La lettera amara di un sanquirinese, alle prese con la beffa di un’opera incompiuta tra mille promesse e ritardi.
“Sono anni ormai che ogni volta che mi ritrovo a San Quirino mi capita di leggere sulla stampa o di essere coinvolto in discussioni infinite sul “Museo dei Magredi”, un’opera faraonica che è in letargo nel Brolo, in attesa che qualcuno paghi e riprendano quindi i lavori.
Questa estate 2015 non è sfuggita alla regola, con l’aggravante che più di uno degli amici e conoscenti se ne è uscito con giudizi poco lusinghieri sul fatto che i “folpi” (quelli di Cordenons) avrebbero ritirato la manina, lasciando il cerino in mano a San Quirino, che si ritroverebbe a dover pagare di più, e per un’opera che nessuno nel nostro Paese vuole veramente.
Il tutto dovrebbe essere definito entro la fine di Settembre, quando il Consiglio Comunale di Cordenons dovrebbe formalizzare il suo ritiro dal progetto, accettando il trasferimento a San Quirino di soldi e responsabilità per avanzare nella realizzazione.
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In fase di accertamento induttivo anche Internet può diventare fonte di prova per il Fisco: la sentenza della Cassazione.
La sentenza della Corte di Cassazione n. 9732/2015 legittima il ricorso ad Internet tra i metodi per l’accertamento induttivo, come fonte di prova. Il pronunciamento conferma l’orientamento della giurisprudenza secondo cui, anche in presenza di scritture contabili formalmente corrette, è possibile accertare un maggior reddito sulla base delle cosiddette “presunzioni semplici”.
La decisione si fonda sul principio contenuto nell’art. 2729 del codice civile sull’utilizzabilità delle presunzioni semplici e precisa che, diversamente da quanto accade per le presunzioni legali (come gli Studi di Settore):
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Gestire uno o più servizi con ampia autonomia decisionale: l’espletamento di fatto di queste mansioni comporta la qualifica di dirigente e l’azienda non può non riconoscere il relativo inquadramento: lo stabilisce la Cassazione che, con la sentenza n. 18165/2015, definisce
«infondata la tesi che condiziona il riconoscimento della qualifica dirigenziale alla formale investitura da parte dei vertici aziendali».
Nel caso in oggetto – il ricorso di un funzionario – la Suprema Corte ribadisce l’orientamento già espresso con sentenza n. 5809 del 2010, per cui ai fini del riconoscimento della qualifica dirigenziale:
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