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Il Blog di Katya

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Sabato  23  Novembre  2024
Santo del giorno: Clemente I
Proverbio del giorno: "la notte porta consiglio"
Pasqua quest'anno: 31 marzo
Le Ceneri quest'anno: 21 febbraio
Pasqua il prossimo anno (2025) : 13 aprile
Nati oggi : Franco Nero, Mario Poltronieri

Calamo Aromatico - Acorus calamus

calamo aromatico Famiglia: Aracee - Questa pianta di palude, alta fino a 1,50 m, si presenta in ciuffi radi, che si dipartono da un rizoma spesso, ramificato, di consistenza spugnosa ma densa, di colore bianco o rosato all’interno. Dalla faccia inferiore partono corte radicole avventizie. Le foglie sono distiche, lunghe circa 1 m, fatte a spada, provviste di una guaina a forma di gronda ispessita alla base. Gli steli fiorali hanno una sezione quasi triangolare, acuta da un lato, scanalata dall’altro. I fiori sono piccoli, non particolarmente attraenti, di colore verde-giallastro con un perianzio scarioso e 6 stami. Questi sono disposti in una spiga cilindrica, dapprima verde poi brunastra, che può misurare 8 cm di lunghezza. La spiga sembra nascere sul fianco dello stelo : in realtà è terminale, ma la spata, caratteristica della famiglia, è verticale e la sposta di lato. Questa sembra una lunga lama fogliacea che prolunga lo stelo. I frutti sono lunghe bacche rosse. Non si vedono mai nelle nostre regioni, perché il calamo aromatico è una pianta importata che si è naturalizzata da noi; i frutti si formano regolarmente nella sua patria di origine, l’Asia orientale. Il calamo aromatico proviene dalle regioni tropicali dell’Est asiatico; di qui si è esteso verso occidente, poi nel mondo intero, introdotto in ogni luogo per le sue virtù medicinali note fin dai più remoti tempi. Oggigiorno è abbondante in tutta l’Europa centrale e orientale, nell’Italia settentrionale, nei Balcani, in Francia, in Asia e nelle regioni orientali dell’America del Nord. Il calamo aromatico fu introdotto come pianta viva per la prima volta in Europa nel 1574 : il botanico Clusius, ricevutolo dall’ambasciatore alla corte di Costantinopoli Augerius Ghislenius Busbequius, riuscì a coltivarlo a titolo di curiosità nelle collezioni del giardino botanico di Vienna. Altre cronache fanno risalire la sua introduzione al 1557: sarebbe stato Mattioli a riceverlo a Praga, sempre da Costantinopoli. I botanici, i naturalisti e poi i monaci e gli erboristi si sono incaricati in seguito di disseminarlo allo stato naturale, permettendone una rapida moltiplicazione. Il calamo aromatico emana un odore particolarmente intenso. Soprattutto il rizoma è molto aromatico poiché contiene un glucoside amaro chiamato acorina, due alcaloidi, la calamina e la colina, molto amido e soprattutto oli volatili aromatici. Le proprietà medicinali del rizoma sono conosciute da tempi immemorabili; si utilizzava nell’antica India, nei paesi arabi, in Grecia e a Roma. L’estratto serviva a pulire le piaghe, a curare i crampi allo stomaco, la flatulenza, la scrofolosi infantile e diverse malattie epidemiche. Stimola la digestione, e messo nell’acqua del bagno tonifica. Le donne romane aggiungevano il decotto del rizoma al bagno per essere più belle e più fresche. Masticare il rizoma fresco protegge contro le malattie infettive, grazie al suo potere antisettico. Può anche essere conservato nell’alcool e serve alla fabbricazione di liquori; il suo estratto fa parte degli ingredienti della vera Bénédictine e della Chartreuse. Il rizoma può anche essere usato nella composizione di dentifrici, di alcuni profumi e in pasticceria. In Turchia è particolarmente apprezzato candito.

Canna di Palude - Phragmites communis

canna di palude Famiglia : Graminacee - La canna di palude è una pianta perenne, glauca, che misura 1-4 m di altezza, ma che può arrivare fino a 10 m. I rizomi striscianti sono immersi nel fango e hanno spesso 5 m di lunghezza; sorreggono fusti solidi e dritti, talvolta prostrati e, in questo caso, ramificati. I fusti hanno foglie opposte, rugose, lunghe circa 50 cm, glauche e guainanti per lungo tratto. I fusti prostrati si distinguono per le guaine corte, le foglie più ridotte e arrotolate. Le guaine possono girare più o meno liberamente attorno al fusto: in caso di forte vento, tutti i lembi si orientano dallo stesso lato come tante bandierine. La cima del fusto sorregge una pannocchia ramificata che giunge spesso a 40 cm di lunghezza e si compone di spighette color malva, formate da 3 a 7 fiori. L’asse della spighetta ha lunghe setole che rimangono dopo la fioritura e conferiscono alla pannocchia un aspetto piumoso e argentato, tanto più per il fatto che questa si contrae prima della fruttificazione. I frutti sono grigiastri o rossastri, avvolti a spirale. La canna di palude si moltiplica anche molto frequentemente per germinazione dei rizomi. Inoltre, forma stoloni aerei o acquatici, lunghi fino a 10 m, che emettono radici in corrispondenza dei nodi, dando poi origine a nuovi germogli. Questo tipo di riproduzione si manifesta specialmente nelle acque profonde. La canna di palude popola le rive delle acque stagnanti o tranquille, le paludi e gli acquitrini, i campi e le praterie. Indica con certezza l’esistenza di falde di acqua sotterranea e superficiale o l’affioramento di una sorgente. Questa pianta è comune in tutto il mondo, ma manca in determinati luoghi, come ad esempio in Amazzonia. I fusti della canna di palude sono molto resistenti, dovendo opporsi all’urto del vento e delle onde. La pianta adulta è impregnata di silicio e la sua cenere ne contiene più del 70 per cento. Gli organi giovani, e soprattutto i rizomi, contengono fino al 5 per cento di zucchero. In periodo di carestia sono stati mangiati sia crudi sia arrostiti o bolliti. Se ne produce pure una specie di farina e anche un surrogato del caffè. I fusti servono per coprire i tetti, per fabbricare stuoie e come materiale inerte di molti tipi di intonaco murale, di gessi, di malte, ecc. Si usano anche talvolta come strame o come foraggio quando sono ancora molto giovani e teneri. Recenti ricerche hanno dimostrato che se ne potrebbe ricavare cellulosa, seta artificiale, glicerina, tannino, acido lattico, ecc.

Giaggiolo Giallo - Kis pseudacorus

giaggiolo gialloFamiglia: Iridacee - Il giaggiolo giallo (detto anche giglio giallo, coltellacci o acoro falso) è una pianta perenne che si diparte da un grosso rizoma ramificato e che ha foglie a forma di spada disposte a due a due, lunghe 1-2 m. Gli steli fiorali hanno la stessa lunghezza, sono appiattiti e ramificati. I fiori possiedono un lungo peduncolo che ha origine all’ascella di una brattea verde, la quale nasconde l’ovario infero e triloculato. Il perianzio è giallo, saldato alla base a forma di tubo, ed è fatto di 6 elementi fiorali. I tre esterni sono orizzontali, riflessi e privi di quelle barbe che sono il carattere distintivo della maggior parte delle specie di giaggiolo. I tre elementi interni sono eretti, di dimensioni molto inferiori alle tre lame petaloidi stigmatiche. Gli stigmi ricoprono gli stami. Il frutto è una capsula pendula cilindrica, a 3 logge arrotondate che contengono i semi piatti. Il giaggiolo giallo si associa abitualmente alle canne, popola gli specchi d’acqua, i bracci morti dei fiumi, le acque calme di tutta l’Europa, dell’Asia e dell’America del Nord. Il rizoma contiene una quantità considerevole di tannino e può essere utilizzato nella concia delle pelli. Mescolato a sali di ferro dà una tintura nera di buona qualità. In passato è stato inoltre utilizzato dai medici, grazie alle sue proprietà astringenti, come emostatico col nome di «acoro falso».

Tag: piante

 
 

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