senza rendersi conto che spesso, dietro un progetto, c’è chi ci crede veramente, e ci investe pure parecchio.
Spesso siamo tormentati con il terrorismo mediatico, che fa sembrare questo periodo più nero di quello che è. Oppure ancora, esperti meteo che nel dubbio dicono che pioverà, e con quel dubbio la gente nemmeno parte da casa.
Fino a dieci anni fa, la musica da discoteca in generale era ascoltabile soltanto (appunto) in discoteca e nelle varie compilations che si trovavano nei negozi. Ora la fruibilità della musica è immediata, ed è ovunque. Internet ha aperto opportunità enormi, ma se da una porta chiusa passano solo gli spifferi, aprendo la porta entra di tutto. La diffusione della musica in rete è stata regolamentata in maniera chiara relativamente da poco, dal primo “Napster” i primi “nerd” hanno provato a scroccare il lavoro altrui sfruttando la rete, e magari qualche anno dopo, erano gli stessi che si lamentavano perché avevano creato dei software utilissimi che nessuno voleva comprargli. La rete è cosa buonissima, per promozionare e divulgare, è una vetrina immediata. Ma è chi sta sopra che non ha la cultura di chi ci stava fino a 10 anni fa. Ora siamo sommersi di input e la quantità è a discapito della qualità. Leggende metropolitane narrano che Robert Miles bussò per due anni alle porte delle case discografiche per farsi produrre “Children*.*
Oggi questo non succede: vuoi che ti producano un disco? Basta pagare e ti trovi il tuo file in vendita online, o il Cd. Chi filtra tutto questo? Chi ha la capacità di riconoscere un “Children” di ora da un disco composto da colpi di tosse?

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Tuttora, che cosa provi prima di salire in consolle? Hai un rituale sciamanico tuo?
Non ho un mio rituale, le uniche due cose che porto sempre sono la medaglietta del TNTKamasutra al collo, e un braccialetto cui sono molto affezionato. Cosa provo? Un brivido, sempre, che sia in consolle o in studio in radio, quando alzi il cursore e tocca a te è un’emozione che a parole è difficile da spiegare, molto difficile.
Visto che l’hai descritto così, ci terrei a precisare una cosa sul soprannome “Lo Sciamano”: me lo diede Marzio il primo anno di TNT, perché secondo lui, “Cris DJ” era un po’ un nome di uno alle prime armi, e dato che nel 2003 iniziava l’invasione dei djs (l’aveva vista lunga già ai tempi), mi aveva suggerito di cambiare nome d’arte, mettendo semplicemente il mio nome e cognome, anche se a me sembrava allora troppo house. Ora ci sto ripensando ;)Lo Sciamano”, perché utilizzavo molto i primi filtri dei mixer e i loop dei CDJ, mi divertivo a personalizzare i miei set quando ancora in discoteca non si utilizzavano computer e software. Lo sciamano fa magie.
Pensandoci, quindi, entrambi iniziamo con “Scià” :D (dove ho mai sentito questo verso? <3 <3 magari, un domani, potremmo produrre qualcosa con lo pseudonimo Scià vs. Sha :D un legno assoluto con versione teck –house. Sì, perché no #bastacheluinonlosappia :D

Cris, cosa è successo nell’intrattenimento? Perché le discoteche (al di fuori di alcune) non funzionano più?
Ci sono moltissimi locali in meno, per diversi motivi e colpe. In primis, colpa della poca cultura che certi gestori hanno, del PR-DJ, o dell’ostentare ricchezze che non si hanno e che onestamente a ben pochi interessa di avere, se non per appartenere a un’elite che non è di queste zone (nemmeno di questi periodi).
Per fortuna, esistono ancora locali di proprietà, il TNT è uno di questi, in cui chi li gestisce, conosce i meccanismi e ne impara ogni giorno di nuovi, e di certo si sbatte di più per far funzionare un locale rispetto a gestori “usa e getta” che sfruttano la stagione in base al budget preventivato. Un esempio: tratterai sempre meglio la tua auto rispetto a quella che prendi a noleggio. Quando qualcosa è tuo, t’impegni a farlo durare di più e a sfruttarlo a lungo termine. Lo aggiorni, fai manutenzione, e investi in impianti al top che sai di dover ammortizzare nel tempo.

Secondo il tuo punto di vista, è vero che il pubblico ha cambiato modo di godersi i locali e non socializza? La gente non sente davvero più la musica?
La sente la musica, certo che si! In questo momento storico, moltissimo dipende da come una cosa viene proposta, e ci sono persone abilissime a proporre come buona anche una cosa schifosa. Sui social siamo invasi da feste di tutti i tipi: dalla baita in montagna per il compleanno, alla festa in discoteca, al bar sotto casa, all’evento europeo o mondiale. Torniamo al discorso “quantità-qualità”: CHI è in grado di accorgersi da solo dove e cosa merita? Forse solo chi ha qualche anno sulla schiena. Chi ha vissuto solo determinate feste ed esperienze, non ha lo stimolo per conoscerne di altre, soprattutto se nelle prime non si è divertito granché.
Mi capita di vedere feste messe insieme con un pretesto qualunque, senza nulla di artistico, senza niente di particolare, senza un genere guida, con quel “musica a 360” che di 360 ha solo il giramento di palle. Troppa paura di fare selezione musicale? Oppure “pur di suonare mi porto dietro – o mi scarico – anche il liscio, non si sa mai che arrivi qualcuno a chiedermi qualcosa di folk”?
Soprattutto, mi capita a fine serata, mentre mi sto per addormentare la domenica mattina, di leggere su Facebook che TUTTI hanno avuto una serata pazzesca, TUTTI! (*#top #perimasssimi #solopernumeriuno #laverafestaèsoloqui… anch’io mi diverto tantissimo la domenica mattina nel medesimo modo :D).
Cioè ragazzi: se ci leggono da fuori, sembra che mille locali abbiano il sold out, la crisi è un’invenzione allora? No, ci sono posti in cui basta avere quarantotto persone e sono full.

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Pubblicità progresso: dieci motivi per venire al Tnt :D
Ci sono spesso ospiti di livello internazionale.
Ci sono tre sale con prodotti musicali differenti.
C’è un’atmosfera unica
Si percepisce il senso di appartenenza
Il TNT ha scritto (e continua a farlo) una parte della storia della musica elettronica.
Impatto audio-luci-video.
Allestimenti a tema con le serate.
Costumi.
Prezzi contenuti pur essendo in Veneto.
Ci lavoro io! :D

*ASCOLTA CRIS DJ SU SOUNDCLOUD!
https://soundcloud.com/cris-dj-1

Che cosa ne pensi delle nuove tecnologie per mixare (Traktor, ecc…)? Aiutano i d.j. professionisti, oppure creano sleale concorrenza sul mercato?
Sono da sempre affascinato dalle nuove tecnologie, ma questa del software non mi ha mai preso davvero. Credo ci siano due categorie di djs che utilizzano un controller: la prima è la categoria che mette insieme dei suoni, personalizzando ogni suo set e rendendolo unico e irripetibile. Non mixa canzoni ma miscela suoni e crea un’onda musicale tutta sua.
La seconda, è quella del DJ che utilizza il controller (CDJ, giradischi o controller USB) per suonare la musica che ha all’interno del PC o Mac.
Ci sono diversi modi per utilizzare queste tecnologie, principalmente secondo la situazione. Se nel primo caso è più un discorso da DJ da club, la seconda categoria è quella maggiormente diffusa. Di certo i software aiutano, mettono a tempo suoni o canzoni, ma alla fine, qualunque sia il mezzo per mettere insieme la musica, l’importante è far divertire chi si ha davanti. Non mi sbilancio in percentuali, ma la maggior parte dei clienti non vede o non capisce, oppure, non sanno come viene riprodotta la musica, perché la maggior parte di loro non è lì per quello ma per divertirsi. Forse è più un pensiero per gli addetti ai lavori. Per fortuna, in nessun software o CDJ potranno mai mettere il tasto “divertimento” quello sarà sempre e per sempre solo merito di chi sta in consolle a maneggiare il tutto, con il proprio gusto, azzeccandoci o no, ma il cervello umano non potrà mai essere sostituito da una fredda macchina.

Grandissima risposta!!!!!!!

Che cosa dovrebbero inventarsi gestori e art director per creare una situazione di successo?
E ti pare che te lo scrivo io? (-.-‘ e che diamine, ci provo io!! :D)
Scherzi a parte, non è facile comprendere e continuare a capire cosa possa piacere alla gente, soprattutto quando si gestisce una situazione invernale. D’estate è un po’ più semplice perché i turisti/villeggianti cambiano continuamente e ti creano una fetta di presenze settimanale, se riesci a convogliarli nel tuo locale, ovviamente.
Sono da sempre contrario agli ingressi gratuiti (tranne che in situazioni mirate) perché minano il valore del locale, lo sminuiscono, lo fanno sembrare un grande bar dove se non ti piace la situazione, prendi e te ne vai. C’è chi ne fa uno dei motivi per accattivarsi il pubblico, c’è chi invece lo fa saltuariamente gestendo in modo ben preciso la selezione degli ingressi. In generale, un biglietto d’ingresso è giustificato da una presenza artistica, sia musicale sia di contorno, a chi paga devi garantire uno spettacolo, una sicurezza, un’atmosfera differente da un bar, dove per dimensioni e capienze questo non può essere curato.

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Non mi sento di dare consigli a chi di mestiere fa l’organizzatore, è compito suo essere sempre aggiornato su come cambino tempi e gusti, se fosse tutto così semplice, avremmo il triplo di persone nelle discoteche e in giro la notte in generale. Ho letto troppe cose scritte da chi spesso il weekend se ne sta in casa! Non si rendono conto che sono i primi esempi d’insuccesso, e magari perdono tempo a scrivere “come si fa”.
Quel che spero, è che ci sia sempre del sentimento sotto, “in che modo possiamo far divertire” piuttosto che “in che modo possiamo fare più soldi possibili” è ovvio che alla fine la verità stia in mezzo ma voglio continuare a credere che l’intento principale sia il far divertire il pubblico affinché torni da te, piuttosto che fare le rapine “one shot”.
Voglio continuare a sperare in locali ed eventi in cui si continui a scrivere storia, riferimenti nuovi, per avere un domani, un passato da ricordare. Vedo troppo spesso amarcord degli anni che furono, inflazionando un periodo che ha dato tantissimo, ma dal quale non possiamo continuare a spremere emozioni, se non in feste davvero calibrate e originali.

CANALE YOUTUBE DI CRIS DJ: https://www.youtube. … HCCWnSxvJCqiUdhHUBxA
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