Cassazione: se il partner puzza e pretende sesso è stupro
La Cassazione si è pronunciata su un caso molto scottante e delicato, che riveste la sfera intima famigliare di una coppia. Lei, siciliana, moglie di un pastore, si rifiutava di avere rapporti sessuali con il marito perché lui non curava la sua igiene personale; tornava dal lavoro e pretendeva, con l’olezzo del mestiere ancora addosso, di “consumare” senza troppi complimenti. La donna, nonostante il rifiuto si vedeva, con la forza, costretta a subirli. La quarta sezione penale della Cassazione ha infine deciso di condannare in via definitiva il pastore, reo di violenza privata e di stupro a due anni e mezzo di reclusione. La Suprema Corte aveva quindi ribadito che il reato di violenza sessuale (articolo 609 bis del codice penale) sussiste “in tutti i casi in cui i rapporti sessuali vengano in qualsiasi modo imposti, essendo del tutto irrilevanti le modalità e i mezzi utilizzati e le motivazioni che avessero indotto la parte offesa a rifiutare non un astratto rapporto sessuale con il marito, ma il rapporto sessuale da questi preteso e poi imposto senza che avesse praticato quella igiene personale che la donna riteneva indispensabile”, anche dato il lavoro svolto dall’imputato. L’uomo si è visto costretto anche al pagamento delle spese processuali. Occhio all’igiene!