Cicuta Minore — Cicuta virosa
La cicuta minore è una pianta perenne che raggiunge i 2 m di altezza e che possiede un rizoma massiccio diviso internamente in compartimenti. Il rizoma spezzato emana un odore di sedano e lascia sgorgare un succo giallastro, che scurisce all’aria, di gusto vagamente zuccherino. Il fusto è cavo e si divide all’apice in una specie di verticillo. Le foglie sono grandi, bi-tri-pennate, formate da foglioline lanceolate fortemente dentate. Quelle della zona superiore hanno un corto picciolo o aderiscono al fusto con la loro guaina e sono molto meno frastagliate. Gli ombrelli sono alla sommità di lunghi peduncoli ; compaiono da luglio a settembre e sono formati da fiorellini bianchi. I frutti sono ovoidali e piatti lateralmente, ornati da 10 coste ottuse e da un calice poco visibile. La cicuta minore è frequente nelle acque limacciose e nelle paludi di tutto l’emisfero settentrionale, dalle pianure agli altipiani. Vive bene anche nelle acque da una piena per andare a fissarsi più lontano. Predilige un suolo di fango acido dove giunge a moltiplicarsi al punto di divenire invasiva. È un’erba nociva difficile da distruggere. È una pianta estremamente velenosa, senza dubbio la più tossica di tutta la famiglia delle ombrellifere. Tutti i suoi organi, e in particolare il rizoma, contengono un veleno amaro, la cicutossina, che vi si accumula soprattutto in primavera. Inoltre, la pianta contiene un alcaloide, la cicutina, e un olio aromatico non tossico. La cicutossina agisce sul sistema nervoso centrale, sul cervello e sull’epidermide. L’avvelenamento è caratterizzato da violenti attacchi di vomito, da dolori di testa e da spasmi cardiaci, seguiti da paralisi del cervello, poi dalla morte. Nella Grecia antica questo veleno, probabilmente mescolato ad altri, serviva per l’esecuzione capitale dei cittadini condannati, che la legge impediva di colpire, ma che il loro onore obbligava al suicidio in pubblico, per ingestione di tale pozione.