Curarsi all’estero: gli italiani preferiscono Svizzera e Francia
Italia, paese di eccellenze in ogni campo, da quello artistico a quello manifatturiero, passando per architettura ingegneria e non ultima medicina. Eppure questa longeva tradizione di esponenti illustri nelle varie discipline non sembra trovare un corrispettivo nel gradimento dei cittadini italiani, almeno per quanto riguarda le cure mediche. Secondo le stime rilevate dal governo, i pazienti che preferiscono affidarsi a medici di altri paesi compresi nella comunità europea sono in costante aumento, con un focus particolare sui nostri ‘vicini di casa’: Francia e Svizzera.
In generale i pazienti che si recano all’estero per cure mediche sono più di quanti non ne arrivino in Italia per la stessa ragione. Tradotto in euro significa che a fronte di un gettito di 75 milioni di euro in uscita ne corrispondono 50 in entrata. Il bersagli degli italiani ‘diffidenti’ sono le cure di alta specializzazione, per un valore compressivo di oltre 42 milioni di euro, con la sola Svizzera che costituisce un terzo del totale.
Certo è che, per quanto riguarda le eccellenze, la Svizzera è sempre stata il fiore all’occhiello del vecchio continente, e la tendenza a varcare il confine non è certamente qualcosa che viene a galla soltanto in questi anni, specialmente se pensiamo alle regioni del nord d’Italia per la immediata vicinanza. La svizzera costituisce anche una buona meta turistica per chi ama le bellezze naturali, i prati sterminati, i laghi e le Alpi: tutto questi componenti costituiscono il paesaggio svizzero, quello perfetto da cartolina. Solo attraversando le strade di campagna e fermandosi un pochino in questa terra potrete davvero apprezzarla e godere dell’aria pulita, delle viste panoramiche e della salubrità che questo Paese emana.
Anche per questo, solitamente, chi va in svizzera per motivi medici cerca sempre di trascorrere delle giornate all’aria aperta e ancora poco contaminata. Chi invece ci va solo per fini turistici, in genere si organizza in anticipo informandosi per una assicurazione sanitaria per la Svizzera, dopotutto online si trovano molti dettagli al riguardo; come abbiamo detto le cure sanitarie in Svizzera sono molto buone, ma è sempre bene organizzarsi per tempo senza trovarsi nell’immediato bisogno di un qualche servizio.
Ma quali sono gli accorgimenti che il Governo Italiano ha deciso di adottare per frenare questa ‘fuoriuscita’ di pazienti? In realtà si può intervenire poco sul libero arbitrio, ma è comunque possibile promuovere le eccellenze italiane in modo da far rientrare i soldi in uscita accogliendo pazienti provenienti dall’estero e colmare il gap in termini economici.
E’ proprio in quest’ottica che si inserisce il HYPERLINK “http://www.governo.it/Governo/Provvedimenti/dettaglio.asp?d=74987” decreto 2011/24 proposto verso la fine del 2013 ribattezzato “Schengen sanitaria”, ovvero quello che consente ai pazienti UE di spostarsi per ricevere un’assistenza sanitaria di alto livello in altri paesi membri della Comunità Europea. Negli intenti dell’allora presidente del consiglio Gianni Letta, l’architettura si sarebbe dovuta basare su autorizzazioni preventive, tariffe e rimborsi, all’interno di limiti e normative ben precise.
Le premesse per accedere a questi servizi oltre i confini nazionali sono tre: accedere solamente alle cure inserite nei Livelli essenziali di assistenza – eccezion fatta per alcune deroghe regionali – la possibilità di ricevere un rimborso indiretto degli importi spesi e il rimborso obbligatorio limitato all’assistenza prevista nel sistema sanitario della nazione alla quale il paziente appartiene.
Al di fuori di questa normativa vengono posti i trapianti d’organo, i programmi pubblici di vaccinazione e i servizi cosiddetti “long term care”. Per monitorare al meglio la situazione è stata prevista anche la creazione di un portale web appositamente dedicato, attraverso il quale i cittadini possono avere la possibilità di ricevere qualsiasi informazione a riguardo, sotto la supervisione dell’Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari Regionali.
M. F.