Sono trascorsi ormai quasi due anni da quando Elon Musk, fondatore di Tesla e SpaceX, ha annunciato quello che potrebbe a tutti gli effetti essere definito come il suo progetto più ambizioso e avveniristico di sempre: Hyperloop. Un sistema di trasporto potenzialmente rivoluzionario, basato sullo spostamento dei vagoni all’interno di binari chiusi in cui viene ricreato il vuoto, diminuendo così al minimo l’attrito generato durante il movimento.
L’intenzione è quella di permettere in futuro un viaggio da Los Angeles a San Francisco in soli 30 minuti, raggiungendo velocità di poco inferiori ai 1.000 Km/h, quasi il doppio rispetto al “bullet train” giapponese Maglev 2000 che arriva a 580 Km/h. Intervenuto sul palco dell’evento [Leggi tutto…]
Il primo gennaio 2015 ricorrerà il 30mo anniversario della prima chiamata commerciale fatta attraverso un telefono cellulare in Inghilterra attraverso la rete Vodafone. Ad effettuare questa prima storica telefonata, Michael Harrison, il figlio di Sir Ernest Harrison, ex Presidente di Vodafone, che approfittò delle festività di fine anno per chiamare il padre per fargli gli auguri. Michael Harrison aveva lasciato in gran segreto la festa di Capodanno che aveva dato a casa sua nel Surrey per fare una sorpresa al padre, chiamandolo a Londra nel suo appartamento di Parliament Square.
Harrison fece la storica telefonata da uno dei primi cellulari, un Transportable Vodafone VT1, che pesava 5 chili e aveva un’autonomia di conversazione di circa 30 minuti. Harrison ricorda che la linea non presentava disturbi, anche se i festeggiamenti della sera della Vigilia a Londra creavano notevoli rumori di fondo. Quando Sir Ernest rispose al telefono, sentì Michael affermare:
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Un uomo rimasto senza braccia per quarant’anni ora torna ad averle grazie a due protesi robotiche altamente tecnologiche: ecco la storia di Les Baugh.
In futuro Les Baugh sarà forse ricordato come un pioniere nel’ambito dell’ingegneria biomedica: vittima circa quarant’anni fa di un tragico incidente elettrico che lo ha portato a dover subire l’amputazione di entrambe le braccia, oggi è tornato a poter effettuare alcune azioni che gli sono state impossibili per decenni. Questo grazie alle protesi robotiche realizzate e installate da un team di ricercatori del John Hopkins University Applied Physics Laboratory, connesse direttamente al sistema nervoso mediante il tessuto all’altezza delle spalle.
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