Fortissima scossa di terremoto in Cile, si teme uno spaventoso tsunami
L’epicentro del sisma sarebbe stato individuato a circa 200 km a nord di Santiago, evacuate un milione di persone, ci sarebbero anche dei morti.
Nella notte fra mercoledì e giovedì, una fortissima scossa di terremoto di magnitudo 8.3 ha terrorizzato Santiago, capitale cilena di 5 milioni e mezzo di abitanti. L’epicentro, secondo i primi rilevamenti, sarebbe stato individuato a circa 200 km a nord della città, nella zona di Illapel: da qui la terra ha tremato con una violenza inaudita e la prima scossa sarebbe stata ‘lunga, molto lunga’ a detta dei testimoni. Erano circa le 19:54 quando la terra ha tremato la prima volta e successivamente si sono verificate altre tre scosse con intensità sempre minore. Poco dopo le 20, infatti, la magnitudo era scesa a 7.1 (comunque ragguardevole), mentre alle 20 e 15 era arrivata a 6.8. Circa un milione di abitanti della capitale cilena sono stati evacuati durante la notte, ma la cattiva notizia è che sarebbero almeno cinque le vittime di uno dei terremoti più gravi della storia del Sud America. E nonostante i cileni siano quasi abituati a sentire la terra tremare, la paura di stanotte resterà impressa nella testa dei presenti per molto altro tempo a venire.
L’allerta Tsunami
Fra le notizie di cronaca più importanti di questo periodo, insomma, è impossibile non inserire questo forte terremoto cileno, che ha colpito almeno tre Stati nella notte fra mercoledì e giovedì. Repliche della scossa, infatti, sarebbero state avvertite anche in Uruguay e Argentina, ma il peggio, secondo gli esperti, potrebbe verificarsi nelle prossime ore. Sulla costa cilena del Pacifico, infatti, onde di almeno quattro metri si sarebbero alzate dopo che il mare si era ritirato dopo la prima scossa. Le forze dell’ordine del Paese hanno immediatamente dato l’allarme tsunami, facendo allontanare chiunque si trovi lungo le coste dell’Oceano. Paradossalmente, molti cileni si stavano preparando per un ponte nel weekend in occasione di una nota festa popolare, ma la maggior parte di loro sta già facendo retromarcia tornando nell’entroterra sudamericano. (blastingnews.com)