Gestire uno o più servizi con ampia autonomia decisionale: l’espletamento di fatto di queste mansioni comporta la qualifica di dirigente e l’azienda non può non riconoscere il relativo inquadramento: lo stabilisce la Cassazione che, con la sentenza n. 18165/2015, definisce
«infondata la tesi che condiziona il riconoscimento della qualifica dirigenziale alla formale investitura da parte dei vertici aziendali».
Nel caso in oggetto – il ricorso di un funzionario – la Suprema Corte ribadisce l’orientamento già espresso con sentenza n. 5809 del 2010, per cui ai fini del riconoscimento della qualifica dirigenziale:
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La Corte di Cassazione ha confermato che chi non sottoscrive la licenza d’uso del sistema operativo di un computer può restituirlo e chiederne il rimborso
Una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che chi compra un computer con preinstallato un sistema operativo possa rifiutarsi di utilizzarlo, non sottoscrivendo la licenza d’uso, andando dunque a restituirlo e facendosi contestualmente rimborsare dal venditore il valore dei programmi respinti al mittente. Il consumatore può, in sintesi, trattenersi l’hardware e farsi rimborsare la parte software.
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La Cassazione si è pronunciata su un caso molto scottante e delicato, che riveste la sfera intima famigliare di una coppia. Lei, siciliana, moglie di un pastore, si rifiutava di avere rapporti sessuali con il marito perché lui non curava la sua igiene personale; tornava dal lavoro e pretendeva, con l’olezzo del mestiere ancora addosso, di “consumare” senza troppi complimenti. La donna, nonostante il rifiuto si vedeva, con la forza, costretta a subirli. La quarta sezione penale della Cassazione ha infine deciso di condannare in via definitiva il pastore, reo di violenza privata e di stupro a due anni e mezzo di reclusione. La Suprema Corte aveva quindi ribadito che il reato di violenza sessuale [Leggi tutto…]