Sap sul congresso di Rimini: regole, attrezzature e verità
Questo il comunicato del Sindacato Autonomo di Polizia, in merito ai fatti occorsi durante il recente congresso di Rimini:
«Io c’ero al Congresso Nazionale del SAP a Rimini e ho applaudito, non mi nascondo certo per questo. Io, come tutti i presenti, ho applaudito nella fase conclusiva del discorso programmatico, riservata ai soli delegati, dove sono stati presentati i vari punti dell’articolato progetto di miglioramento delle condizioni del servizio degli operatori di Polizia. Nello specifico, ho applaudito quella fase, per un senso di vicinanza e solidarietà nei confronti di alcuni colleghi, presenti in sala, che per la nota vicenda, hanno passato quasi 10 anni di grosse difficoltà, pagando il conto con la giustizia, nel rispetto di quanto deciso dal tribunale. Anzi, di più, visto che la Cassazione ha detto che dovevano essere concessi loro i domiciliari e non il carcere. Le loro vite e quelle delle loro famiglie in tutto questo tempo e negli anni futuri, sono state sicuramente e significativamente segnate. Nella loro storia, come in altre richiamate nel discorso applaudito, l’accertamento dei fatti sarebbe stato più facile e sicuro con le metodologie proposte dal Sap: ecco il perché della citazione. Forse con alcune delle migliorie che chiediamo la tragedia si sarebbe potuta evitare: quante volte abbiamo chiesto di poter disporre degli spray urticanti per scongiurare le colluttazioni? E precisi protocolli di intervento cui riferirsi, attrezzature adeguate, telecamere per videoripresa. Nessun riferimento in quell’applauso quindi al dramma della giovane vittima e al dolore di una madre, alla quale io stesso, avevo nel marzo 2013 espresso pubblicamente vicinanza e rispetto. La perdita di un figlio è un dolore incolmabile. Ma esiste anche la solidarietà per quei poliziotti involontari protagonisti di un evento tanto grave: tre gradi di giudizio hanno sentenziato una colpa con assenza di volontà. Sembra però che questa solidarietà, rispettosa e pacata (le immagini di entusiasmo mandate in onda dalle tv e stampate sui giornali SONO FALSE, riguardano il convegno pubblico svolto 5 ore prima), non sia concessa, sia vietata, e se a farla sono altri poliziotti sia addirittura indegna.
È un Paese strano il nostro perché gesti di semplice umanità come questi vengono immediatamente censurati dalle più alte cariche dello Stato, senza accertare e sentire le voci di tutti gli attori. Ma vi è forse differenza fra i sentimenti di chi ha applaudito tre colleghi colpiti da una sventura e chi si reca in un carcere per dare sostegno ai reclusi? O anche in quel caso si manca di rispetto a tutte le vittime dei reati commessi da costoro? La cosa più bizzarra resta il fatto che sia piovuta una pesante censura su di un sindacato, il Sap, che propone l’uso di telecamere sui caschi degli operatori di polizia e un magistrato a fianco delle Forze dell’Ordine impegnate negli ordini pubblici, proposte queste non a favore solo dei Poliziotti, ma anche dei cittadini, proposte che vanno a vantaggio di un valore importantissimo: la verità più trasparente!»
Firmato
Sap - segreteria provinciale di Trieste