È una pianta perenne provvista di un rizoma macchiettato di giallo e di bruno, di fusti che possono raggiungere i 2 m di lunghezza, fittamente ramificati e ricoperti di numerose foglie lanceolate od ovoidali le cui dimensioni vanno da 6 x 2 a 25 x 4 cm. Le foglie, tutte sommerse, sono di un bel verde chiaro, di trasparenza membranosa, e mostrano una nervatura reticolare particolarmente decorativa. La nervatura centrale è spesso molto evidente e in certi germogli molto giovani, in seguito alla riduzione totale del lembo, appare essa sola. Le spighe fiorali, molto compatte, raggiungono i 6 cm di lunghezza, sono rigonfie all’estremità a forma di clava e portano piccoli fiori di un colore verde-brunastro, strettamente uniti gli uni agli altri. L’impollinazione avviene per mezzo del vento, poi l’infiorescenza sprofonda sotto la superficie, dove finiscono di maturare i piccoli frutti (3-4 mm) che terminano in un corto becco. La pianta si riproduce sovente per moltiplicazione vegetativa dei fusti o dei rizomi, e dà origine anche a numerose gemme d’inverno. Questa specie predilige le acque tranquille sia stagnanti sia dal corso molto lento, dove giunge a formare delle vere «praterie». È diffusa in tutta l’Europa, nell’Asia settentrionale e occidentale e in America del Nord, ma è rara in America del Sud.
Famiglia: Ranuncolacee - La calta è una pianta perenne provvista di un ciuffo di radici fascicolate e di fusti diritti o coricati, poco ramificati, cavi e lisci. Le foglie inferiori sono lungamente picciolate, reniformi o cuoriformi, di colore verde scuro e come satinate. Salendo lungo lo stelo, i piccioli diventano sempre più corti e le foglie superiori sono tutte piccole e completamente sessili. I fiori, di un giallo brillante, compaiono molto presto in primavera; hanno 4 cm di diametro, 5 petali e numerosi stami. I frutti, follicoli piegati all’indietro in modo caratteristico, si raddrizzano solo prima di schiudersi. La calta palustre vive nelle paludi e negli acquitrini, a tutte le altitudini e in tutta l’Europa, nelle regioni temperate dell’Asia e in America del Nord. È una pianta tossica, acre e amara che il bestiame evita spontaneamente. Se il fieno ne contiene una proporzione troppo alta, ne è svilito e può causare noie digestive. In certe regioni si fanno marinare i giovani boccioli nell’aceto per utilizzarli come i capperi sotto il nome di «capperi tedeschi». Ne esiste una varietà orticola a grande fiore, molto decorativa.
Famiglia: Scrofulariacee - La beccabunga è una pianta perenne il cui fusto può raggiungere i 50 cm di altezza. La base della pianta è strisciante e possiede numerose radici avventizie. La sommità è eretta. Le foglie sono ovoidali, ellittiche, succulente e d’aspetto brillante, opposte lungo il fusto. I fiori, di un azzurro profondo, sono disposti in grappoli lassi che compaiono nell’ascella delle foglie superiori da maggio a luglio. Il frutto è una capsula arrotondata che contiene una grande quantità di piccoli semi. La beccabunga forma spesso grandi colonie nei ruscelli poco profondi, nei canali e nelle paludi pulite. È una pianta semi o totalmente sommersa, ma può presentare forme terrestri. La forma sommersa resta verde tutto l’inverno. Essa è diffusa in tutta Europa, nell’Asia occidentale e settentrionale e fino all’Himalaya. Si trova anche nell’Africa del Nord. La pianta contiene glucosidi e oli volatili che hanno un effetto calmante ed espettorante. La medicina popolare se ne serviva per curare l’asma, la tubercolosi, l’itterizia e le malattie epatiche. L’estratto di foglie fresche è un tradizionale depuratore del sangue.