L’Orto Botanico dell’Università degli Studi di Palermo è una tra le più importanti istituzioni accademiche italiane. Considerato un enorme museo all’aperto, esso vanta un’attività di oltre duecento anni che ha consentito tra l’altro lo studio e la diffusione, in Sicilia, in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo, di innumerevoli specie vegetali, molte originarie delle regioni tropicali e subtropicali. La peculiarità di questo Orto è rappresentata, infatti, dalla grande ricchezza di specie ospitate e dalla monumentalità di alcune di esse: le favorevoli condizioni climatiche di Palermo ne fanno, infatti, un luogo ricco di espressioni di flore diverse.
L’origano, nome scientifico Origanum vulgare L., appartiene alla famiglia Labiatae ed è una pianta che cresce spontanea nei luoghi assolati e aridi fino a 2000 m s.l.m. ed è coltivata come pianta aromatica e per le sue proprietà terapeutiche.
Il fusto è eretto, quadrangolare, alto 50-80 cm, ramificato e nella parte superiore di colore rossastro e ricoperto da una fitta peluria. La radice è un rizoma strisciante nerastro provvisto di radici fibrose. Le foglie sono ovali-lanceolate, a margini lisci o leggermente dentellati, provviste di un corto picciolo, spesso pubescenti. I fiori dell’origano sono raccolti in pannocchie poste alla sommità degli steli e di un bel colore bianco - rosato - rosso provvisti di brattee rossastre - violacee e sono ermafroditi ad impollinazione entomofile soprattutto api e farfalle Il frutto è una capsula di colore scuro.
L’origano ha delle indiscutibili proprietà medicinali.
Come composizione dei suoi costituenti essenziali è molto simile al timo. La composizione in principi attivi è variabile a seconda dell’epoca di raccolta, delle condizioni di coltivazione e di come la pianta viene raccolta e conservata.
In linea di principio comunque i principali costituenti dell’origano responsabili delle loro innumerevoli virtù (gli oli essenziali sono circa il 4%) sono i fenoli per in particolare: il timolo che è un antisettico, antispasmodico e vermifugo che si usa nella preparazione dei prodotti a base di origano da utilizzare per uso interno ed esterno; l’altro è il carvacloro, un antisettico molto utilizzato in profumeria.
Altri costituenti degli oli essenziali sono grassi, proteine, numerosi sali minerali (calcio, ferro, magnesio, sodio, zinco, potassio), vitamine quali la tiamina, carboidrati.
Le proprietà dell’origano sono: antalgico, antisettico, analgesico, antispasmodico, espettorante, stomachico e tonico, aiuta la digestione, attenua i dolori intestinali ed il meteorismo ed e’ inoltre un ottimo calmante per la tosse con proprietà espettoranti.
Scoperta una proprietà anti-tumorale dell’origano, contiene, infatti, una sostanza che uccide le cellule del cancro alla prostata. Lo ha dimostrato uno studio condotto da ricercatori della Long Island University, presentato all’Experimental Biology 2012, il congresso tuttora in corso a San Diego, Usa.
Il team di Supriya Bavadekar, farmacologo della LIU, ha testato il carvacrolo, un componente dell’origano, sulle cellule del cancro alla prostata, dimostrando la sua capacità di spingere le cellule al suicidio. I ricercatori stanno cercando di capire come la sostanza induca le cellule tumorali ad autodistruggersi.
«Un vantaggio significativo è che l’origano è usato comunemente negli alimenti- spiegano i ricercatori - e questo potrebbe tradursi in una diminuzione del rischio di gravi effetti tossici se usassimo questa sostanza come un’arma anti-cancro».
Dell’origano si utilizzano le foglioline e le sommità fiorite raccolte d’estate in piena fioritura.
Sia le foglie che le sommità fiorite dell’origano possono essere essicate in luoghi bui e ventilati ma si raccomanda di effettuarla molto rapidamente dalla raccolta in quanto gli oli essenziali sono molto volatili e quindi potrebbe perdere parte delle sue proprietà.
L’origano, contrariamente a quanto accade ad altre erbe (ad esempio al prezzemolo, all’aglio, basilico, timo, ecc) con l’essiccazione mantiene il suo aroma, anzi risulta più forte e concentrato come accade anche nel rosmarino e nell’origano. Questo potrebbe essere spiegato con il fatto che la distruzione dei tessuti vegetali dell’origano, rende più disponibili gli oli essenziali che quindi si diffondono maggiormente.
I suffumigi liberano il naso.
Sparso sul cibo aiuta nelle patologie dovute ad una cattiva digestione (meteorismo, emicrania, ecc).
Bevuto come infuso è un ottimo coadiuvante nei trattamenti per la cellulite. L’infuso mescolato al vino stimola le funzioni digestive, allevia il mal di testa, i dolori intestinali ed aiuta nei casi di raffreddore.
I gargarismi aiutano nei casi di infiammazione della gola
In cosmesi l’origano viene usato per fare bagni purificanti, stimolanti e deodoranti immergendo nell’acqua del bagno un sacchetto di tela con una manciata di origano.
Ottimo per il torcicollo applicando un mazzetto di fiori di origano (come cataplasma) appena colto e appena riscaldato.
Il suo olio essenziale è molto utilizzata nell’aromaterapia ed in profumeria.
L’origano, specialmente nei paesi mediterranei è molto noto ed utilizzato come spezia per aromatizzare numerosissime pietanze.
L’origano è un buon repellente per le formiche: basta cospargerlo nei luoghi frequentati e ricordarsi di sostituirlo spesso.
L’origano è anche chiamato “erba acciuga” o “acciughero” in quanto è molto usato per aromatizzare le acciughe.
AVVERTENZE
L’origano se usato puro sulla pelle può causare irritazioni!
Concimare è una tecnica agricola usata da sempre dall’uomo per apportare al terreno gli elementi nutritivi di cui ha bisogno. Alla concimazione con sostanze chimiche si sta però sostituendo sempre di più quella biologica, che preferisce concimi di origine naturale. I fertilizzanti biologici si distinguono infatti da quelli chimici per alcuni motivi fondamentali: mettono al primo posto la salute e il rispetto dell’ambiente e non inquinano né inaridiscono il terreno. Inoltre non contaminano le falde acquifere vicine ai terreni dove avviene la concimazione, effetto deleterio della concimazione di tipo chimico. Fra i concimi naturali più usati e comuni c’è il letame, o stallatico, usato anche in forma pellettata e disidratata, formato dagli escrementi degli animali allevati in stalla, mescolati con paglia e altri materiali. Deve avere un certo grado di maturazione, ovvero restare per almeno sei mesi nella concimaia, cavallo è più indicato per i terreni argillosi. Vi è poi un concime organico ad alta efficacia fertilizzante, la cornunghia, che si ottiene dalla essiccazione e polverizzazione delle corna e delle unghie degli animali. Presenta uno dei più elevati contenuti di azoto fra i concimi organici, mediamente fra il 13 e il 14 per cento; non solo, ma l’azoto, a differenza di altri concimi, viene ceduto molto lentamente e dunque accompagna le piante per tutto il loro ciclo vegetativo. La cornunghia svolge inoltre una preziosa azione di fissazione del colore ed è dunque molto indicata per le pianperiodicamente bagnato con il liquido che si forma dalla massa accumulata, in modo che gli enzimi e i microorganismi possano trasformarlo in composto adatto a essere impiegato per le culture di ortaggi e fiori. Il letame bovino è usato per la coltivazione dei giardini ed è adatto ai terreni sabbiosi; quello di te ornamentali. Prodotto ideale per la concimazione di limoni, aranci , gerani e di tutte le piante acidofile in genere, è invece il concime composto dai lupini macinati. E’ un fertilizzante interamente costituito da materiale organico di origine vegetale che esplica una eccezionale azione di miglioramento delle caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche del terreno. Un ottimo fertilizzante che è possibile ottenere autonomamente è quello ricavato dal compostaggio, partendo dalla parte umida dei nostri rifiuti organici domestici. Requisiti necessari sono uno spazio esterno (in casa non è possibile), un cortile, un giardino, anche un balcone, e una compostiera in plastica reperibile facilmente nei negozi specializzati. La compostiera va collocata in un punto ombreggiato e riparato dal vento. I rifiuti organici vanno inseriti mescolandoli a foglie secche e controllando ogni mese il processo di fermentazione. Dopo pochi mesi il prodotto sarà pronto per concimare le nostre piante.