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Piante comunicano con germogli, come madri con il feto

germogli-alberoScoperto il primo messaggero molecolare che mette le piante in comunicazione con i loro germogli

Come le madri con il feto, anche le piante comunicano con il loro germogli e il linguaggio molecolare che permette questo dialogo si basa sull’ormone chiamato auxina. Lo indica la ricerca pubblicata sulla rivista Nature Plants e coordinata da Jiri Friml, dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Austria, e Thomas Laux, dell’università tedesca di Friburgo.
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Erba Saetta o Occhio d’Asino - Sagittaria sagittifolia

erba saetta Questa pianta di palude o delle rive si nota facilmente grazie alle foglie decorative di forma lanceolata, sorrette da un rizoma corto e spesso che si ramifica in tutte le direzioni in stoloni bulbiformi ricchi di amido. Le foglie del ciuffo possono avere diverse forme : le prime a comparire sono le foglie sommerse, lineari, lunghe parecchi decimetri, che fluttuano a mezz’acqua. Queste foglie spariscono in seguito per lasciare il posto a foglie picciolate con il lembo lanceolato. Infine compaiono le caratteristiche foglie lanceolate, erette e sostenute da lunghi piccioli. Gli steli fiorali, di sezione triangolare, raggiungono 1 m di altezza e reggono un grappolo composto di verticilli di fiori unisessuali disposti a tre a tre, che si dischiudono progressivamente da giugno a luglio. I fiori inferiori, dotati di ovario, hanno petali bianchi, mentre i fiori superiori, dotati di stami, hanno peduncolo più lungo, calice rossastro e petali bianchi con unghia color porpora. Gli stami sono 30. I frutti sono acheni uncinati disposti in glomeruli sferici. Questa specie si moltiplica anche per mezzo dei bulbilli posti all’apice degli stoloni. L’erba saetta può formare grandi colonie in acque basse tranquille, ma soprattutto in acque stagnanti. Si trova in tutta l’Europa, in Asia fino all’Himalaya, in Giappone e a Formosa. I bulbilli, che compaiono soprattutto in autunno, sono più ricchi d’amido e di proteine che le patate. Crudi, hanno un gusto di noce, e cotti di piselli. Proprio come le patate, possono essere cotti sotto la cenere.

Calamo Aromatico - Acorus calamus

calamo aromatico Famiglia: Aracee - Questa pianta di palude, alta fino a 1,50 m, si presenta in ciuffi radi, che si dipartono da un rizoma spesso, ramificato, di consistenza spugnosa ma densa, di colore bianco o rosato all’interno. Dalla faccia inferiore partono corte radicole avventizie. Le foglie sono distiche, lunghe circa 1 m, fatte a spada, provviste di una guaina a forma di gronda ispessita alla base. Gli steli fiorali hanno una sezione quasi triangolare, acuta da un lato, scanalata dall’altro. I fiori sono piccoli, non particolarmente attraenti, di colore verde-giallastro con un perianzio scarioso e 6 stami. Questi sono disposti in una spiga cilindrica, dapprima verde poi brunastra, che può misurare 8 cm di lunghezza. La spiga sembra nascere sul fianco dello stelo : in realtà è terminale, ma la spata, caratteristica della famiglia, è verticale e la sposta di lato. Questa sembra una lunga lama fogliacea che prolunga lo stelo. I frutti sono lunghe bacche rosse. Non si vedono mai nelle nostre regioni, perché il calamo aromatico è una pianta importata che si è naturalizzata da noi; i frutti si formano regolarmente nella sua patria di origine, l’Asia orientale. Il calamo aromatico proviene dalle regioni tropicali dell’Est asiatico; di qui si è esteso verso occidente, poi nel mondo intero, introdotto in ogni luogo per le sue virtù medicinali note fin dai più remoti tempi. Oggigiorno è abbondante in tutta l’Europa centrale e orientale, nell’Italia settentrionale, nei Balcani, in Francia, in Asia e nelle regioni orientali dell’America del Nord. Il calamo aromatico fu introdotto come pianta viva per la prima volta in Europa nel 1574 : il botanico Clusius, ricevutolo dall’ambasciatore alla corte di Costantinopoli Augerius Ghislenius Busbequius, riuscì a coltivarlo a titolo di curiosità nelle collezioni del giardino botanico di Vienna. Altre cronache fanno risalire la sua introduzione al 1557: sarebbe stato Mattioli a riceverlo a Praga, sempre da Costantinopoli. I botanici, i naturalisti e poi i monaci e gli erboristi si sono incaricati in seguito di disseminarlo allo stato naturale, permettendone una rapida moltiplicazione. Il calamo aromatico emana un odore particolarmente intenso. Soprattutto il rizoma è molto aromatico poiché contiene un glucoside amaro chiamato acorina, due alcaloidi, la calamina e la colina, molto amido e soprattutto oli volatili aromatici. Le proprietà medicinali del rizoma sono conosciute da tempi immemorabili; si utilizzava nell’antica India, nei paesi arabi, in Grecia e a Roma. L’estratto serviva a pulire le piaghe, a curare i crampi allo stomaco, la flatulenza, la scrofolosi infantile e diverse malattie epidemiche. Stimola la digestione, e messo nell’acqua del bagno tonifica. Le donne romane aggiungevano il decotto del rizoma al bagno per essere più belle e più fresche. Masticare il rizoma fresco protegge contro le malattie infettive, grazie al suo potere antisettico. Può anche essere conservato nell’alcool e serve alla fabbricazione di liquori; il suo estratto fa parte degli ingredienti della vera Bénédictine e della Chartreuse. Il rizoma può anche essere usato nella composizione di dentifrici, di alcuni profumi e in pasticceria. In Turchia è particolarmente apprezzato candito.


 
 

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