Morta l’attrice Rossana Podestà, femme fatale e simbolo dell’erotismo
10 DICEMBRE 2013 - È morta oggi a Roma, a 79 anni, l’attrice Rossana Podestà. Aveva partecipato a molti film storici fra gli anni Cinquanta e Settanta e era stata protagonista del film Sette uomini d’oro, diretto da Marco Vicario che poi sarebbe diventato suo marito. A metà degli anni Ottanta si era ritirata dalle scene per cominciare una nuova vita con il compagno alpinista Walter Bonatti, scomparso nel 2011.Rossana (vero nome Carla Dora) Podestà era nata a Tripoli il 20 giugno del 1934 e aveva debuttato sul grande schermo appena sedicenne, grazie al regista Léonide Moguy che l’aveva scelta durante il casting per Domani è un altro giorno. Il film fu l’inizio di una carriera che conta una sessantina di film sia in Italia che all’estero.
Bel viso e bel fisico, non fu difficile per Rossana Podestà diventare una ragazza-copertina. All’inizio della carriera posò pr numerose riviste, negli anni Sessanta, poi decise di dedicarsi completamente al cinema approfittando dell’ondata cosiddetta del “Neorealismo rosa”. Risalgono a quell’epoca film come Guardie e ladri di Steno e Mario Monicelli (1951), Gli angeli del quartiere di Carlo Borghesio (1952), Le ragazze di San Frediano di Valerio Zurlini (1954).Ma sono, questi, anche i tempi in cui il cinema italiano scopre il “pelum”, i film d’ambientazione storico-mitologica. Al boom delle produzioni corrisponde una forte richiesta e la poco più che ventenne Rossana si ritrova in tunica, gioielli e boccoli nei “sandaloni” all’epoca di grande successo.
La sua carriera ha una svolta nel 1953, quando interpreta nausicaa nell’Ulisse di Mario Camerini. La sua carriera diventa internazionale, prima con La rete del messicano Emilio Fernandez, film apprezzato al Festival di Cannes del 1954, in cui l’attrice ha il ruolo di una donna sensuale e appassionata, contesa da due banditi, poi con il kolossal Elena di Troia di Robert Wise (1956) in cui riesce a conquistare il ruolo da protagonista spuntandola su concorrenti del calibro di Liz Taylor, Ava Gardner, Lana Turner. Seguiranno altri film come La spada e la croce di Carlo Ludovico Bragaglia (1958), La furia del barbari di Guido Malatesta (1960), Sodoma e Gomorra di Robert Aldrich (1962) per citarne solo alcuni. Rossana Podestà sembra diventata insostituibile nei titoli di genere mitologico, grazie anche a una fisicità alla quale tutti riconoscono grande fascino e un’eleganza distante dalle “maggiorate” in voga all’epoca.
Ma ad attendera la carriera, e in questo caso anche la vita dell’attrice c’è un’altra svolta. Quella che arriva grazie all’incontro con il regista e produttore Marco Vicario, che diventerà suo marito e che penserà per lei ruoli del tutto nuovi rispetto a quelli che l’avevano portata al successo, trasformandola in una femme fatale tutta alta moda e macchine da corsa pronta per la quale gli uomini perdono irrimediabilmente la testa. Sarà così nel grande successo commerciale I sette uomini d’oro (1965), diretto e prodotto da Vicario, che avrà sequel meno fortunati (Il grande colpo dei sette uomini d’oro) e numerose imitazioni.
Tra interruzioni e ritorni, negli anni a seguire l’attrice si misura anche con la commedia (Paolo il caldo, sempre di Marco Vicario) e nel film drammatico (Segreti segreti di Giuseppe Bertolucci, 1985, dove interpreta il ruolo della madre di un terrorista). (da La Repubblica)