C’è chi per comprare un nuovo iPhone 6 o iPhone 6 Plus è disposto a fare un’interminabile fila, ma anche chi è disposto davvero a tutto, come ad esempio affittare la sua fidanzata in cambio di soldi. È quanto ha fatto un giovane cinese, protagonista di un episodio curioso ma molto singolare.
I nuovi iPhone 6 hanno appena fatto il loro debutto nel mercato e i fan Apple si sono fatti subito notare in tutto il mondo. Un ragazzo è ad esempio stato protagonista del primo drop test involontario del melafonino, mentre uno studente di Shanghai – Wei Chu – ha provato un modo estremo per poter comprare l’iPhone 6: si è infatti piazzato davanti il campus universitario locale con un cartellone, tramite il quale offriva la sua fidanzata 21enne (Xiao Ai) in cambio di denaro.
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La Cina ha dichiarato guerra ai software occidentali. A fine maggio, il governo aveva vietato l’installazione di Windows 8 sui computer della pubblica amministrazione. All’inizio del mese, la stessa sorte è toccata agli antivirus. L’obiettivo del paese asiatico è ridurre al minimo la dipendenza dalle aziende straniere, in particolare statunitensi. Per questo motivo, la Cina ha avviato lo sviluppo di un proprio sistema operativo.
I rapporti commerciali tra Cina e Stati Uniti sono diventati meno idilliaci dopo le accuse reciproche di cyberspionaggio, originate dallo scandalo Datagate. Il governo ha giustificato il divieto di usare Windows 8 con il rischio di rimanere senza supporto tecnico, quando Microsoft interromperà la distribuzione [Leggi tutto…]
Chi ha seguito l’evoluzione del mercato del vino in Cina molto probabilmente è rimasto inorridito e perplesso. Vini di tradizione secolare, prodotti dai celebri vigneti del sud-ovest della Francia, sono stati sistematicamente assorbiti dalla grande potenza commerciale cinese. Ma non solo. I cinesi si sono insediati in prossimità dei laghi di Latour, i bacini di Batailley, mari di Segur-e quindi non solo il vino, ma interi vigneti e castelli circostanti … Negli ultimi tre anni hanno acquistato cinque castelli, tra cui di Pomerol Château de Viaud da parte del gruppo cinese dei cereali COFCO.
E c’è di peggio, almeno per gli amanti della denominazione Francité, che ne scatenerà l’ira: i cinesi non solo controlleranno l’intera vite e l’imbottigliamento nei loro nuovi castelli, ma ogni bicchiere che produrranno finirà in Cina.
Quello dell’est asiatico è un mercato vorace: Nel 2010, il mercato del vino in Cina e Hong Kong ha divorato 33,5 milioni di bottiglie di Bordeaux del valore di mezzo miliardo di dollari.
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