Questo cardo attira l’attenzione per il colore verde scuro o addirittura giallo. È una pianta perenne il cui grosso ceppo nodoso e strisciante dà origine a fusti cavi, scanalati, talvolta un po’ ramificati nella parte superiore, che raggiungono 1,5 m di altezza. Le foglie sono grandi, di colore verde chiaro, molli; le foglie inferiori sono ovoidali o ellittiche, lobate o profondamente tagliate; i bordi e le nervature sono provvisti di aculei poco pungenti, contrariamente alle altre specie di questo genere. Le foglie cauline superiori sono cuoriformi, abbraccianti, di forma lanceolata, intere o pennatopartite. All’estremità dei fusti si trovano normalmente diversi capolini, sorretti da lunghi steli e formati da fiori bianco-giallastri, raramente rossicci, dall’odore vagamente dolce. I capolini hanno alla base un involucro di grandi brattee fogliacee di colore chiaro. Dopo la fioritura si osserva la comparsa di acheni che terminano con un’appendice irta di molteplici ordini di setole piumose. I capolini attirano particolarmente le farfalle della specie Rhodocera rhamni, le cui ali imitano l’aspetto generale delle brattee con il colore giallo-verde chiaro e l’aspetto eretto. È una pianta comune delle rive, delle paludi e delle praterie molto umide, in tutta l’Europa e in Asia. La sua altezza e il suo colore originale colpiscono l’attenzione e permettono di riconoscere da lontano i terreni eccessivamente umidi. È un’erbaccia dei prati, poiché è dura, dissecca male ed è rifiutata dal bestiame.
Famiglia : Borraginacee - È una pianta perenne interamente pelosa. Il rizoma, spesso e lungo circa 30 cm, sorregge steli che possono raggiungere l m di altezza e che sono interamente angolosi perché hanno foglie decorrenti. Tali foglie sono ovale-lanceolate, dotate nella pagina inferiore di nervature a rilievo, e si prolungano sul fusto con lunghe ali continue. I fiori, penduli, hanno corti peduncoli e sono raggruppati in cime bipare rade. La corolla, gamopetala, ha forma di una tromba rigonfia, di color malva, a volte rosa, a volte bianca, la cui gola porta delle scaglie rivolte verso l’esterno; termina con cinque lobi corti. La fioritura ha luogo da maggio ad agosto; il frutto è un tetrachenio grigio-brunastro finemente zigrinato. Questa specie è comune nelle associazioni vegetali delle rive, nei luoghi umidi e nei fossati, come pure nei luoghi di scarico, dalla pianura agli altipiani di tutta l’Europa, fino all’Asia Minore e alla Siberia occidentale, e a nord fino in Scandinavia; è naturalizzata in America del Nord. Le sue proprietà medicinali sono conosciute da sempre. Il rizoma, chiamato talvolta «radice nera», è ricco di mucillagini, di silicio e di tannino. Contiene anche tutta una serie di alcaloidi, tra i quali il principale è la sinfitocinoglossina, e un glucoside, la consolidina. La radice, nera di fuori e bianca di dentro, era utilizzata sotto forma di decotto, di estratto, di distillato o di polvere come purgante, come rimedio contro la tosse e il raffreddore di testa, e come analgesico soprattutto nei casi d’ulcera allo stomaco. Veniva impiegata anche per regolare la circolazione sanguigna e la pressione arteriosa. Il suo uso più frequente era esterno : curava gli ematomi, le varici, le fratture e le piaghe di difficile cicatrizzazione. Si applicava nelle infiammazioni delle gengive e in certe malattie articolari; è ancora abitualmente usata come callifugo. La «radice nera» ha avuto grande notorietà soprattutto nel medioevo quando veniva utilizzata per preparare pomate capaci di curare le fratture. Oggigiorno si continua a raccoglierla ; gli specialisti si interessano di nuovo delle sue virtù. Entra nella composizione di numerosi medicinali.
Famiglia: Solanacee - La dulcamara è un arboscello perenne, provvisto di un ceppo ramificato e strisciante. I fusti sono rampicanti, e all’occorrenza striscianti, legnosi alla base e di lunghezza variabile secondo la dimensione del sostegno che è loro offerto: gli steli rampicanti, che sono sempre più lunghi, spesso superano i 3 m. Le foglie sono di forma variabile: più spesso ovato-bislunghe, le superiori frequentemente astate; alcune hanno due piccoli segmenti alla base del lembo, altre sono tanto profondamente strozzate da apparire trilobate. I fiori, di un blu-violetto profondo, sono disposti in una pannocchia lassa terminale e inclinata che si origina sempre sul lato opposto alla foglia. I petali, aguzzi, dapprima disposti sul piano orizzontale, ripiegati in seguito all’indietro, hanno alla base una macchia verdastra bordata di bianco. I filamenti degli stami sono saldati a tubo e le antere sono di un bel colore giallo brillante. La fioritura avviene da giugno ad agosto. I frutti sono bacche ellittiche, a maturità di un rosso brillante, sorretti da peduncoli ispessiti. La dulcamara è frequente lungo corsi d’acqua, fossati e pozze, ma anche nelle radure e nelle boscaglie, sia nelle forme prostrate sia, più spesso, avvolta intorno ad altre piante. È diffusa in quasi tutta l’Europa e si estende fino in Cina e nel Giappone. Si può incontrare anche in Africa del Nord, ed è stata segnalata in America, senza che si sappia se vi è indigena. È una pianta tossica: soprattutto gli organi giovani, foglie e fusti, contengono solanina, dulcamarina e il suo derivato, la solanidina. Tutti questi elementi della pianta hanno un sapore mutevole: dapprima amari, diventano poi dolci sotto Peffetto dei succhi salivari che decompongono la solanina, Il nome speci?co di questa pianta e il suo nome volgare si riferiscono appunto a questa proprietà. I giovani germogli, e così pure il legno stagionato, sono utilizzati in infuso come lenitivi delle tossi nervose e in compresse contro le malattie della pelle. Ma è un rimedio pericoloso a forte dose; pertanto deve essere usato con le dovute precauzioni.